Premio Strega 2020 a Sandro Veronesi con Il Colibrì: la trama del libro vincitore

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Magazine, 03/07/2020.

Sandro Veronesi è il vincitore del Premio Strega 2020 con il romanzo Il colibrì (La nave di Teseo). Il prestigioso premio letterario, giunto quest'anno all'edizione numero 74, è stato assegnato nella tarda serata di giovedì 2 luglio a Roma, a Villa Giulia: con 200 voti Il colibrì di Veronesi ha prevalso su La misura del tempo di Gianrico Carofiglio (Einaudi, 132 voti) e Almarina di Valeria Parrella (Einaudi, 86 voti). Fuori dal podio Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari (Feltrinelli, 70 voti), Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli (Mondadori, 67 voti). A chiudere la classifica del Premio Strega 2020 è infine Jonathan Bazzi con Febbre (Fandango Libri, 50 voti).

Per Sandro Veronesi (Firenze, 1959) è la seconda vittoria del Premio Strega: lo aveva già vinto nel 2006 con Caos Calmo. In questo modo lo scrittore toscano eguaglia Paolo Volponi, l'unico finora che aveva ottenuto per due volte la vittoria del Premio Strega, nel 1965 con La macchina mondiale e nel 1991 con La strada per Roma. Il colibrì di Veronesi rappresenta invece il primo trionfo della casa editrice La nave di Teseo, fondata nel 2015 da un gruppo di personalità chiave di Bompiani, tra cui Umberto Eco, Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose ed Eugenio Lio.

Ma di cosa parla Il colibrì di Sandro Veronesi, il romanzo vincitore del Premio Strega 2020? Di seguito riportiamo la trama del libro, così come riportata sul sito della casa editrice La nave di Teseo.

Il colibrì: la trama del libro di Sandro Veronesi

Marco Carrera è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta  perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno al colibrì, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta. Un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni Settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo.

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