D’Annunzio, la storia del Vittoriale degli Italiani in un libro: nel centenario, ecco L'incantevole sogno

Il Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera Cerca sulla mappa

Brescia, 07/05/2021.

La casa si trasforma. La pace è perfetta. Bisogna proteggerla: con queste parole scritte in una lettera a Tom Antongini, suo segretario da molti anni, Gabriele D’Annunzio parla del Vittoriale. È il 1921 quando D’Annunzio, dopo le imprese di Fiume, sceglie come sua nuova casa, innamorandosene, questa dimora di pace immersa nel verde: una villa di origini settecentesche posta in località Cargnacco (contrada di Gardone Riviera), affacciata sul Lago di Garda e appartenuta a Henry Thode, illustre studioso d’arte tedesco cui era stata sequestrata dal Governo italiano come risarcimento dei danni di guerra. La villa verrà trasformata dal poeta, insieme all’architetto Giancarlo Maroni, nella sua ultima e grandiosa opera d’arte.

Chiedo a te la ossatura architettonica, scrisse il Vate a Maroni, ma mi riservo l’addobbo - da tappezziere incomparabile. Desidero di inventare i luoghi dove vivo. E così inizia la storia di questa casa, divenuta negli anni un punto di riferimento della cultura italiana. Ora, a 100 anni dalla nascita del Vittoriale degli Italiani, per la prima volta un libro ripercorre integralmente la storia di questo luogo iconico.

Il libro in questione si intitola Cento anni di storia del Vittoriale degli Italiani: l’incantevole sogno ed è un racconto, curato da Valentina Raimondo, sviluppato in due parti. La prima dedicata agli anni in cui la villa e i suoi dintorni sono trasformati dagli interventi del Vate; la seconda con la storia della Fondazione del Vittoriale degli Italiani che ha tutelato nel corso del tempo il complesso monumentale, istituita per volontà dello stesso D’Annunzio nel 1937.

Proprio all’attuale presidente, Giordano Bruno Guerri, si deve il saggio introduttivo al libro: una sottile analisi della controversa figura del Vate, che si fonde e incrocia a quella della sua ultima dimora, condotta attraverso l’esperienza di oltre dieci anni di operato che, con il progetto rinominato Riconquista, hanno riportato il Vittoriale ai suoi splendori originari.

Valentina Raimondo, assegnista di ricerca presso l'Università degli studi di Bergamo, è una studiosa di arte italiana del XX secolo con una particolare attenzione per la scultura. Ha collaborato con gli Archivi Guttuso, l’Archivio Severini Franchina, la Fondazione Helenita e Aligi Sassu e la Fondazione Giorgio Cini. Ha studiato i rapporti fra Gabriele D’Annunzio e alcuni degli artisti che hanno lavorato per lui, pubblicando saggi su Guido Marussig e Adolfo De Carolis. Di quest’ultimo ha curato il carteggio con il Vate.

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