Laghetti di Nervi: percorso e come arrivare. La passeggiata da Nervi a Sant'Ilario

Elisa Morando

Genova, 08/04/2021.

I Laghetti di Nervi rappresentano una piccola oasi a soli pochi passi dalla città. Sono la meta ideale per chi ha voglia di una passeggiata breve e poco faticosa, adatta anche ai bambini. Basta, infatti, poco più di mezz'ora per raggiungere un luogo tranquillo in mezzo alla natura, perfetto per rilassarsi

Costituisce una meta molto ambita d'estate, rappresentando un'ottima alternativa alla spiaggia sia per chi vuole prendere il sole sia per il coraggioso che vuole tuffarsi nella fredda acqua dei laghetti. Ma anche d'inverno, con temperature ben più rigide, i laghetti di Nervi offrono bellissimi scorci. Cambiano i colori, che si fanno più cupi. Sempre dando un'occhio all'ambiente e rispettando tutte le regole.

La passeggiata per i Laghetti di Nervi che tratteremo qui include anche il tratto successivo, che porta fino al punto panoramico presso la Chiesa di San Rocco, a Sant'Ilario. In poco tempo, partendo da Nervi, si possono raggiungere selvaggi laghetti, alcuni dal fondale chiaro e altri più cupi e ricoperti dalla vegetazione. Cliccando sui due link qui sotto, i dettagli su come arrivare ai laghetti di Nervi e il percorso (oltre alla fotogallery).

Laghetti di Nervi: come arrivare

Se si prende l’autostrada A12, uscire al casello di Genova Nervi e proseguire in Corso Europa in direzione Nervi; una volta scesa la rampa, superare la rotonda in direzione sud e imboccare via Oberdan. Prendere la prima svolta a sinistra in via del Commercio e al bivio proseguire a destra, verso il Cimitero di Nervi. Una volta giunti al cimitero, si può scegliere se parcheggiare la macchina o proseguire fino al termine della via, per prendere la ripida salita che si trova sulla destra (via superiore Torrente Nervi) e che porta al cimitero nuovo. Continuare fino a quando non si incontra sulla sinistra via Molinetti di Nervi, vicino alla quale si potrà posteggiare.

Laghetti di Nervi: il percorso

Per cominciare la passeggiata verso i Laghetti di Nervi, proseguire a piedi per via Molinetti, asfaltata e percorribile eventualmente soltanto in bici o in moto. Una volta superato il primo tratto di circa 1,5 km che passa sotto il cavalcavia dell’A12, si giunge attraverso un percorso più piacevole e ombreggiato fino al piccolo borgo di Mulinetti. Qui alcune case sono state recuperate dall’Associazione Laghetti di Nervi per poter essere riutilizzate nell’ambito del turismo sociale, attraverso l’organizzazione di laboratori e attività escursionistiche guidate. Ai piedi del borgo si trova il primo e più grande dei laghetti, dove sarà difficile resistere alla tentazione di tuffarsi.

Andando più avanti, il sentiero si fa più rustico e impervio ma, seguendo il segnavia bollo rosso pieno, basterà percorrerlo per altri 30 minuti circa per raggiungere i restanti laghetti, segnalati da un cartello. Qui ci si potrà riposare, davanti agli specchi d’acqua verdi e blu, e godere della vista delle piccole cascate. Per chi volesse fare un bagno, su un albero vi è una corda appesa, da usare per poter prendere la rincorsa e tuffarsi. Se si desidera tornare indietro, il percorso è lo stesso dell’andata; se si vuole invece proseguire verso Sant’Ilario, si può imboccare una deviazione poco prima dei laghetti che sale e che percorre la collina. Dopo una breve tratta asfaltata, si prosegue su un piccolo sentiero e ci si immerge in un boschetto, dove la strada diventa più ripida.

Terminato l’ultimo pezzo in salita, si giunge in pochi minuti alla Chiesa di San Rocco, da dove si può godere la vista del promontorio di Portofino. Per allungare ulteriormente l’itinerario e non percorrere la stessa strada dell’andata, un’idea può essere quella di scendere verso il porticciolo di Nervi, attraverso le creuze e le scalette che si trovano subito davanti alla chiesa. La discesa è ripida e permette in pochi minuti di raggiungere l’Aurelia, dalla quale si potrà giungere a Nervi attraverso altre scale. Per tornare poi verso la macchina, basterà ripercorrere via del Commercio.

Di Elisa Morando

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