C’è stato un tempo in cui le imprese sulle Alpi e sulle montagne più alte del mondo erano un argomento da prima pagina sui quotidiani nazionali.
In Italia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, nessuno fu più popolare, discusso, contestato e amato di Walter Bonatti.
Aprì strade che nessuno aveva mai osato, suscitò invidie e rancori. Dal K2 al Karakorum, la montagna più pericolosa del mondo, passando per il Freney, il Monte Bianco, in cordata con altri o in solitaria il nome di Bonatti coincide con la storia dell’alpinismo.