Genova, 21/11/2023.
Sapevate che la Venere di Botticelli era genovese? Il Festival dell’Eccellenza al femminile racconta in unao spettacolo la storia di questa donna, che si chiamava Simonetta Cattaneo Vespucci e che è considerata come una delle bellezze ideali di tutti i tempi. Lo spettacolo va in scena in prima nazionale l’1 e 2 dicembre a Palazzo San Giorgio, la casa dove Simonetta era probabilmente nata e cresciuta, e avrà una replica il 3 dicembre alle 16, sempre a Palazzo Giorgio.
Simonetta Cattaneo Vespucci, nata il 28 gennaio 1453 (sul luogodove Simonetta è nata il dibattito è senza fine: alcuni sostengono a Fezzano, altri a Genova), morì a 23 anni per una malattia deturpante al tempo sconosciuta. La sua vicenda è sconosciuta ai più: sono poche le notizie sulla sua vita, mentre sono innumerevoli i ritratti che riportano il suo volto dal Rinascimento ad oggi. Lo spettacolo è ambientato a Palazzo San Giorgio, al tempo Palazzo delle Compere: proprio il luogo dove Gaspare, il padre di Simonetta, fu Commissario, e dove il marito Marco Vespucci si recò a 16 anni per formarsi come futuro banchiere. Vicino a Palazzo San Giorgio c'era la casa dove abitava Simonetta, dove sicuramente visse lunga parte della sua infanzia e dove avvennero le nozze con il sedicenne Vespucci, che gli annali definiscono giovane e innamorato.
Dopo il matrimonio la coppia si stabilì a Firenze, dove Simonetta ebbe l'opportunità di incontrare Giuliano de Medici. Gli studiosi ritengono che il famoso dipinto di Botticelli si ispiri al momento in cui Simonetta fece il suo ingresso al porto di Firenze. L'unica immagine di Simonetta mentre era ancora in vita, poiché tutte le altre rappresentazioni della sua figura iniziano dopo la sua morte, è uno stendardo per la giostra che lei regalò a Giuliano de Medici, che forse fu il suo amante.
La storia di Simonetta, raccontata in due diverse sezioni, affronta temi come il legame con le città in cui ha vissuto e il rapporto profondo che lega la morte, la bellezza e il desiderio nell’arte e nella vita. Nella prima sezione il protagonista ricercatore, interpretato dall’attore Graziano Piazza, indaga sulla vita di Simonetta cercando di mettere insieme i frammenti della sua vita. Dov’è nata? Come è morta? Il ricercatore rappresenta il nostro sguardo che si sofferma sul volto e il corpo della Venere in un ossessionante desiderio di possesso.
Nella seconda parte vediamo sul palco una donna distrutta e malata, interpretata dall’attrice genovese Viola Graziosi. È vicina alla morte, ma non è ancora morta. Ci si interroga, attraverso il racconto folgorante della vita di Simonetta Vespucci, sul mistero e la condanna della bellezza, e il desiderio della morte come grande consolatrice. Secondo le ultime indagini basate sulla fisiognomica dei diversi ritratti che rappresentano Simonetta, la sua morte non è stata causata dalla tisi, come era stato dichiarato dai dottori della famiglia Medici, ma da un tumore alla tiroide.
«Nello spettacolo, la protagonista femminile cerca se stessa attraverso alcuni personaggi femminili: la madre, Catocchia Spinola, la sorellastra Battistina Fregoso, duchessa di Piombino, Lucrezia Tornabuoni, che era la madre di Giuliano de Medici e Lorenzo de Medici e Lucrezia Buti, madre di Filippino Lippi, che introduce il punto di vista delle modelle vere di fronte a quest’icona che invece era diventata modella suo malgrado, perché non aveva mai posato per nessun pittore», spiega Silvana Zanovello, critica teatrale, giornalista e autrice del testo.
«Quest’anno il tema del Festival dell’Eccellenza al Femminile è l’identità. Questo spettacolo è utile proprio per riappropriarci di un’identità, dell'immagine di una genovese che può diventare veramente una testimonial per la nostra città» dichiara Consuelo Barilari, direttrice artistica del Festival.
Di Ancila Mettekkatt