Torino, 12/10/2021.
Sarà un weekend all'insegna della bellezza e della cultura. Sabato 16 e domenica 17 ottobre infatti, torna l'atteso appuntamento con la cultura e le bellezze in Italia in occasione della decima edizione delle Giornate Fai d'Autunno. Anche quest'anno le Giornate Fai d'Autunno portano i visitatori in tutta Italia in oltre 600 luoghi solitamente inacessibili o poco noti e da valorizzare.
Tra i luoghi aperti sono diversi anche quelli a Torino e in Piemonte, tra castelli, palazzi, ville, palazzi, borghi e luoghi naturalistici. La prenotazione online è consigliata perché i posti sono limitati. Tutti i visitatori possono sostenere il Fai con un contributo suggerito a partire da 3 euro e possono anche iscriversi al Fai on line oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento.
L'accesso è possibile solo alle persone in possesso del Green Pass. La certificazione verde è richiesta anche per l'ingresso ai luoghi di carattere naturalistico.
TORINO
Scuola di Applicazione
Apertura: sabato
16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17
Durante le Giornate
d’Autunno 2021 si potrà visitare eccezionalmente Palazzo Arsenale,
sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione
dell'Esercito, di solito chiuso in quanto luogo militare. Unica
testimonianza del complesso del Regio Arsenale, edificato nella
prima metà del Settecento su progetto di Filippo Juvarra per
ospitare dal 1783 le Regie Scuole di Artiglieria e Fortificazione,
il palazzo, tra i più imponenti di Torino, è caratterizzato da
forme grandiose e profilo regolare: un fabbricato quadrangolare di
tre piani e otto padiglioni che poggia su strutture binate,
decorato da finestre rettangolari e quadrate, sollevato dal
porticato, ornato da una torre barocca e uno scalone a doppia
rampa. L'istituto provvede alla formazione degli ufficiali
dell'Esercito e, con circa 1.000 ufficiali frequentatori, circa
100 studenti civili, 118 professori universitari e 30 docenti
militari, rappresenta uno dei poli didattici di eccellenza nel
panorama italiano e internazionale. La scuola vanta con orgoglio
l'eredità dei grandi personaggi che l'hanno frequentata:
illustri intellettuali e scienziati, come Lagrange, grandi politici
come Cavour e Menabrea e generali che fecero la storia
d'Italia, da Lamarmora a Cadorna a Diaz e Badoglio. Tra gli
spazi che si potranno scoprire durante la visita ci saranno il
salone delle armi, la biblioteca, la cappella e lo splendido
cortile d’onore, lungo 66 metri, restaurato e valorizzato nel 2021
grazie al rifacimento della pavimentazione, riproposta in pietra di
Luserna, e alla nuova illuminazione a LED delle facciate
interne.
Polo teologico – Palazzo del Seminario Metropolitano di
Torino
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore
10 alle 17
Aprirà al pubblico il Palazzo del Seminario
Metropolitano, oggi sede del Polo Teologico Torinese, fondazione
nata nel 2013 dall’unione di tre realtà profondamente collegate: il
Ciclo Istituzionale della Sezione parallela di Torino della Facoltà
Teologica dell’Italia Settentrionale, università della Chiesa
cattolica la cui sede è a Milano; l’Istituto Superiore di Scienze
Religiose; la Biblioteca del Seminario Metropolitano. L’edificio è
un grande complesso barocco costruito a partire dal 1711 per volere
del rettore Pietro Costa e progettato da Pietro Paolo Cerutti, cui
