Isole Canarie. Le meno turistiche Fuerteventura e Lanzarote

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Magazine, 07/04/2021.

In queste ultime settimane le Isole Canarie sono state spesso al centro di numerosi articoli per il grande numero di italiani che, in base alle normative anti Covid presenti sul territorio italiano, le hanno scelte come meta delle loro vacanze di primavera, essendo raggiungibili in aereo da Milano con un volo di circa 4 ore.

Le Canarie sono un arcipelago di sette isole maggiori e altre isolette minori, tutte di origine vulcanica, situate nell'oceano Atlantico al largo dell'Africa nord-occidentale, e formano una comunità autonoma della Spagna. Le isole più grandi e conosciute  sono Tenerife, Fuerteventura, Gran Canaria e Lanzarote, seguite da La Palma, La Gomera e El Hierro .

Le isole godono di un clima molto mite durante tutto l'anno e trovandosi in pieno Oceano Atlantico la temperatura dell'acqua raggiunge i 18 °C nei mesi di gennaio-febbraio per poi aumentare fino ai 28 °C nei mesi di luglio-agosto-settembre.

Oggi vi parliamo di due di queste isole: Fuerteventura e Lanzarote.

Fuerteventura

Rispetto alle sorelle più turistiche, come Tenerife e Gran Canaria, Fuerteventura è un’oasi di pace e calma, ideale che per chi cerca un luogo di vacanza in cui i protagonisti sono il mare, il sole, la natura e la gastronomia eccellente. 

Una delle caratteristiche naturali dell’isola sono le dune di Corralejo. Le dune si trovano all’interno del Parco Naturale di Corralejo, nella zona nord orientale dell’isola di Fuerteventura. L’area, lunga circa 10 km è attraversata da una delle strade principali dell’isola ed è quindi facilmente raggiungibile. Basta inoltrarsi anche per poche centinaia di metri tra la sabbia ed avrete la stessa incredibile sensazione di trovarvi in un deserto nord-africano. Scalate le dune o lasciatevi rotolare lungo le chine sabbiose, oppure restate seduti in contemplazione di questo incredibile panorama a respirare l’aria dell’oceano.

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Sempre all’interno del Parco , a nord rispetto alle dune e poco distanti dal villaggio di Corralejo, troverete le enormi spiagge di Grandes Playas. Si tratta di spiagge lunghe circa 3,5 km e larghe fino a 60 mt, in cui le acque turchesi accarezzano una costa coperta da sabbia bianca, formata dall’erosione millenaria delle conchiglie marine.Sebbene siano situate in una zona molto turistica, di solito non risultano molto affollate. Il grande spazio a disposizione e le onde non troppo alte rendono queste spiagge uno dei luoghi preferiti dalle famiglie con i bambini. Inoltre i panorami di Lanzarote e dell’isola di Lobos che si godono dalla costa sono davvero suggestivi, così come il colpo d’occhio sulle decine di kitsurf che attraversano il cielo intrecciandosi sulla cresta delle onde.

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Sul lato opposto del Parco di Corralejo, sempre nel nord dell’isola ma ad ovest, potete visitare il classico villaggio di pescatori in stile canario, con le case biancheche sembra essersi fermato nel tempo: El Cotillo. Questo paesino ospita anche alcune delle spiagge più belle dell’isola. Qui la sabbia è bianchissima e ci sono sia tratti di costa aperta lunghissima che piccole baie con l’acqua turchese. Tra queste ultime la spiaggia de La Concha - la conchiglia - detta così per la sua forma. Una caratteristica di queste spiagge sono i corralitos: piccoli muretti circolari di pietra vulcanica costruiti come protezione dal vento. A poca distanza da La Concha, svetta il faro a righe bianche e rosse de El Toston.

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Per raggiungere la cittadina di Antigua, vale la pena attraversare il cuore dell’isola con il suo paesaggio brullo e rossastro, punteggiato da mulini a vento, che si stagliano sulla pianura e le cui pale sono mosse dal leggero soffio dei venti alisei. Il villaggio conserva i resti di un passato di splendore, con un’architettura  di alto valore storico e artistico: il Museo Mulino di Antigua, ,case popolari e  tenute delle classi agiate, come la Casona del Portón.

Lanzarote

Iniziamo con una curiosità: Lanzarote deve il suo nome a Lanzerotto Malocello, il navigatore di Varazze (Savona) che per primo la scoprì nel 1312. La fisionomia attuale dell’isola è dovuta all’eruzione del vulcano Timanfaya, avvenuta nel settembre del 1730, dopo un lungo periodo segnato da terremoti più o meno forti e altri inequivocabili segnali. In sei anni circa un terzo dell'isola viene sconvolta e stravolta nella sua geografia da lava, cenere, lapilli e crateri aperti improvvisamente su paesi.

La principale attrattiva turistica dell'isola è appunto il Parco nazionale Timanfaya, situato nella parte occidentale e caratterizzato dal paesaggio vulcanico. Lanzarote è stata nominata riserva della biosfera dall'UNESCO, grazie anche all'impegno dell'architetto locale César Manrique, che vi ha abitato per alcuni decenni. 

Parco nazionale Timanfaya

In questo parco si innalzano i vulcani protagonisti delle eruzioni più importanti e che vengono chiamati Montañas del Fuego. L’accesso è consentito soltanto a piedi, lungo un percorso obbligato, oppure con i bus autorizzati. Attraversando il parco avrete la sensazione di un posto misterioso e unico, un salto indietro nel tempo alle origini della Terra.

