Genova, 14/03/2020.
Scienza, divulgazione,
social, Coronavirus,
giovani ricercatori e la città di
Genova. Questi temi, queste parole hanno un filo
conduttore, spesso in in situazioni diverse. Il filo protagonista
di questa intervista ha un nome e un cognome: Cristina
Donato. Classe 1989, di Rapallo ma
vissuta a Camporone, dopo il liceo linguistico Deledda, arriva la
Laurea Magistrale in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche con
specializzazione in Neuroscienze.
Ha vinto il concorso all'Ecole des Neurosciences
de Paris-Ile de France nel 2014 e ha conseguito il
dottorato di ricerca all'Institut du Cerveau et de
la Moelle Epiniere (ICM) nel laboratorio del Dottor
Alberto Bacci. Attualmente è ricercatrice
postdoc all'Università del Lussemburgo al
Luxembourg Centre for Systems Biomedicine (LCSB) nel team del
Dottor Alexander Skupin.
Al tempo del Coronavirus, Cristina è diventata una vera
e propria rock star dei social
(d'altronde è una bassista, appassionata delle atmosfere
Mods) , grazie alle sue stories su Instagram (andate a
cercare e seguite il profilo _crissie_) e ai suoi post su
Facebook. Tra spiegazioni chiare, semplici e lineari, è
riuscita a dimostrare che i social non sono solo fake
news e inesattezze, ma anche informazione seria e al
passo con i nostri indaffaratissimi tempi. L'abbiamo
raggiunta su Messenger, per fare due chiacchiere
virtuali su scienza, divulgazione social e Coronavirus in Europa,
senza dimenticare qualche consiglio pratico.
- Di cosa ti stai occupando attualmente?
«Attualmente mi occupo dello studio di alcuni geni candidati
coinvolti nelle epilessie genetiche umane».
- La domanda nasce spontanea: sei un cervello in fuga
dall'Italia e da Genova? «Sì, decisamente, ma ho delle
ragioni. Sono stata spinta a lasciare l'Italia perché
all'inizio volevo vedere come si lavorava nei laboratori
all'estero: sono sempre stata spinta dall'idea che la
scienza deba essere qualcosa di internazionale. Poi ci ho
preso gusto perché, nonostante durante i miei studi universitari
abbia lavorato come stagista in un ottimo istituto di
Genova, l'Isitituto Italiano di Tecnologia
(IIT), mi sono resa conto di quanto potessi imparare
stando lontana da casa».
- Da scienziata e italiana, che percezione hai di quello
che sta succedendo in Italia in riferimento al
Coronavirus? «Da scienziata, credo che al
momento l'Italia stia adottando le misure necessarie per
frenare l'infezione da SARS-Cov2. Forse avrei agito un po'
in anticipo, ma talvolta é difficile prevedere un certo tipo di
evoluzione. Inoltre molti paesi dovrebbero imparare da quello che
sta capitando all'Italia. Siamo sostanzialmente tutti sulla
stessa barca! Da italiana sono ovviamente vicina al mio paese e
cerco di stare vicina anche alle persone che non capiscono bene
cosa stia accadendo e perché».
- Com'è invece la percezione in Francia e in
Lussemburgo di quello che sta succedendo? Si rendono conto del
pericolo del Coronavirus? E come vedono la situazione
italiana? «Posso
parlarti soprattutto della Francia perché ci vivo. Al momento non
sono ancora state prese le misure drastiche che
l'Italia ha messo in opera perché si dice che il numero di
contagi sia molto minore. In maniera molto celata, le scelte
dell'Italia sono contestate e ritenute esagerate. Anche
l'Italia all'inizio pensava di poter contenere la
propagazione dell'infezione senza problemi e invece sappiamo
tutti cosa sta accadendo. Attualmente, il Lussemburgo ha
chiuso tutte le scuole fino a data da destinarsi, mentre
la Francia le chiuderà dal 16 marzo e fino a data
da destinarsi. Sono proibite le manifestazioni con più di mille
persone e il telelavoro é fortemente incoraggiato. Tuttavia non
abbiamo ancora direttive precise».
- Arriviamo alla tua attività di divulgazione attraverso
i social: com'è nata?
«Era un po'
che avevo questa idea. Il mio ragazzo e gli amici insistevano
perché mi lanciassi ma ho sempre temporeggiato. In questa
particolare occasione, la mia idea di divulgare é nata per amore
nei confronti della scienza e dell'informazione chiara e
pulita. Ho visto circolare troppe notizie confuse in Italia. Da
subito i miei amici e la mia famiglia hanno iniziato a tempestarmi
di domande riguardo a quello che stava accadendo in Italia. Il
numero di domande continuava a crescere e così ho deciso così di
rendere le mie risposte e le mie spiegazioni disponibili per tutti
tramite il mio profilo Instagram e poi su Facebook».
- Quali sono le domande che ti vengono poste più
frequentemente? «Le persone cercano un po' di
positività e soprattutto negli ultimi giorni ho avuto domande
riguardo possibili cure e su che cosa la ricerca stia davvero
facendo. Ma in molti mi hanno chiesto delucidazioni sui dispositivi
di protezione, in particolar modo sull'uso delle mascherine e
sul perché sia necessario stare a casa in isolamento».
- Se dovessi essere nei panni di Conte, solo per un
attimo, quali sono i consigli pratici che daresti alla
popolazione? «Di essere razionali il più
possibile di fronte ai comportamenti da tenere: il virus non si
vede ma c'é. Le regole proposte dal decreto in vigore sono
necessarie per proteggere noi stessi ma soprattutto gli altri. Non
é facile restare a casa ma al momento é la cura più
efficace per tornare quanto prima alla normalità».
- A proposito di divulgazione, ne farai un'attività
fissa nel futuro? «Mi piacerebbe, sì! Insieme alla
dottoressa Giulia Contini, psicologa anche lei di
Genova, abbiamo in progetto l'apertura di un canale di
divulgazione di Neuroscienze e Psicologia. Speriamo di riuscire a
farlo molto presto, non appena le acque si saranno calmate abbiamo
intenzione di aprire un canale Youtube e sicuramente un profilo
Instagram dedicati».
- Progetti per il futuro in laboratorio?
«Al momento ho come obiettivo quello di dedicarmi
totalmente al mio progetto sull'epilessia genetica. C'e
molto lavoro ma voglio cercare di ottenere presto dei
risultati».
- Ci lasci con qualche dritta su che canali, profili o
pagine seguire?
«Consiglio le notizie pubblicate
sul sito del Prof. Roberto Burioni (Medical Facts), i
video di Dario Bressanini (divertenti e chiari, su Instagram e
Facebook )
e...il mio
profilo su Instagram! Inoltre tra le tante pagine di
divulgazione consiglio l'Infoscienza, un
progetto nato dalla mente di Michele Lorefice con cui collaboro
attivamente scrivendo articoli divulgativi».
Da Genova all'Europa, attraverso scienza e social. Si
può!