Mina: 80 anni celebrati a Torino con una rassegna e un convegno internazionale

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Torino, 03/03/2020.

Aggiornamento del 5 marzo. In seguito al protrarsi dell'emergenza sanitaria, gli appuntamenti dedicati agli 80 anni di Mina sono rimandati all'autunno 2020.«Siamo costretti ad annullare il convegno su Mina e le altre iniziative previste nei giorni del suo ottantesimo compleanno - scrive uno degli organizzatori - Il dispiacere è grande perché le energie messe in campo sono state molte; rimandiamo tutto all'autunno».

«Il sogno è che Mina venga al convegno a Torino, nessuno la riconosca, e il giorno dopo posti una foto su Instragram con me e i colleghi commentando che è stato uno splendido convegno». Ironizza il musicologo Jacopo Tomatis, insieme ai colleghi Giulia Muggeo e Gabriele Rigola curatore dell’omaggio che il Dams dell’Università di Torino dedica alla diva della musica italiana. Sfuggente e lontana dai riflettori: non sarebbe altrimenti Mina, eppure c’è proprio lei al centro della serie di appuntamenti in partenza a Torino.

25 marzo 2020: Mina compie 80 anni. Ecco l’occasione da cui prenderà vita un convegno internazionale, a cui fa da cornice la rassegna DisseMinazioni, un calembour che mette subito in guardia: non di sola musica si parlerà. Voce senza tempo, Mina è infatti anche e soprattutto una diva senza corpo, da riscoprire come personaggio a tutto tondo tra un media e l’altro: tv, musica, moda, cinema.

Ed ecco quindi che gli appuntamenti inizieranno alle Teche Rai, martedì 11 marzo (data posticipata rispetto al 4 marzo, previsto in principio) con Giuliana Galvagno che racconterà del rapporto tra Mina e il varietà televisivo. Si entrerà poi nel vivo il 20 marzo alle 21.00 al Circolo dei lettori con Jacopo Tomatis e la sua “guida minima agli 80 anni di Mina” Non Mi stanco mai di ascoltare. «Sarà una sorta di guida all’ascolto – spiega il musicologo – una sorta di Mina for dummies: se non l’hai mai conosciuta, ti faccio scoprire perché è importante, se già la conosci, la ripercorreremo insieme».

E poi arriverà la due giorni del convegno internazionale, ospitata all’Auditorium Quazza di Palazzo Nuovo il 23 e 24 marzo. Suggestivo il titolo - Mina: la voce del silenzio. Presenza e assenza di un'icona POP che ne suggerisce la natura varia, a specificare alcune delle tematiche che popoleranno i talk, tra costruzione dell’immaginario, moda e stile, canzoni, televisione e grande schermo. Si concluderà infine con il cinema: l’appuntamento è il 24 marzo alle 20.30 al Cinema Massimo per la proiezione di Tacchi a spillo film del 1991 di Almodovar, con l’introduzione di Giulia Carluccio (Prorettrice UniTO), Massimo Fusillo (UniTO), Gabriele Rigola (Università di Genova).

Un appuntamento pop, nei contenuti e nelle scelte grafiche che accompagnano il convegno – ogni sezione gioca con famosi versi di canzoni o titoli. «È un convegno importante per l’università – spiega Tomatis – perché è rarissimo che in Italia si facciano convegni su personaggi così pop: di solito ci si occupa di cantautori, ma Mina è un personaggio. E poi è un convegno su un vivente, altra cosa rara, che si svolgerà nella settimana di celebrazioni per gli 80 anni di Mina».

Una rassegna – e un convegno – aperto all’interdisciplinarietà e ai punti di vista. «Abbiamo titolato il convegno Presenza e assenza di un’icona pop perché Mina è molto affascinante per una serie di discipline che non riguardano solo la musica – prosegue lo studioso – lo è per come ha costruito il suo personaggio pubblico, per come si è costruita come icona, sparendo e “non essendo”, legando tutto questo al suo corpo. È molto originale, lei lo ha saputo fare come nessun’altro, e se ci pensiamo, tutti noi continuiamo a essere legati al suo corpo per come era negli anni ‘70».

Insomma, un’icona che si è resa senza tempo, e che ha ancora molto da raccontare, specialmente a un gruppo di studiosi che si contraddistingue per la giovane età – molti sono under 40 -, e che dunque non ha mai visto Mina. Tanti gli interessi legati alla voce unica e inconfondibile della musica italiana, come spiega ancora Tomatis: «Mina è importante per chi si occupa di musica in Italia, perché, pur con una vita pubblica di pochi anni, è stata colei che ha traghettato la canzone italiana verso qualcosa di nuovo. È stata la voce e il corpo, e sul corpo insiste proprio il convegno, della musica dei giovani. Non c’è nessuno come lei, forse solo Celentano, che ha saputo incarnare l’idea di musica giovane, e tutto questo per non più di due anni».

Il debutto nel 1959, e poco tempo dopo, circa due anni, Mina si trasforma da icona dei giovanissimi a interprete raffinata di canzoni: nasce la grande voce. «Mina è anche fondamentale per chi si occupa di storia culturale – sottolinea ancora Jacopo Tomatis – per quello che ha rappresentato come icona tra gli anni Cinquanta e Settanta, per il suo modello di sessualità giovane, con un corpo profondamente trasgressivo, basta guardare come ballava, come muoveva braccia e gambe, e poi per l’immagine televisiva raffinata, quella di Canzonissima o Studio1. Se si vogliono capire gli sviluppi della tv italiana, dell’intrattenimento, l'evoluzione del personaggio di Mina è una delle chiavi di accesso, ed è anche utile, per le stesse ragioni, per chi si occupa di cinema, dai primi Musicarelli a diventare attraverso la voce il mito sonoro dei film di Almodovar. È importante per capire come funziona il divismo, come si può diventare divi senza apparire».

80 anni, e tanti volti di Mina, dall’interprete all’opinionista sulla stampa, dall’icona della moda a fulcro di un femminismo che coinvolse le sue vicende personali in un’epoca in cui la tv pubblica era ancora molto sensibile al tema della maternità fuori dal matrimonio. Insomma, un racconto ampio sulla cultura italiana del ‘900 che difficilmente altri personaggi, in altri ambiti, potrebbero offrire.

Come fa notare Jacopo Tomatis, nonostante gli 80 anni la voce di Mina è sempre uguale, quasi staccata dall’età del corpo cui appartiene. «È curioso – osserva il musicologo – non conosciamo il corpo di Mina, si è preservata in una sorta di purezza intaccabile, come se non fosse veramente invecchiata. Ci sono alcune foto scattate dopo il 1978, quando si ritirò, ma sono sempre foto posate, con occhiali, sciarpa. Nelle grafiche degli album anche successivi la sua icona viene sempre distorta. Si tratta di una trovata potentissima: al netto del fatto che la sua carriera ha poi naturalmente perso centralità, Mina è rimasta pura voce. Quella voce ci suggerisce un corpo, ma non sappiamo più com’è».

Non troppo sognante, così, pensare che Mina possa davvero intrufolarsi non riconosciuta tra le aule universitarie di Torino per ascoltare incuriosita quello che gli studiosi hanno capito o ancora si domandano sulla sua straordinaria storia artistica.

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