Torino, 17/09/2021.
Con il ritorno di Exhibi.To e dell’Ouverture TAG riparte la settimana di fermento artistico torinese, un appuntamento ricco di di aperture che ha avuto inizio martedì 14 settembre con il vernissage diffuso di tutte le gallerie aderenti all’iniziativa e che terminerà sabato 18 settembre. Ecco dunque le 6 mostre da visitare nella settimana dell’arte torinese (e anche dopo).
In attivo dal 9 giugno fino al 14 ottobre 2021, la Galleria
Peola Simondi in occasione di Exhibi.To e dell’Ouverture TAG
presenta Not So Long As the Night, la
terza personale di Emily Jacir. Il film dell’artista, insieme alle
fotografie e ai film stills, conduce il visitatore al di fuori
della nozione di contingenza. Letter to a
friend è il titolo del racconto filmico realizzato
nel 2019: un viaggio nel tempo e nello spazio che inizia e si
conclude con i passi dell’artista, in un percorso che dal presente
guarda al futuro e al passato e ha nel suolo il suo punto fisico e
simbolico di ancoraggio nel pavimento di una casa, di un giardino,
di una strada. Il film racconta nel dettaglio un secolo di vita di
una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video,
fotografie, suoni, materiali storici e della documentazione
prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal
suo archivio.
Il progetto espositivo Stati della materia” della Galleria Gagliardi & Domke, in essere dal 14 settembre al 12 ottobre 2021 e curato da Lorenzo Madaro, si concentra sul lavoro di sei artisti, tra vecchie e nuove leve, che hanno impostato tutto il proprio percorso, attraverso una ricerca sulla sperimentazione dei materiali e della loro sensibile capacità di generare forme e significati strettamente legati alla loro stessa genesi, con l'utilizzo di materiali più diversi: dal marmo al pigmento, dal legno all’alluminio, dal ferro al cartone, dalla plastica ai materiali organici. Il risultato è una panoramica di affiancamenti e contrapposizioni ottenuta dai diversi medium artistici - dall’installazione alla scultura, dalla pittura al disegno -, ed è anche occasione di esaminare accoppiate inedite, nate sia per affinità che per contraddizioni. Le colonne monumentali di Vittorio Messina in dialogo con le forme primarie di Natalino Tondo, la progettualità meditata dei disegni di Piero Fogliati con le Stringhe e il ciclo bidimensionale Forming di Daniele D’Acquisto ed infine i marmi germinali di Fabio Viale alle grandi tele e sculture ecologiche di Francesco Fossati.
In questo progetto espositivo, presente in galleria l’artista visiva e performativa Trudi van der Elsen presenta una percezione frammentaria della realtà, Fragmented perceptio”, in cui si rivolge a due visioni del mondo: locale e globale. Così, attraverso l’astrazione, l’artista esplora il mondo sia visivo che digitale ricreando la sovrapposizione delle realtà derivanti da esso. Fondamentale nei lavori di Trudi van der Elsen è il tempo che, sprigionandosi come forma di energia nei suoi lavori dalla concezione alla realizzazione degli stessi. Nelle sue opere abilità tecnica, conoscenza, intuizione, memoria, osservazione, tecnologia e storia si fondono e le fasi di realizzazione, spesso legate a esperienze visive personali, si mescolano per poi scomparire dando vita ad un nuovo spazio frutto della sua immaginazione, diventando “paesaggi della mente” concreti nella loro astrazione.
La mostra collettiva di 10 artisti - Mario Airò, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Tony Cragg, Christiane Löhr, Mario Merz, Giulio Paolini, Alfredo Pirri, Robin Rhode e Conrad Shawcross - presentata da Tucci Russo Chambres d’Art e in attivo fino al 16 ottobre 2021, è incentrata sul disegno, momento in cui le idee si materializzano su carta e mostrano la dimensione privata dell’immaginario dell’artista che apre simbolicamente la porta segreta dei propri progetti. Molto spesso però non prelude alla realizzazione dell’opera d’arte stessa, ma può essere parte integrante della ricerca artistica, può avere una propria valenza simbolica, può essere uno studio di un progetto artistico oppure può divenire l’opera stessa.
Si chiama Hard memories, Voglia di dormire e Boring… la prima mostra personale del fotografo Gianmaria Dellarossa negli spazi espositivi di DRIM | Contemporary art ground dal 15 al 18 settembre 2021. Le immagini dell’artista ragionano sulla relazione metonimica tra contenuto e contenitore, scardinando l’abbinamento usuale che lega oggetto e contesto e il loro comune è la fotografia che sperimenta e che vuole esplorare altri campi di ricerca quali performance, video e installazioni, restituendo una produzione sia analogica che digitale che racconta fatti e situazioni vissuti e ricordati, facendo della memoria il filo conduttore di tutto il progetto espositivo.
In occasione di Exhibi.To la A Pick Gallery
presenta due mostre: Vaso, mostra
collettiva - Agnese Guido, Carola Allemandi, Maria Vittoria
Backhaus, Alejandro Bombín, Gabriele Brucceri, Michael Conrads,
Marco Cordero, Franco Costalonga, Igor Eškinja, Andrea Fiorino,
Ito Fukushi, Francesca Gagliardi, Tea Giobbio, Federico Luger, Ciro
Rispoli, Job Sanchez, Esther Stocker, Fiorella Vair - che include
artisti vicini e lontani nello spazio, tempo e poetica tutti uniti
da un unico filo conduttore, il vaso, rappresentato in maniera più
o meno esplicita in tutti i lavori. Grazie alle opere in mostra si
profila una riflessione sul pieno e sul vuoto, sul rapporto tra
contenuto e contenitore in cui il vaso è indagato come forma e come
materia.
La seconda mostra, Caressing walls (dal
14 settembre al 30 ottobre) è la personale dell’artista
concettuale Esmeralda Kosmatopoulos che indaga
principalmente due grandi tematiche: il linguaggio e l’identità
attraverso diverse tecniche, con lavori incentrati sulla memoria
sia personale e collettiva alla base della storia e della cultura.
L’artista in mostra rilegge, attraverso una serie di lavori
fotografici, alcuni versi del “Cantico dei cantici”, testo
contenuto nella Bibbia ebraica composto da otto poemi d’amore in
forma colloquiale tra un uomo (Salomone) e una donna (Sulammita).
In “Caressing walls” la Kosmatopoulos approfondisce le relazioni
attraverso il tatto, il senso maggiormente usato, istintivo e che
azzera le distanze con la pelle che diventa mezzo di comunicazione
e confine del nostro corpo.
Di Giulia De Sanctis