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Torino - Don Giovanni, andato in scena a Praga nel 1787, è l’unico titolo mozartiano per la scena ad avere goduto di un’ininterrotta fortuna, suscitando l’entusiasmo di Goethe come di Byron, di Kierkegaard, che pone quest’opera alla base di un capitolo significativo della sua riflessione etica e filosofica, di Rossini come di Hoffmann, che scrisse un magnifico racconto d’omaggio, in cui immagina la visita dei personaggi nel suo palco.
Torino - Il libretto di Lorenzo Da Ponte reca in sé, d’altra parte, anche l’impronta di Casanova, che fu amico dello scrittore veneto e che dialoga, in un certo senso, con la classica figura del libertino punito. Il seduttore è simbolo come l’autore dei Mémoires –secondo l’ormai classica lettura di Giovanni Macchia – dell’ancien régime che tramontava. Egli ha in sé anche i semi della potenza distruttrice e salvifica dell’eros, tema ricorrente della produzione mozartiana matura. La scomparsa di Don Giovanni lascia infatti i personaggi bloccati, come mostrava la fine intuizione di Joseph Losey al termine del suo film-opera, e le loro azioni sono ineluttabilmente a lui riferite. Il sublime polistilismo del lavoro è sospeso tra dimensione buffa e tragedia (sempre Da Ponte evoca, parlando della redazione del plot, per cui aveva tratto ispirazione dal libretto di Giovanni Bertati per Don Giovanni, o sia Il convitato di pietra di Giuseppe Gazzaniga, una dimensione da Inferno dantesco) fino alla conclusione; tante perplessità essa suscitò soprattutto in ambito tedesco, dove illustri personalità, da Mahler ad Adorno, avrebbero voluto imporre il taglio dell’ultima scena.
Torino - Oggi risalta nella sua necessità che spezza la morality play dell’ateista fulminato, tanto amata dai religiosi che ne fecero per secoli un loro cavallo di battaglia, a partire da uno dei più autorevoli prototipi, El burlador de Sevilladi Tirso de Molina, rinunciando alla “morale” a favore di un’accettazione del ritmo dell’esistenza nella sua complessità, in cui la favola perfetta si scioglie nel ritmo della “antichissima canzon” finale.
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Personaggi e Interpreti
Don Giovanni, giovane cavaliere estremamente licenzioso baritono: Carlos Álvarez
Donna Anna, figlia del Commendatore soprano: Erika Grimaldi
Donna Elvira, dama di Burgos, abbandonata da Don Giovanni soprano: Carmela Remigio
Don Ottavio, promesso sposo di Donna Anna tenore: Juan Francisco Gatell
Leporello, servo di Don Giovanni basso Mirco Palazzi
Zerlina, contadina soprano Rocío Ignacio
Masetto, promesso sposo di Zerlina, contadino baritono Fabio Maria Capitanucci
Il Commendatore basso Gianluca Buratto
Direttore d'orchestra Daniele Rustioni
Regia Michele Placido
ripresa da Vittorio Borrelli
Scene e costumi Maurizio Balò
Luci Andrea Anfossi
Maestro del coro Andrea Secchi
Orchestra e Coro del Teatro Regio. Allestimento Teatro Regio
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