Genova, 08/03/2022.
Nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi
si celebra l'8 marzo attraverso la
condivisione di dieci storie di donne genovesi.
Testimonianze di lavoratrici che ricoprono diversi ruoli in diversi
settori e che hanno saputo farsi spazio in un mondo lavorativo
improntato al maschile.
«Oggi riscopriamo il senso dell'8 marzo e parliamo di
donne e lavoro, quindi di un'occasione di fare
pari opportunità - interviene l'Assessore alle Pari
Opportunità Giorgio Viale - Per farlo, abbiamo scelto di
far parlare alcune cittadine genovesi, ognuna con
una esperienza lavorativa diversa, senza grandi nomi, proprio per
far ascoltare storie e voci che possano rappresentare al meglio
tipi di carriere e figure professionali importanti. Faccio i miei
migliori auguri a tutte le donne affinché con la
fine della pandemia si possano riscoprire tutta una serie di
attività lavorative che consentano di avere una carriera e di
sviluppare quella vita professionale che, come detto, è il modo
migliore per fare pari opportunità». Le donne presenti in
sala a Tursi sono:
- Lina Donnarumma, Diversity and
Inclusion Manager in IIT. La passione è il suo motore
principale, che la fa andare avanti unendo vita lavorativa e
privata. Nel mondo della ricerca, la presenza femminile sta
crescendo sempre di più (40%);
- Stefania Cappelli, agente di Polizia
Locale che porta la divisa con rispetto, con
l'obiettivo di infondere sicurezza e supportare dal basso tutti
i cittadini genovesi. Oggi, sempre più donne svolgono questa
professione. A livello di numeri, il Comune di Genova conta il
30% di donne all’interno degli organi della Polizia
Locale.
- Federica Bonelli, Presidente Croce
Rossa Ligure. Una donna che scopre le sue fragilità stando
a contatto con il dolore della gente, ma soprattutto lavorando
durante l'emergenza dovuta al crollo del Ponte Morandi. Un
dolore che viene condiviso con tutta la squadra, che funge da rete
di supporto e da forte mezzo per la risoluzione dei problemi.
- Laura Bancanti, imprenditrice e
titolare a Genova del La Befana, storico
negozio di giocattoli. Una donna appagata dal suo lavoro e dal
successo della sua attività a conduzione familiare. La
Befana è una tradizione che si tramanda dai tempi del nonno,
che aprì il negozio di giocattoli. Sul suo posto di lavoro non si
fanno discriminazioni e si lavora insieme. "Tuttavia, si fa
ancora una forte discriminazione di genere nei confronti dei
giocattoli regalati a bambini e bambine: per le femminucce si
predilige quello per lo più rosa, mentre per il maschietto si punta
sempre al gioco scientifico", racconta.
- Lorena Vitali. Da tutta la vita si occupa di
bellezza femminile nel suo centro estetico
Gaia Estetica e Benessere. Un punto di
ritrovo per tutte le donne che, oltre a prendersi cura di se
stesse, parlano e scaricano lo stress di tutta la giornata. Il
modo, invece, in cui si rilassa Lorena è il suo lavoro che la
appassiona e la realizza. Un sogno realizzato in un momento duro
della sua vita, in cui si è trovata con una piccola bimba da
crescere, ma senza un lavoro.
- Cristina Namiti,
Centro reclami Amt Genova. Da
tanti anni (17 per la precisione), lavora al Centro reclami.
L'intuizione, da sempre, è un punto di forza nel suo mestiere.
Ma non solo, anche gentilezza e empatia, e soprattutto arte di
ascoltare, supportare e aiutare per risolvere i problemi.
- Rita Bencivenga,
Formazione Accademica
Internazionale. Attualmente studia con l'Università i
modi per promuovere uguaglianza e diversità. Due concetti che
sembrano contrapporsi, ma che in realtà sono necessari e non così
lontani. Istituzioni come l'Università, storicamente, si sono
evolute grazie a una componente maschile, e in questo senso di
passi avanti se ne sono fatti. Ciò che ora urge fare è cambiare la
mentalità di certi corsi di studio, che vengono ancora visti come
maschili.
- Maria Grazia della Casa, coach per il
lavoro. I professionisti si rivolgono a lei per migliorare
la propria performance e lei trova la sua felicità proprio nella
sua professione. Nella sua vita lavorativa, si è trovata in prima
battuta a dovere consigliare donne lavoratrici, finché la tendenza
non è cambiata e la sua clientela si è arricchita di uomini, con
problematiche ovviamente diverse da quelle femminili.
- Monica Rinaldi, imprenditrice e titolare della
Casa della Carta, nel Centro
Storico di Genova. Per lei, la carta è il mezzo
d'espressione per eccellenza, in quanto versatile. Da sempre
sognava di aprire un negozio tutto suo, sebbene sia stato difficile
entrare nei cuori dei clienti genovesi. Ora si è allargata fuori
dal centro storico, per combattere la crisi dei commercianti dovuta
al Covid.
- Federica Dano, titolare del ristorante
C'era una volta, vincitore di
Quattro Ristoranti di Alessandro Borghese. Fin da
piccola gioca cucina con la nonna, e già dall'età verde sapeva
che quella sarebbe stata la sua strada. All'interno della sua
attività lavorano per lo più donne, sebbene il campo culinario, per
lo più per un fattore culturale, sia prettamente maschile.
Presente all'iniziativa anche l'assessore al Commercio
Paola Bordilli, che ha aggiunto che «la giornata
odierna è un bel momento per raccontarsi e per raccontare come si
vive in quanto donna e in relazione all’attività che viene svolta:
raccontare e raccontarsi è un modo per alimentare una cultura
solidale tra noi. Fare squadra è fondamentale ed è fondamentale
ricordarlo anche oggi che è l’otto marzo. Le nuove generazioni
devono avere chiaro cosa vuol dire parità e il rispetto della donna
deve essere un concetto fondamentale. Per questo non devono esserci
battaglie uomo-donna, ma una battaglia comune e questo messaggio
deve passare forte e chiaro: non solo l’otto marzo, ogni otto del
mese dovremmo fare eventi del genere».
Di Silvia Frattini