Genova, 15/09/2021.
Da piazza De Ferrari, percorrendo via XXV Aprile a scendere, si arriva a AR via Luccoli.
Quando entro nel negozio, le ragazze stanno allestendo le
vetrine con i capi autunnali e prezzando i nuovi arrivi sotto lo
sguardo attento di Emanuela Schiaffino, per tutti
i clienti la Manu. Si presenta così anche con me prima di
accomodarci a bere un caffè in una caffetteria dove possa
raccontarmi la sua storia.
«Scusa» mi dice sedendosi «mi metto qua così vedo l'entrata del
negozio e se una delle ragazze ha bisogno può chiamarmi». Mi
racconterà più avanti quanto sia importante per lei e la sua
ttività il lavoro di squadra.
Attenzione al dettaglio e voglia di distinguersi attraverso un
abbigliamento esclusivo è ciò che caratterizza
AR Boutique dal 1980, quando ancora il negozio si trovava
in Corso Buenos Aires. Si sposta nel 1997 in via Luccoli, nel cuore
pulsante dei vicoli genovesi, in una zona di passaggio sia per la
popolazione di Genova che per i turisti.
Manu tiene particolarmente alla cura del
cliente, lo mette a suo agio fino a diventare una figura
amica dispensatrice di consigli di stile, visto che da AR
Boutique puoi cambiare i tuoi outfit da capo a piedi. E non lo
dico tanto per dire, letteralmente all'interno dei 20 metri
quadrati AR vialuccoli è possibile creare un
outfit completo, dalle scarpe alle borse alla cintura,
dalla camicia liberty al jeans personalizzato.
«I pezzi all'interno della boutique cambiano più o meno ogni
due settimane. Ricerco sempre capi originali e di
tendenza che possano mantenere intatto lo stile che più mi
appartiene - mi spiega - Per questo motivo mi muovo coninuamente
tra Toscana, Veneto e Lombardia, per cercare
ispirazione e prodotti di qualità da importare a Genova. Mi piace
l'idea di poter essere un po' come il
bezagnin (fruttivendolo in dialetto genovese): in grado di
consigliarti le cose migliori che si hanno a seconda del giorno che
è».
La boutique, pensandoci, è un concetto esclusivo, quasi
di nicchia se vogliamo. Eppure Emanuela è stata costretta dalla
crisi pandemica a rinnovarsi e deve molto alla generazione Z,
quella dei suoi figli, che l'hanno spinta a lavorare sui
social
network dove ha ottenuto grandi risultati.
«Sono stata fortunata, perché vendendo anche abbigliamento per
bambino, i giorni effettivi di quarantena per me sono stati una
ventina. Ho potuto lavorare come ho sempre fatto, ma con
l'aiuto dei social network le vendite sono decollate
anche in un periodo così difficile. Siamo riusciti addirittura ad
arrivare oltre oceano coi nostri capi. Sicuramente senza
l'aiuto e il supporto dei mie figli non l'avrei mai
fatto».
Di Silvia Frattini