si devono il disegno del portale e delle ali di levante e di
mezzanotte e da Carlo Ceroni per l’ala meridionale. Il palazzo è
quasi sconosciuto al pubblico e l'attività svolta è nota
perlopiù a coloro che intendono insegnare religione o assumere
responsabilità pastorali specializzate. Durante le visite
straordinarie delle Giornate d’Autunno 2021 si potranno scoprire il
grandioso chiostro a doppio ordine, l’Aula Magna, dalle preziose
sovraporte e la Cappella dell’Immacolata Concezione, completata nel
1774 e ampliata nel 1793, che custodisce numerose opere di autori
vissuti tra l’inizio del Seicento e la metà dell’Ottocento e attivi
in residenze sabaude e chiese piemontesi: dalle porte della
sacrestia dipinte da Vittorio Amedeo Cignaroli, attivo per la corte
sabauda alla Venaria, Stupinigi e Moncalieri, considerate suoi
capolavori giovanili, alla statua dell’Immacolata Concezione
eseguita dallo scultore toscano Giovanni Domenico Olivieri,
presente a Torino tra il 1730 e il 1740; dalla volta della cappella
affrescata dal modenese Giovanni Battista Alberoni, che tra il 1744
e il 1761 ebbe come committenti i Savoia per lavori nella palazzina
di caccia di Stupinigi e nella reggia di Venaria; dai gradini
lignei dell’altare maggiore, scolpiti nel 1766 dal piemontese
Stefano Maria Clemente fino all’organo del celebre Francesco
Concone. Infine, del monaco camaldolese di Orvieto, Gregorio
Cartaro, in Piemonte all’inizio del Seicento, è il notevole
ritratto del beato Ascanio da Ceva. Il percorso toccherà anche la
Biblioteca, la più grande del Piemonte tra quelle ecclesiastiche,
da sempre accessibile al pubblico, con la Sala Monumentale di
Lettura.
Gran Loggia d’Italia degli Alam Regione Piemonte –
Circolo Carignano
Ingresso dedicato agli iscritti
FAI
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10
alle 17
Solitamente inaccessibile, aprirà in via
eccezionale il Circolo Culturale Carignano, tempio massonico del
ramo della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati
Muratori, in Piazza Castello, nel piano nobile di un palazzo
seicentesco il cui accesso è attiguo allo storico caffè
Baratti&Milano. Gli ambienti occupati dalla sede della Gran
Loggia d'Italia presentano pregevoli tracce artistiche e
architettoniche, dal tardo Seicento ai primi del Novecento come tre
soffitti lignei a passasotto con motivi decorativi di
gusto rococò, quali nastri, ramages, pelacette,
ripresi nella decorazione “in stile” di fine Ottocento di porte e
pareti nell’attuale salone delle conferenze. Al primo piano una
grande targa accoglierà i visitatori: “Associazione Culturale
Carignano. Massoneria Universale di Rito Scozzese Antico Accettato.
Comunione italiana. Obbedienza di piazza del Gesù. Sezione
piemontese”. Dietro la porta, oltre alle sale pubbliche, ci sono
quattro templi segreti, ricchi di simboli esoterici, filosofici e
religiosi, figure mitologiche e rappresentazioni astronomiche: dai
dodici segni zodiacali al baldacchino dello scranno del Maestro
Venerabile, su cui sono inscritte sette lettere – l'acronimo di
“A Gloria Del Grande Architetto Dell'Universo” – separate da
tre punti, che rappresentano il triangolo, la sintesi del pensiero
pitagorico, fino alle statue di Venere, Minerva e Ercole. Di
particolare interesse è un fregio, risalente a fine Seicento, con
immagini allegoriche allusive alla fortuna e alla virtù umana.
