Omosessuale o etero? Non so più chi sono

Genova, 20/03/2018.

Buongiorno,

in questo periodo sento di aver bisogno o di scrivere o di parlare con qualcuno. Ringrazio già chi leggerà e prenderà in considerazione quello che sto scrivendo. Sono un ragazzo di 34 anni (anche se a questa età dovrei dire uomo) e sento di dover dare una svolta alla mia vita. Piu volte mi sono recato da psicologi, ma mi è servito solo a capire alcuni traumi infantili, a rispolverare vecchi dolori.

Dunque quale è il problema? 

Il mio problema lo conosco.  Ma non so da dove partire. Allora. Fino a 27 anni ero convintissimo della mia omosessualita, mi ero accettato e mi sentivo felice.

Poi, piano piano, a letto, non mi finzionava piu niente. Ero contento di conoscere un nuovo amico, ma non avevo reazioni e non mi sentivo eccitato. Incontro un ragazzo, lui appena mi vede è gia molto eccitato. Io no. Una volta mi eccitavo a sentire che anche l'altro era eccitato. Ora no, e a volte mi sento pure ferito.

Nel frattempo, qualche volta, vado a pagamento, perche vorrei capire se sono impotente. E lì tutto funziona. Anche coi ragazzi a volte funziona, basta che non facciamo  troppi preliminari. Non mi piace piu baciare, toccare, accarezzare, scusate il mio linguaggio terra terra.

Di fondo sono una persona senza legami affettivi, niente amicizie strette. A novembre ho conosciuto un ragazzo che, non so perche, mi è rimasto nella testa. Un  po' ci soffro, perché, dopo tre volte, mi ha respinto, dicendomi che a letto non gli piacevo. E gli do ragione: io nn mi sono mai eccitato anche se lui lo era. Per distrarmi da lui, ho cercato di fare piu incontri possibili. Però ci rimango male, quando ci sono ragazzi che sono fidanzati o sposati che mi raccontsno che fanno sesso anche con altri. E queste cose, che potrebbero eccitarmi, invece mi fanno pensare: al dolore del sentirmi emarginato, alla mia insicurezza con il mio corpo, alla sfacciataggine che hanno pur essendo fidanzati. Cosa che io ho sempre desiderato, ma sempre allontanato. Loro, invece, si sentono bene e tranquilli. Dopo queste esperienze non mi sento felice

Se prima sognavo una storia con un uomo, adesso no. Potrei provare finalmente con una ragazza, ma il fatto è che non mi sento un maschio abbastanza virile come gli altri, ma sopratutto, ho paura di soffrire.

Dopo questo sfogo logorroioco e confuso, secondo lei, che direzione prendere?  Abbandono le chat, e cerco di affrontare la vita piu reale?

Buongiorno.

Dopo tanti etero con il dubbio e la paura di essere gay, mi stavo giusto chiedendo quando mi avrebbe scritto un felice omosessuale con l' idea e il pensiero di diventare etero. Ovviamente invertendo gli attori il risultato non cambia. Cosi vorrei invitarla a leggrre il mio articolo pubblicato su mentelocale.it.

Prima di andare avanti vorrei scusarmi di aver dovuto correggere la sua mail, perche alcuni termini erano veramente un po' troppo dettagliati per questa rubrica.

Ma torniamo alla sua storia.
Lei dice di conoscere il suo problema. Ma forse non lo conosce cosi bene come crede.
Ed ancora piu probabilmente non tiene conto che forse si tratta di un insieme di problemi di cui lei vede solo il risultato finale. Ovvero la sua preoccupazione per la mancanza di una sua costante e prorompente eccitazione sessuale. Ora, nel caso di una caduta della libido, ci sono due strade una organica e una psico/ emotiva /relazionale. Per l'aspetto organico basta una visita medica da un andrologo che, presumibilmente, le dirà che, da quel punto di vista, è tutto ok. Anche perche, lei, in alcune circostanze, ha problemi in altre no. Infatti racconta: qualche volta, vado a pagamento, perche vorrei capire se sono impotente. E lì tutto funziona. Anche coi ragazzi a volte funziona, basta che non facciamo  troppi preliminari. Non mi piace piu baciare, toccare, accarezzare.

E se in alcune circostanze funziona ed in altre no, allora significa che il suo problema parte dalla sua testa. O meglio dai suoi dubbi. Dubbi che riguardano non solo la sua virilita, ma anche e sopratutto, la gestione delle proprie emozioni e il significato delle sue relazioni. Dubbi che le mettono in discussione la sua dimensione affettiva e relazionale, unita alla paura di soffrire.

Paura di soffrire, non certo per una sofferenza fisica. E allora di che tipo di sifferenza si tratta?
Tra l'altro cosa significa (e come mai), lei è andato più volte da psicologi? Ma mi è servito solo a capire alcuni traumi infantili, a rispolverare vecchi dolori, scrive. È veramente servito solo a questo?

Insomma, dalla sua storia emerge sempre più chiaro, come le sue difficoltose performance e le incertezze su se stesso e sul sesso dei suoi partner è davvero molto influenzato e correlato ai suoi dubbi.  Su se stesso in quanto persona e sulla sua paura di non saper gestire i rapporti emotivi con gli altri, siano essi uomini o donne. E dubbi e paure hanno un pessimo effetto sull'eccitazione sessuale.

Così ribadisco che non credo proprio, che lei conosca, davvero, quali sono le componenti del suo problema e dunque sarebbe opportuno che lei scegliesse un bravo collega psicoterapeuta e sessuologo, di cui fidarsi e da cui farsi seguire, non solo per inquadrare il suo problema, ma anche e sopratutto, per essere aiutato a trovare e mettere in atto, la soluzione più appropriata. Spero di averle dato la risposta di cui aveva bisogno.

Saluti

Dott.Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Genova

Di Marco Ventura

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