Giornata Mondiale della Fauna Selvatica, iniziative speciali all'Acquario di Genova

Acquario di Genova Cerca sulla mappa
DA Sabato04Marzo2023
A Domenica05Marzo2023

In occasione del World Wildlife Day, nel weekend di sabato 4 e domenica 5 marzo 2023, l'Acquario di Genova offre ai propri visitatori il mini tour guidato Insieme per la tutela della fauna selvatica. Una visita di circa 40 minuti in compagnia di un biologo per scoprire i progetti di collaborazione della struttura con enti e istituzioni per la conservazione e la tutela di specie: dal coordinamento di 50 enti nel Mediterraneo per l’attività di ricerca sui Cetacei in natura al progetto dedicato alla salvaguardia dei coralli tropicali attraverso il MaRHE Center ospitato dalla struttura in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, dal progetto di conservazione della testuggine palustre Emys orbicularis ingauna all’attività di recupero e accoglienza di animali abbandonati, sequestrati o in difficoltà condotta in collaborazione con il nucleo Cites dei Carabinieri e la Guardia Costiera.

Gli appuntamenti si svolgono nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 marzo con partenza alle ore 16 e alle ore 17 dal piano superiore del Padiglione Cetacei. Sono compresi nel biglietto di ingresso e non necessitano di prenotazione. Ogni visita è rivolta a un massimo di 20 partecipanti. L'iniziativa rientra nell’ambito del più ampio programma ideato da 14 tra zoo e acquari d’Italia in occasione della Giornata Mondiale della fauna selvatica: Acquario di Cattolica, Acquario di Genova, Bioparco di Roma, Bioparco di Sicilia, Giardino Zoologico di Pistoia, Parco Le Cornelle, Parco Faunistico Cappeller, Parco Natura Viva, Parco Oltremare Family Experience Park, Parco Valcorba, Parco Zoo Falconara, Parco Zoo Punta Verde, Zoo delle Maitine, ZOOM Torino.

Un'occasione per fare il punto sui numeri e i risultati ottenuti in più di un decennio di conservazione delle specie a rischio di estinzione. L’ibis eremita, il tritone sardo e lo storione dell’Adriatico. Ma anche l’avvoltoio grifone e la testuggine palustre. Tutte specie che l’Europa avrebbe visto estinguersi, se non fossero intervenuti i parchi zoologici e gli acquari italiani con i ripopolamenti in natura di esemplari nati in ambiente controllato. Un ruolo decisivo, che quattordici strutture italiane rivendicano in un’unica voce in previsione del World Wildlife Day, indetto dall’ONU per il 3 marzo. E che sintetizzano in Dieci storie di successo, una pubblicazione illustrata open access disponibile a questo link che narra 10 storie di specie animali tornate a ripopolare i propri habitat naturali. Il volumetto è stato curato dal gruppo Eduzoo, gruppo degli educatori dell’Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari (UIZA), con la prefazione di Francesco Petretti, biologo e divulgatore scientifico e la postfazione di Gloria Svampa, presidente UIZA.

Dal Friuli-Venezia Giulia alla Sicilia e dalla Campania al Piemonte, dal 2008 a oggi gli zoo e gli acquari impegnati nell’iniziativa congiunta hanno contato il rilascio di oltre 4000 esemplari appartenenti a specie animali sull’orlo della scomparsa. E’ il caso della Emys orbicularis, unica di testuggine endemica europea, che in un decennio, solo in Liguria ha contato il rilascio di oltre 150 esemplari in aree naturali ripristinate. Trenta tritoni sardi, uno dei più rari e minacciati anfibi europei, che ora ripopola la provincia di Cagliari. Duecentoquaranta ibis eremita, protagonisti di un progetto visionario in cui l’uomo vola insieme agli uccelli ormai estinti in Europa, per mostrare loro la rotta migratoria che li conduce in Toscana. Oltre 2.000 storioni dell’Adriatico, che sopravvivono oggi solo in Italia a dispetto di un areale che comprendeva un tempo tutti i Paesi del Mediterraneo e la nascita di almeno il doppio di essi grazie al progetto di riproduzione. Un numero di grifoni che da poche decine avvistate in Sardegna e in Friuli-Venezia Giulia, supera oggi le due e le tre centinaia in ciascuno dei due siti. Un bilancio tutto tricolore, che tuttavia non tiene conto degli sforzi profusi oltreconfine. Quelli che hanno visto il ritorno del bisonte europeo in Romania, dell’orice dalle corna a sciabola in Tunisia, che proteggono gli ultimi leontopitechi testanera in Brasile e i lemuri del bambù in Madagascar.

“Si tratta di risultati relativi al solo ultimo decennio e raggiunti solo in alcuni progetti di conservazione in cui siamo impegnati”, si legge nella nota congiunta delle quattordici strutture che celebreranno il World Wildlife Day. “Resi possibili solo grazie a un lavoro incessante di ricerca scientifica, alla costante specializzazione in medicina veterinaria e a una dedizione quotidiana al benessere degli esemplari ospitati, che spesso devono farsi trovare pronti per affrontare il difficile viaggio verso una nuova vita selvatica. Tutto questo non sarebbe stato possibile, però, se non avessimo avuto il sostegno di milioni di persone che calcano i nostri sentieri e che ci permettono questi investimenti”. Solo nel 2021, la rete europea degli zoo e degli acquari (EAZA) ha calcolato uno sforzo nella conservazione da parte delle strutture del Vecchio Continente pari a 16 milioni e 200 mila euro, dei quali il 60%a beneficio dei mammiferi e il 12% degli uccelli. Dopo Asia e Africa, l’Europa risulta essere il terzo continente destinatario dei maggiori sforzi. “Siamo i custodi di un patrimonio di biodiversità che in natura va scomparendo. In alcuni casi siamo riusciti ad impedire questo triste epilogo. A tutti gli altri stiamo lavorando”, concludono zoo e acquari.

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