Venerdì 16 e sabato 17 maggio 2025, al Teatro della Tosse in Sala Dino Campana, va in scena La banca dei sogni. Un racconto contemporaneo della società odierna, attraverso i sogni. Uno dei progetti più innovativi di teatro civile approda a Genova: uno studio esistenziale che coinvolge tutte le età, dall’infanzia alla vecchiaia.
Lo spettacolo è stato costruito intervistando bambini, adolescenti, adulti e anziani di diverse città d’Italia dal 2018, approfondendo con loro come si trasforma il percorso dell’attività onirica lungo l’arco della vita. Niente psicanalisi o interpretazione. L’obiettivo dell’indagine è stato scattare una fotografia, o meglio una radiografia del presente, condotta attraverso uno strumento che generalmente si considera intimo e individuale. Attraverso i sogni delle persone si è cercato di captare le tematiche che riguardano ciascuna età della vita. In questo modo si è ricreato il termometro di quella comunità, di quella città di “sognatori” che gli autori hanno incontrato per anni con la loro indagine.
A partire all’omonimo libro degli antropologi J. & F. Duvignaud e F. Corbeau, che con i sogni hanno raccontato le tensioni di classe della società francese degli anni ‘70 e ’80, La banca dei sogni è invece un incontro-scontro con le situazioni e le difficoltà che ogni età vive nella società contemporanea. Dopo essere stato rappresentato per anni in una forma di teatro partecipato, lo spettacolo torna in scena in una forma antologia grazie al lavoro drammaturgico di Matteo Luoni e l’utilizzo originale di video-proiezioni con cui gli attori Laura Serena e Marco Trotta interagiscono per portare sul palcoscenico i sogni dei nostri giorni.
Merli-Serena è un duo tutto femminile composto dalla regista Francesca Merli e dall’attrice Laura Serena. Merli e Serena sono il nucleo ideativo e autoriale dei loro progetti artistici. Ogni lavoro nasce da una ricerca personale che diventa collettiva attraverso l’interpellazione della società: dall’amore per il giornalismo d’inchiesta e il cinema, Merli e Serena prendono spunto per intervistare di volta in volta le persone sui temi indagati. Le esperienze raccolte forniscono immagini evocative da portare sul palco, storie personali che diventano universali, che si integrano drammaturgicamente con la multimedialità, ulteriore strumento drammaturgico parte del loro linguaggio scenico.