Addio Michele Capozzi, pornologo tra Genova e New York. La sala del Cinema Gioiello sarà dedicata a lui

Anna Pollio

Genova, 10/01/2023.

Martedì 10 gennaio 2023 è morto Michele Capozzi. A Genova in tanti conoscevano Michele. Classe 1946, Michele Capozzi, regista, autore e - last but not least - pornologo, era un genovese innamorato di New York, città nella quale aveva vissuto per anni e di cui conosceva perfettamento il mondo underground. Proprio quel vissuto era stato raccontato da Capozzi nel suo film documentario più famoso, Pornology New York,  un tuffo nella New York di fine anni '70, inizio anni '80. 

Poi è stata la volta di Bollezzumme: nel suo ultimo documentario Michele aveva raccontato la sua Genova, quella più nascosta. In genovese la parola bollezzumme indica l'agitazione del mare prodotta dal vento, o il ribollio dell'acqua che si infrange tra gli scogli vicino alla riva quando c'è mare mosso; lui ha usato quel termine per raccontare la movida notturna genovese e i suoi protagonisti.

Dopo la triste notizia della morte di Michele Capozzi, ne arriva una che scalda il cuore: il cinema Nuova Cinematografica Gioiello, in vico della Cittadella, dedicherà proprio a Michele la sua sala.

Michele Capozzi era un grande amico di mentelocale.it: lo abbiamo incontrato e intervistato tante volte. E lui ha ricambiato l'affetto affidando a noi alcuni suoi articoli, che abbiamo pubblicato con gioia. Ecco come Michele Capozzi ha descritto Genova sulle pagine di mentelocale.it: «I caruggi sono stati per me la terza laurea, quella della street wisdom, cioè la saggezza della strada. Ho imparato più cose perdendomi nei suoi percorsi e nelle sue amenità che nelle aule dell'Università di via Balbi, o dell'Istituto di Scienza Sociali di via XXXV Aprile. Infatti sette anni fa, per le prime proiezioni del mio cult-film Pornology New York, ho scelto il Café Lobowski e l'Hop Altrove, in pieno centro storico». 

Continua Capozzi: «Cara Genova, smetti per favore di mugugnare sempre e su tutto. Ma qui non c'è mai niente da fare. Frase tipica. Se la sento dire mi incazzo. Ci sono un sacco di cose da fare. Il problema è contorto. La gente non sa. Non si informa. Chi fa eventi non si sbatte per promuoverli. È un piccolo mistero: le cose si sanno quando sono già successe. Non c'è passaparola, non c'è generosità. Troppa invidia di quello che fa l'altro? Cari genovesi, non potete paragonare la nostra città alle grandi metropoli del mondo. Ma a città omologhe per estensione e popolazione. Tra queste è la città più bella del mondo con tantissime cose da fare. Ci sono il mare, le montagne, le ville, i vicoli, arte, musei, storia, due squadre di calcio. Prostitute per le stradine dalle 8 alle 20, come impiegate del sesso. Quanti sanno che la zona della Maddalena ha 'sempre' ospitato bordelli? E allora perché vergognarsene? Ci sono stati periodi storici in cui le tasse sulle prostitute servivano a costruire navi e banchine nel porto. È necessario combattere senza cedimenti la delinquenza che va a braccio con la prostituzione. Ecco allora, cara mia città natale, la mia tirata di orecchi. Figlio di una coppia irpino-siciliana, nato a Villa Serena e vissuto fino alle lauree a Castelletto. Diventato cittadino del mondo. Londra, Roma, New York. Ho scelto di rinunciare alla professione del papà avvocato. Curatore di libri su argomenti per adulti. Esploratore urbano e pornologo. Prima ancora di essere regista e produttore. Realizzatore di due documentari, sempre su argomenti delicati».

Addio Michele, ci mancherà la tua dolcezza e le tue idee folli e geniali. Un altro pezzo di Genova che se ne va

Di Francesca Baroncelli

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