Anna Mazzamauro in Com'è ancora umano lei... Fantozzi

Teatro Sociale di Camogli Cerca sulla mappa 19.30
Venerdì22Marzo2024

Era il 1975 quando Paolo Villaggio interpretava per la prima volta al cinema, con la regia di Luciano Salce, Fantozzi, personaggio che aveva creato qualche anno prima facendone il protagonista di una fortunata serie di racconti. Sono passati quasi cinquant’anni e oggi il ragionier Ugo Fantozzi è molto di più di un personaggio cinematografico: è diventato, ormai, un aggettivo della lingua italiana, “fantozziano”, che è come dire il simbolo di una condizione umana. Chi meglio della signorina Silvani, eterno sogno erotico, eternamente frustrato, di Fantozzi, può rievocare la nascita e la crescita di quel personaggio, nonché il dietro le quinte, dove se ne stava nascosto, maligno e sornione come sempre, il suo autore/interprete?

Anna Mazzamauro, proprio lei, la memorabile signorina Silvani dal ''labbruzzo'' conturbante, ha scritto uno spettacolo dal titolo Com’è ancora umano lei… Fantozzi, che il Teatro Sociale di Camogli ospita all’interno del ciclo ''Aperitivo a Teatro''. nella serata di giovedì 22 marzo 2024 alle ore 19.30. Un lavoro che lei stessa presenta così: ''Se all’improvviso chiudo con nostalgia gli occhi della memoria mi ritrovo di fronte, come uno specchio appannato dal tempo, gli occhi innamorati del ragionier Ugo Fantozzi che guardano me oramai per sempre signorina Silvani e le parole non dette in venti anni di assidua frequentazione con Paolo Villaggio si tramutano in quelle scritte…

E allora, caro Fantozzi, dal cinema che ti ha reso leggenda io, riconoscente e in debito, ho l’ardire di raccontarti in teatro proprio per restituire a Paolo Villaggio la grazia. Ho usato a volte la signorina Silvani come alibi per raccontare i suoi difetti e Anna per raccontare gli strepitosi aneddoti che hanno legato gli anni dal nostro primo disastroso incontro, fino a quando ci hai salutato agitando il tuo tragico basco blu e dopo aver sistemato le mutande ascellare (che nessuno ha mai osato far diventare di moda) per raggiungere la tua nuvoletta. Ma non sarebbe stato teatro se avessi composto un’angiografia. Il teatro ha bisogno di emozioni da raccontare provocandole nel pubblico. Allora i racconti scritti da Paolo si uniscono ai miei in un rimbalzo di emozioni che fanno la storia dei nostri mostruosi incontri dietro le quinte''.

Sulla scena, ad interagire con Anna Mazzamauro, il musicista Sasà Calabrese, che si destreggia tra chitarra e pianoforte.

Foto di Luigi Cerati.

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