Lotta alla plastica monouso: facciamo il punto sulla Direttiva SUP

Magazine, 22/11/2022.

Oltre l'80% dei rifiuti marini è costituito da plastica e causa danni gravissimi alla flora, alla fauna marina e agli uccelli. Inoltre, il degrado dei rifiuti plastici provocato dall’azione degli agenti atmosferici crea le microplastiche, minuscoli frammenti di plastica che finiscono nell’ambiente e nella catena alimentare con un rischio anche per la salute oltre che un enorme danno ambientale.

Con lo scopo di ridurre l’immissione sul mercato dei prodotti monouso e in particolare di quelli in materia plastica considerati la più grande fonte d’inquinamento dei litorali e dei mari, il 2 luglio 2019 è entrata in vigore la Direttiva SUP (Single Plastic Use), la normativa europea che vieta l’utilizzo della plastica monouso per contrastare l’inquinamento ambientale e compiere un ulteriore passo verso un’economia circolare.

In Italia la direttiva comunitaria è diventata operativa dal 14 gennaio 2022, con il recepimento della norma UE attraverso il D.Lgs. 196/2021. Nel recepimento italiano della direttiva sono state introdotte delle modifiche rispetto al testo europeo in merito alla definizione di prodotto monouso in base alla composizione.

Cosa prevede esattamente la direttiva UE 904/2019

La normativa comunitaria e il suo recepimento italiano introducono forti restrizioni all’uso della plastica monouso, con alcune differenze tra la direttiva europea e la legge entrata in vigore nel nostro paese: il provvedimento italiano esclude dalla definizione di plastica monouso i polimeri naturali non modificati chimicamente. Inoltre, la normativa nazionale include anche i bicchieri e le tazze per le bevande tra gli obiettivi di riduzione degli oggetti in plastica monouso, determinando i target da raggiungere entro il 2026 attraverso il sostegno dei produttori nella modifica dei cicli di produzione e l’individuazione di alternative a minor impatto ambientale.

Sia la direttiva europea che la normativa italiana confermano il divieto alla commercializzazione di alcuni oggetti in plastica monouso, tra cui agitatori di bevande, bacchette e posate, recipienti in polistirene espanso, bastoncini cotonati, aste dei palloncini e oggetti in plastica oxo-degradabile.

La direttiva SUP indica anche nuovi criteri di marcatura dei prodotti in plastica monouso, con l’obbligo di etichette che informino i consumatori della presenza di plastica, dei metodi di corretto smaltimento di questo tipo di rifiuti e dell’impatto ambientale della loro dispersione o di pratiche errate di smaltimento.

Fonte: "Cosa prevede la Direttiva SUP" a cura di magazine.lyreco.it.

Le alternative disponibili ai prodotti in plastica monouso

La direttiva SUP, insieme ai vari recepimenti nazionali degli Stati membri dell’Unione Europea, è finalizzata alla riduzione dell’inquinamento dato dalla plastica e alla promozione di soluzioni circolarida adottare in ogni contesto, dal singolo consumatore a tutti gli ambienti di lavoro.

L’obiettivo è sostituire i prodotti in plastica monouso con delle alternative più virtuose, oltre a incentivare una maggiore efficienza nella raccolta dei rifiuti plastici per evitare che inquinino i mari e le spiagge, ambienti vulnerabili e già altamente compromessi dalla presenza dei polimeri plastici.

Tra gli obiettivi previsti dalla direttiva europea c’è la realizzazione di bottiglie di plastica costituite per il 25% da materiale riciclato entro il 2025, arrivando al 30% entro il 2030. Allo stesso tempo, la normativa comunitaria mira a promuovere la commercializzazione di prodotti alternativi agli oggetti in plastica monouso, con un impatto ridotto sull’ambiente.

Tra le soluzioni disponibili ci sono ad esempio tazze e bicchieri in fibra biodegradabile, posate in legno, cannucce in carta e piatti cartonati compostabili. Negli ambienti di lavoro, oltre a questi prodotti, è possibile contribuire con alcuni comportamenti eco-friendly, come l’adozione di zaini porta pc realizzati con materiali riciclati, blocchi e risme in carta certificata o il corretto smaltimento dei rifiuti.

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