CHIVASSO (TO)
Regia
Mandria
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle
ore 10 alle 17.30
Durante le Giornate d’Autunno si potrà
scoprire la storia della Mandria, a circa 30 chilometri da Torino,
creata tra il 1760 e il 1770 per volere del re di Sardegna Carlo
Emanuele III di Savoia: un tenimento dipendente dalla
Venaria Reale, dedicato all’allevamento dei cavalli, in particolare
di cavalle e puledre destinate alla riproduzione per coprire i
fabbisogni della Corte e dell'esercito. A questo scopo furono
acquistati 767 ettari di terreno nella zona di Chivasso, Mazzè,
Rondissone e Verolengo e fu costruita una nuova fabbrica
progettata da Giuseppe Giacinto Bays; i terreni erano attraversati
da viali alberati che si intersecavano nella corte d'onore. Le
cascine che circondavano il fabbricato centrale vennero raccordate
con un’ordinata rete di strade. Gli edifici furono realizzati in
mattoni a vista e con coperture lignee “alla piemontese” con manto
in coppi. Le scuderie erano collocate sotto ordinate e magnifiche
sequenze di archi: quella delle femmine e delle fattrici con
puledri era collocata a nord, circondata da pascoli più nutrienti,
e quella degli stalloni a sud, in modo da non disturbarsi a
vicenda. Il cortile centrale, vera e propria corte d'onore con
funzione di rappresentanza, presentava una forma quadrata ed era
pavimentato con “sternito di pietra riccia”: al centro fu
realizzato, su disegno del regio machinista Mathej, un
grande abbeveratoio circolare per i cavalli (del diametro di 17,5
metri circa e altezza di 1,54 metri). Per avere l'acqua, che
serviva anche per irrigare i pascoli della tenuta, venne prolungata
e allargata la bialera di Caluso, a una decina di chilometri dalla
Mandria. Al centro del lato di ponente vi era il cosiddetto
"castello", destinato alla direzione del
tenimento – direttore fu Giovanni Brugnone, che nel 1969
fondò la Scuola di Veterinaria di Torino – a cui fa pendant sul
lato opposto un analogo edificio per ospitare il personale di
servizio. A est, la chiesetta dedicata a Sant'Eligio, patrono
dei maniscalchi, ha un delizioso interno ad aula unica, ornato
nella volta di elegantissimi vasi e bracieri in stucco di gusto
rocaille. Nel dicembre 1919 – dopo aver ospitato un campo
destinato ad accogliere i volontari dell'esercito polacco, in
via di formazione, arruolati tra i prigionieri dell'esercito
austro-ungarico – la Mandria fu lottizzata e venduta a privati;
attualmente una porzione di essa appartiene al Comune di Chivasso,
mentre un'altra è di proprietà della Regione.
ROBILANTE (CN)
Apertura: sabato 16 e
domenica 17, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 14 alle
18
Robilante si trova in una vasta conca pianeggiante
circondata da castagneti, sulla sinistra del torrente Vermenagna, a
circa 15 chilometri da Cuneo, raggiungibile in 9 minuti di treno
attraverso un tratto della “Ferrovia delle Meraviglie”, vincitore
dell’edizione 2020 del censimento FAI “I Luoghi del Cuore”. Durante
le Giornate d’Autunno sarà proposto un articolato itinerario alla
scoperta del territorio. Tra le tappe ci sarà il Museo permanente
dedicato alla linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia (ingresso
esclusivo per gli iscritti FAI), ospitato nei locali
inutilizzati della stazione del paese, curato dall’associazione
Ferroclub e inaugurato nel 2017: un museo dinamico in cui c’è
spazio non solo per cimeli e fotografie d'epoca, ma anche per
un vero passaggio a livello ancora attivo e una sala dedicata agli
apparati di manovra e segnalamento ripristinati elettricamente.
Aprirà, inoltre, il Museo della Fisarmonica, che racconta la storia
di questo strumento in riferimento alla Valle Vermenagna e a
Robilante, dove la musica e i balli – detti curenta e
balet di ispirazione occitana – rappresentano elementi
tradizionali molto sentiti. Sarà visitabile anche il Museo del
Suono e della Comunicazione (ingresso esclusivo per gli
iscritti FAI), con una collezione privata dal Settecento ai
giorni nostri, tra cui fonografi del XVIII secolo, la radio galena
con circuito OUDIN nel 1923, con bobina di rame e cuffia per
ascoltare, e alcuni esemplari di radio rurale. Il percorso
includerà anche una passeggiata alla Cascata delle Balme (dalle
ore 10 alle 13, dalle ore 14 alle 17) tra i boschi di
castagni che in autunno si vestono con i colori più belli del
foliage, toccando una fra le tante cappelle di montagna
che punteggiano il territorio, unendo così la natura all’arte
popolare.
