Il Teatro dell'Ortica presenta Topografia del Caso, il nuovo spettacolo del Gruppo Stranità, in scena al Teatro della Tosse nelle serate di giovedì 4 alle 20.30 e venerdì 5 aprile 2024 con due repliche alle 10.30 e 20.30. Lo spettacolo è un viaggio attraverso i luoghi che abitano la mente e l’anima, con paesaggi fatti di memorie, saperi e affetti, che si fanno tutt’uno con l’aria, gli odori, l’intonaco e il cemento e dove si incontrano la sofferenza e la speranza. La casa, la comunità, la città. Come si abitano questi spazi? È possibile costruire luoghi che fanno salute? È possibile costruire luoghi che favoriscano la salute mentale?
Lo spettacolo, diretto da Giancarlo Mariottini con l'aiuto regia di Ilaria Piaggesi e Riccardo, è frutto del lavoro svolto in questi anni dal Gruppo Teatale Stranità, ed è dedidicato alla memoria di Anna Solaro, la attrice e regista del Teatro dell’Ortica, scomparsa nel novembre del 2022 e che insieme a Mirco Bonomi, nel 1997, ha fondato questo laboratorio. Il progetto di teatro sociale coinvolge pazienti psichiatrici seguiti dalla Salute Mentale della ASL 3 Genovese, attori, operatori socio-sanitari e volontari, tutti impegnati in un laboratorio teatrale settimanale.
“Topografia del Caso” riprende il discorso iniziato con le precedenti produzioni “Sintomatologia dell’esistenza” e “Supereroi smascherati”. “E’ una spettcolo che parla di mappe - racconta Giancarlo Mariottini regista - e della possibilità di orientarsi all’interno di mappe da decifrare. Spesso non è facile muoversi all’interno delle traiettorie possibili che si hanno, e all’interno di momenti in cui ci si trova smarriti. L’idea di lavorare sulla ricerca di una strada è nata da una esigenza fortissima interna al gruppo dopo la scomparsa di Anna Solaro, che per tanti anni è stata la guida del progetto. Abbiamo raccolto e rielaborato tutto quello che negli anni abbiamo fatto insieme ad lei. C’era la necessità di ricercare delle nuove strade possibili: quel dolore riguardava tutti, andava messo in campo e condiviso. Costruire questo spettacolo ha avuto il senso di ritrovarsi, dismettendo per quel momento i ruoli che abbiamo, e che spesso ci stanno anche un po’ stretti, e ritrovarsi come persone: ognuno con la sua storia, specificità e unicità, ognuno come un unico caso, un po’ come dice il titolo, al di là di condizioni cliniche”.