Le legge di Lidia Poët: Matilda De Angelis è una donna che combatte tra gli scorci di una Torino affascinante

Torino, 17/02/2023.

Torino, 1883, le strade del centro brulicanti di dame e gentiluomini a passeggio, tra viali alberati e piazze signorili. Non poteva che essere questo il set per Le legge di Lidia Poët, la nuova serie targata Netflix che racconta la storia dell'omonima avvocata torinese che, per prima in Italia, entrò a far parte dell'Ordine degli Avvocati, e che viene ricordata per l'enorme contributo al diritto penitenziario e  per le lotte sul diritto di voto delle donne.

La protagonista è Matilda De Angelis, attrice e cantante originaria di Bologna, che vanta nella sua carriera numerose apparizioni, distribuite tra cinema e serie tv, tra cui spiccano il suo ruolo in The Undoing, a fianco di Nicole Kidman e Hugh Grant e la candidatura a premi prestigiosi come il David di Donatello e l'onore di essere co conduttrice al Festival di Sanremo 2021.

Fasciata in sontuosi abiti vittoriani di broccato, make up leggero ma incisivo, De Angelis impersona Lidia Poët, portando sullo schermo la grinta, la tenacia e i sogni di una femminista. Il periodo storico è quello della fine dell'Ottocento, in cui molto di quello che per noi oggi è usuale prendeva forma: la medicina, con i primi passi nella moderna psichiatria, le comunicazioni con i primi telefoni, le lotte di classe con i moti operai e le lotte per l'emancipazione femminile. Tutto questo tra la bellezza dello stile Art Nouveau, che a Torino faceva sfoggio di sé nelle architetture e negli elementi decorativi dei palazzi. Antico e contemporaneo si mescolano, grazie ad un sapiente lavoro di scelta dei pezzi per una colonna sonora dalle sonorità a tratti cupe, che vanta anche un brano di Thom Yorke, leader dei Radiohead.

Lidia Poët è una donna che lotta contro il sistema, che vede le donne relegate in posizioni subalterne, ma che stanno per spiccare il volo, richiedendo a gran voce i diritti al voto, allo studio e alla propria realizzazione. Lidia è laureata in Legge, regolarmente iscritta all'Ordine degli Avvocati di Torino, istituzione che però non ritiene valida la sua iscrizione, in quanto donna, e le impedisce di poter esercitare il proprio lavoro. Le motivazioni attingono da un calderone di pregiudizi che oggi farebbe accaponare la pelle: si va dall'eccessiva emotività femminile, alla poca credibilità di una toga indossata sopra abiti ritenuti frivoli.

La riadiazione dall'albo è la scintilla che da vita alle storie della serie Le legge di Lidia Poët che, da questo momento, si sviluppa come una vera e propria crime story made in Torino. Alle vicende che si susseguono nei sei episodi, tra delitti e omicidi all'ombra della Mole ancora in costruzione e sotto lo sguardo austero di Palazzo Carignano, fa da sfondo il ménage domestico della famiglia Poët, che vede protagonisti Lidia e il fratello Enrico, anche lui avvocato, interpretato dall'attore alessandrino Pier Luigi Pasino. Enrico è il tipico padre burbero ma di buon cuore, che si destreggia goffamente tra Teresa, una moglie ossessionata dall'ingresso in società della figlia Marianna e perennemente preoccupato per le sorti di una sorella che fa di testa sua, ma che ama e sostiene. In tutto questo si aggiunge un cognato, Jacopo, affascinante giornalista della Gazzetta Piemontese, che nasconde un passato ricco di misteri e intrighi.

Dopo la radiazione dall'albo, Lidia si accontenta di diventare assistente legale del fratello, ma si prepara a fare ricorso, per riprendersi quello che è suo di diritto, ossia la possibilità di essere considerata a tutti gli effetti un'avvocata

Trovandoci alla fine dell'Ottocento non mancano le sedute spiritche, di gran moda a quei tempi per via dell'ossessione delle classi più ricche per lo Spiritismo e le storie d'amore, con qualche scena piccante, nei bordelli dei bassifondi di Torino, ma anche nelle stanze di Lidia. In questo Lidia si dimostra anticipatrice dei tempi, poiché intrattiene una storia di amicizia con qualche benefit in più con il commerciante giramondo Andrea Caracciolo e difende un altro importante diritto, ossia quello al piacere femminile, slegato dal concetto di amore.

Amore e carriera sono due argomenti che si intrecciano in una Torino moderna e cosmopolita, collegata a stretto contatto con Parigi, la Francia e l'Europa. Già a quei tempi, però,  si presentava un problema che ritroviamo spesso anche nel ventunesimo secolo: è meglio rimanere in Italia oppure cercare fortuna altrove? Lidia infatti deve decidere se restare a Torino, oppure lasciare la famiglia e il suo vero amore, per emigrare negli Stati Uniti, dove le donne erano allora più emancipate.

Nelle scene finali la risposta non è così scontata. Sarà forse in preparazione una seconda stagione?

Di Paola Popa

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