ALESSANDRIA
Ospedale SS. Antonio e
Biagio
Ingresso dedicato agli iscritti
FAI
Aperura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10.30
alle 18
L'ospedale civile di Alessandria, detto ancora
oggi dei Santi Antonio e Biagio, nasce dalla fusione, avvenuta per
volere di papa Pio V intorno al 1567, di due ospedali preesistenti
– l'Ospedale di Sant'Antonio, situato nel quartiere
Gamondio, e l'Ospedale di San Biagio, situato nel quartiere
Rovereto – e prese il nome di Spedal grande. Nel 1782
iniziò la costruzione della nuova sede dell'ospedale, tuttora
in uso, che venne inaugurata nel 1790. Durante le Giornat d’Autunno
si potrà ammirare la Quadreria dell’Ospedale SS Antonio e Biagio,
costituita da una serie di ritratti dei benefattori dell'ente
ospedaliero e da altre raccolte, attualmente collocata presso i
locali della Direzione Generale: un interessante spaccato nella
storia della moda e del costume piemontese dei secoli passati per
l'eterogeneità di estrazione sociale e ruolo professionale dei
personaggi raffigurati. Tra le “chicche” del patrimonio artistico
dell'azienda ospedaliera: Le nozze di Cana, dipinto di
Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo (1568-1625) e i seicenteschi
vasi di maiolica dell'antica farmacia dell'ospedale.
MIAGLIANO (BI)
Centrale
idroelettrica
Apertura: sabato 16 e domenica 17,
dalle ore 9 alle 18
Durante le Giornate d’Autunno sarà
visitabile la Centrale idroelettrica, esempio di archeologia
industriale recuperata e funzionante, che adotta una derivazione di
acqua effettuata sulla sponda destra del torrente Cervo mediante
una traversa fissa in pietrame e calcestruzzo, con longherine in
ferro nel greto del torrente e con tavole in legno poste sul ciglio
della traversa. L'acqua accede alla vasca di carico della
centrale che viene immessa in una condotta in ferro per poi entrare
nello stabilimento, scendere con un salto di 21.45m dalla vasca di
carico allo scarico e alimentare due turbine tipo Francis ad asse
verticale con potenza totale di 700 kW e portata massima totale
turbinabile di circa 4 m3/s. Le turbine sono a 21m circa al di
sotto dall'asse di carico. La turbina Francis è un particolare
tipo di turbina composta da una voluta, da una girante e da un
distributore. Nel distributore l'acqua incontra sezioni
decrescenti, che servono per trasformare parte dell'energia di
pressione in energia cinetica. L'acqua poi viene deviata dalle
pale mobili della girante, su cui esercita una certa forza, che
genera quindi potenza. Sullo stesso albero della girante della
turbina è calettato un trasformatore, che trasforma l'energia
meccanica in energia elettrica. Dopo la turbina, l'acqua viene
convogliata all'interno del canale inferiore: il canale porta
l'acqua a Tollegno alimentando le successive derivazioni della
ditta Gima immobiliare s.r.l., dell'Idroelettrica del Cervo,
della Filatura di Tollegno e del Lanificio di Tollegno.
ROBELLA
(AT)
Castello
Apertura: sabato
16, dalle ore 14.30 alle 17.30; domenica 17, dalle ore 10.30 alle
12.30 e dalle 14.30 alle 17.30
Il Castello dei Conti di
Robilant, circondato da un ampio parco con olmi, ippocastani,
tigli, aceri, ailanti, alberi di Giuda, ciliegi, cipressi, noci,
pini, querce e tassi, sorge sulla sommità del colle dove è
insediato l’antico abitato di Robella, da cui si gode un'ampia
visuale su tutto il Monferrato. È uno dei castelli della Contea di
Cocconato, feudo fin dall'alto Medioevo, dei Conti Radicati:
titolarità mantenuta per diversi secoli finché, morto il conte
Eustachio Radicati, passò per eredità ai Nicolis di Robilant e agli
attuali eredi in linea femminile.
