Genova, restaurato il barchile di piazza Marsala. Zampilli, riciclo dell'acqua e nuova illuminazione

Genova, 20/10/2022.

Un nuovo impianto di illuminazione a led a immersione, con luce bianca dal basso e proiettori per giochi di luce, per valorizzare le forme dell'antico barchile di piazza Marsala. Dalle 19 di giovedì 20 ottobre 2022 è possibile ammirare la fontana cinquecentesca completamente ripulita grazie all'intervento di restauro conservativo realizzato dalla restauratrice Amalia Sartori, seguendo le indicazioni della Soprintentenza. L'inaugurazione della fontana è alla presenza del vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, dell'assessore alle Tradizioni e Commercio Paola Bordilli, del presidente del Municipio I Centro Est Andrea Carratù e di Aster. 

Iniziato la scorsa estate, l'intervento si è reso necessario a causa della presenza di incrostazioni nel catino, di muschi in prossimità della vasca e del catino, alterazioni cromatiche della pietra. Inoltre, sono state eseguite, da parte dei tecnici di Aster, delle modifiche agli ugelli inferiori della fontana, sull'esempio di quella di piazza Colombo, per evitare la ricaduta dell'acqua in uscita sul manufatto, provocando il dilavamento del materiale lapideo. Inoltre, per consentire anche un risparmio delle risorse idriche, sono state eseguite opere di impermeabilizzazione delle vasche: la fontana è stata dotata di un impianto elettrico per il riciclo dell'acqua e un impianto a risparmio energetico per l'illuminazione. 

«Aster - osserva il Ceo Antonello Guiducci - nell'ambito delle proprie svariate competenze è orgogliosa di potersi impegnare anche sul fronte del decoro della città. Per il barchile di piazza Marsala in particolare, in vista di una politica di risparmio delle risorse idriche, la nostra azienda ha realizzato un nuovo impianto idraulico a ricircolo che modifica quello a attuale "a perdere", con relativa messa a norma dell'impianto. Nel dotare la fontana di un'alimentazione elettrica per l'impianto di ricircolo acqua, si è pensato di valorizzarla, inserendo, su staffe già presenti all'interno della vasca, dei piccoli proiettori a led a immersione, che illuminano  dal basso verso l’alto le Cariatidi e la Coppa superiore, utilizzando luce bianca che ora avvolge la struttura in un effetto non troppo uniforme, per non appiattire le forme; i proiettori possono anche avere gioco di movimento delle luci bianche, da calde a fredde secondo dei programmi prestabiliti. Infine, con la massima attenzione al risparmio energetico, sono stati utilizzati faretti a led basso voltaggio, a 21 watt ciascuno, per un consumo totale, appena superiore agli 80 watt complessivi».

Fontana di piazza Marsala: la storia

Ecco la storia della fontana (di Amalia Sartori). La sua storia inizia il 6 marzo 1536: tre scultori comaschi, Gian Giacomo e Guglielmo della Porta (padre e figlio) e Nicolò da Corte ricevono 120 scudi aurei dai padri del Comune per eseguire una fontana pubblica da collocare in piazza Nuova (l'attuale piazza Matteotti), davanti alla Chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea, oggi conosciuta come quella del Gesù. Nell’Ottocento, Santo Varni, eccellente scultore ma anche appassionato collezionista e conoscitore della storia della scultura, scopre un atto notarile che svela la storia del barchile e lo descrive come un ottagono di dieci palmi di diametro esterno, sormontato da una pila e da un basamento "con la figura sopra essa pilla de Jano" (Giano, che oggi non vediamo più sulla fontana di Piazza Marsala, ma in cima al cupolino sul pozzo di Sarzano).

La fontana di piazza Nuova rimase al suo posto per meno di un secolo: nel 1628 è smontata. Giano e il resto del barchile prendono strade diverse: il busto è dapprima collocato nella fontana di piazza Vacchero per poi giungere in Sarzano, mentre il resto della fontana è collocato davanti al complesso di San Domenico (nell'attuale piazza De Ferrari) e, dopo esser stato smontato a seguito della demolizione del convento, rimontato nel 1878 dove oggi lo vediamo, in piazza Marsala.

Oggi, il manufatto è collocato in ambiente aperto, molto inquinato dallo smog, soprattutto dagli scarichi delle automobili in mezzo a una piazza recentemente lastricata con sanpietrini. La fontana è formata da un catino superiore e i tritoni a testa in giù in marmo bianco il basamento sottostante con foglie in marmo grigio chiaro con venature e un ulteriore basamento dentro la vasca in cemento. La struttura della fontana nella parte inferiore esterna è in pietra andesite di colore grigio chiaro con all’interno altri minerali plagioclasio, pirosseno, anfibolo (orneblenda verde): una roccia molto dura. In Liguria questa roccia non è presente: è stata trasportata via terra dal Trentino Alto Adige da cui provengono anche i cubetti di porfido rossastri del pavè. L’interno della vasca è rivestito di uno strato compatto di materiale cementizio.

L'azione del vento e il percolamento dell'acqua che fuoriesce dalle bocchette ha provocato la formazione di evidenti e diffuse incrostazioni calcaree da ruscellamento e da schizzo anche di notevole spessore che interessano praticamente tutta la superficie. Il bio-deterioramento è diffuso su tutta la superficie, misto alle formazioni calcaree, si può notare una colorazione molto scura nella maggior parte delle incrostazioni (anche dovuta ai depositi di particellato atmosferico) si nota anche una colorazione rossastra alla base delle facce dei tritoni e in altre aree soggette a percolazione e infine si manifesta con più evidenza la proliferazione di muschi in prossimità della vasca e sul bordo del catino. L’acqua con alto tenore di calcio, ha ricreato depositi consistenti di calcare in tutte le zone interessate dallo scorrimento, stagnazione o schizzo dell’acqua; tanto che il marmo non era più visibile.

Il restauro delle superfici lapidee ha comportato oltre al ripetersi di tutte le operazioni di pulitura graduale, dalla spolveratura alla disinfestazione; dal risciacquo con spazzolatura ad una localizzata pulitura chimica, l’uso di attrezzature più efficaci , micro-scalpelli e vibro-incisori con l’aiuto controllato della micro-sabbiatrice per l’eliminazione meccanica del calcare, e del colore grigio ai silicati data sulla superficie in pietra della vasca in un precedente intervento di restauro.

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