Vi verranno mostrate zone dove il sottosuolo presenta una temperatura di 140ºC a soli 10 cm di profondità e dove potrete assistere ad alcuni esperimenti geotermici come i geyser artificiali generati dall’acqua fredda gettata in dei tubi nel terreno o rami di legno che prendono fuoco in pochi istanti.

Sempre all’interno del parco,  l’artista César Manrique creò il Ristorante El Diablo che dispone di un forno naturale che si nutre del calore proveniente dalle viscere della montagna e dove vengono cucinati la maggior parte dei piatti offerti.

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Casa Museo e Fondazione Manrique

La casa museo Manrique, dove ha sede anche l’omonima Fondazione, è una singolare e spettacolare dimora costruita dall’artista quando decise di stabilirsi definitivamente a Lanzarote. Ubicata nel mezzo di una colata di lava, originata dalle grandi eruzioni che colpirono l’isola tra il 1730 e il 1736, fu progettata in una fusione tra il vulcano e l’architettura.

Il piano superiore è ispirato all’architettura tradizionale di Lanzarote, con l’inserimento di elementi funzionali moderni come le ampie vetrate. Al piano inferiore, la dimora sfrutta cinque bolle vulcaniche naturali, in comunicazione tra loro attraverso dei tunnel scavati nella lava, dove Manrique ha dato vita ad un luogo abitabile sorprendente ed iconico.

Nei giardini che circondano la casa, si combinano i contrasti affascinanti del nero della lava, la cenere vulcanica e i diaframmi creati con  alberi da frutta e altre piante.

Il Mirador del Rio

È una delle creazioni architettoniche più rappresentative di César Manrique. Situato nelle vicinanze dei resti di un vecchio complesso militare, il Mirador si nasconde nella roccia e dona una vista sulla striscia di mare che separa Lanzarote da Graciosa. L'edificio è appena percettibile dall’esterno, perfettamente integrato nella natura, ma all'interno troverete due grandissime vetrate ,  gli occhi del Mirador, d cui godere di un’imperdibile vista panoramica. 

Giardino dei Cactus

È stato l’ultimo grande intervento di César Manrique a Lanzarote. Circondato dalla più grande piantagione di cactus sull’isola, il Jardin de Cactus ospita circa 4.500 esemplari di centinaia di specie di cactus provenienti dai cinque continenti. Il verde delle piante in contrasto con l’azzurro del cielo e il nero del vulcano creano un’esplosione di colori in un paesaggio  incontaminato, dove gli unici rumori sono quelli della natura.

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Cueva de los Verdes

La Cueva de los Verdes è una delle meraviglie nascoste nelle viscere di Lanzarote. Durante i secoli passati era usata come nascondiglio dalla popolazione locali in occasione degli attacchi dei pirati provenienti dal Nord Africa. È poi diventata un interessante sito per studiosi e scienziati europei, affascinati da questa formazione vulcanica unica. La gamma cromatica di colori che spazia tra ocra, grigio, nero e rosso in questa grotta contribuisce alla creazione di  paesaggi grotteschi e strutture rocciose spettacolari.

Jameos del Agua

Il Jameos del Agua è uno spazio naturale trasformato da Manrique in centro artistico, culturale e turistico. La parola jameo è di origine aborigena e si riferisce ad un foro che si produce a causa del crollo del tetto di un tunnel di lava. 

Il Jameos del Agua è molto importante dal punto di vista ecologico, poiché ospita una specie di granchio unica detta granchio cieco, lungo circa un centimetro, bianco e cieco. I granchi ciechi sono molto sensibili ai cambiamenti che avvengono nella laguna alimentata dall’acqua di mare e sono molto sensibili alla ruggine, che può ucciderli: per questo motivo è proibito gettare monete nell’acqua.

Tramite una scalinata in pietra si arriva fino alla prima grotta, trasformata da Manrique in un insolito bar/ristorante con vista su un piccolo lago di acqua cristallina – proveniente dall’Oceano Atlantico – che  ospita i granchi ciechi, diventati oggi il simbolo del Jameos del Agua. Lungo uno stretto sentiero che lo costeggia,  si attraversa il lago e si arriva al Jameo Grande, sbucando all’improvviso in un’enorme spazio  rivestito di piante tropicali e con una  piscina di acqua cristallina e turchese. Attenzione però, non si può usare perché il nuoto è proibito. Solo al Re di Spagna è permesso nuotare qui. 

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La Geria

La Geria occupa un’estesa zona al centro di Lanzarote, coperta in parte dalla lava delle eruzioni avvenute negli anni 1730-1736 e sulla quale è possibile vedere alcuni coni vulcanici di diverse altezze. Attraversando questi terreni potrete vedere dei particolarissimi vigneti che sfruttano i lapilli vulcanici per mantenere l’umidità. Il termine geria indica una  buca conica scavata nella ghiaia vulcanica e bordata di rocce. La forma a imbuto permette di trattenere la poca acqua disponibile in quest’area, mentre le pietre laviche disposte a mezzaluna lungo il bordo riparano le piante dai venti. È un  metodo tradizionale molto  antico sviluppato dalla cultura e dall'esperienza degli abitanti dell’isola. Lungo il cammino troverete anche  alcune cantine dove assaporare il vino della zona.

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Di Cristina Torriano

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