Il primo nucleo duecentesco del castello si presentava in forma di
rocca poligonale e corte al centro, mura a scarpa e torre quadrata
coronata da merlatura guelfa. Di questo primo edificio sono ancora
riconoscibili, nella facciata principale e nelle imponenti cantine,
la muratura originale e, in una parete del cortile interno, le
aperture ad arco bicromo, mentre la torre fu distrutta tra il
Cinquecento e il Seicento. A partire dal XVI secolo la fortezza ha
subito ampliamenti e importanti trasformazioni, assumendo sempre
più l'aspetto di residenza signorie dalla pianta irregolare. Di
questo periodo è la realizzazione della “sala magna” al piano
terra, caratterizzata da un imponente soffitto a cassettoni. Nella
seconda metà del XVIII secolo con la costruzione del corpo a nord,
su progetto dell'architetto Filippo Castelli, l'edificio
assume le sue dimensioni attuali. Castelli conferisce al complesso
un carattere signorile, sul modello dei palazzi di città; la
facciata “a mezzanotte” è caratterizzata da finestre disposte
simmetricamente e sormontate da lunette aggettanti, mentre la
terrazza nasconde l'accesso carrabile alle cantine.
L'apertura nelle Giornate d’Autunno prevede la visita
attraverso le sale al piano terreno della dimora privata che
comprendono l'ingresso, la biblioteca con l'archivio e
alcuni salotti fino alla sala da pranzo, ambienti eccezionali
finemente decorati e arricchiti da arredi e ritratti.
Gli iscritti FAI avranno l’opportunità di
salire sulla terrazza della specola, alta 436 metri,
voluta dal conte Eustachio Radicati nei primi decenni del XIX
secolo e progettata dall'ingegner Carlo Bernardo Mosca, e
potranno godere dell'immenso panorama a 360° sull’arco alpino,
dal Monte Rosa al Monviso.
NOVARA
Conservatorio “Guido
Cantelli”
Apertura: sabato 16 e domenica 17
ottobre, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 14 alle
17.30
Il Conservatorio “Guido Cantelli”, intitolato al
direttore d'orchestra novarese prematuramente scomparso, si
trova nella sede che ospitava il Collegio Gallarini, struttura
settecentesca che, dopo essere stata un ospedale, legò le sue
vicende a quelle della famiglia Gallarini, grazie a Francesco
Antonio e a suo padre Antonio Maria, generoso benefattore che rese
possibile la nuova destinazione dell’edificio a istituto di
istruzione per giovani. Nel 1831 venne presentato un piano di
ristrutturazione dell'edificio al consiglio comunale; le opere
di rimodernamento, su progetto dell'ingegnere Stefano Ignazio
Melchioni, furono molteplici e si conclusero nel 1844.
L'edificio è a pianta quadrata con una corte interna suddivisa
da una bassa manica longitudinale e da un corpo che si sviluppa
verso ovest; la facciata è abbellita da un timpano e da lesene. In
altezza si sviluppa su due piani con grandi ambienti coperti da
volte in muratura. Durante il rettorato di don Ercole Marietti (dal
1854 al 1905), estroso sacerdote di Galliate che si dilettava di
architettura, vennero realizzate le decorazioni in cotto sulle
facciate, furono poste le tegole colorate, oltre all'aggiunta
di innumerevoli elementi architettonici come le balconate, le
edicole con statuette, i pinnacoli a cuspide, gli steli con
grifoni, tanto piacevoli quanto fragili e quindi in parte
successivamente rimossi. Nel 1880 fu costruito un ampio dormitorio
sul lato di ponente, sede dell'attuale auditorium. Nel
1883 si allungò il refettorio e si costruì un locale adiacente
all'abitazione del rettore provvisto di finestrelle da cui egli
poteva comodamente controllare tutti gli accessi dai cortili
interni stando seduto alla scrivania. Dal 1915 al 1920 il collegio
fu utilizzato come ospedale militare, mentre nel 1945, su decreto
prefettizio, fu requisito e occupato dai partigiani, che ai tempi
avevano l'incarico di polizia ausiliaria. Dopo un periodo di
decadenza, tra il 1982 e il 1986 fu ristrutturato e oggi
all'interno dei suoi locali risuonano le note degli allievi del
Conservatorio “Guido Cantelli”. Durante le Giornate d’Autunno si
potranno scoprire ambienti solitamente inaccessibili e conoscere le
trasformazioni dell’edificio nel corso dei secoli.
Tutti i luoghi aperti in Piemonte e a Torino sono disponibili sul sito del Fai.