Scoprendo la Biblioteca Condivisa di Mirafiori: tra letture, incontri e reti

Hermann Traub da Pixabay

Torino, 27/12/2019.

Dal locale vuoto di un bar a una piccola rete di esercenti, la Biblioteca Condivisa di Mirafiori cresce sempre più e, a un anno dall’apertura, si allarga. Il progetto è semplice: portare libri e lasciarli a disposizione di chi li vuole leggere, senza registrazione, senza formule di prestito e restituzione, senza obbligare a lasciare un libro in cambio ma puntando sull’onestà e la bontà di chi semplicemente ama la lettura. Tutto questo ha funzionato, al punto che il piccolo locale al Bar Incontri di via Onorato Vigliani 35/13 (quartiere Mirafiori, a sud di Torino) si è riempito a tal punto che è stato necessario cercare altri spazi.

«La cosa ha funzionato bene – spiega l’ideatore, Gabriele Farina – e abbiamo organizzato anche eventi e letture, merende per bambini e appuntamenti per i meno giovani. Ha funzionato talmente tanto bene che i libri, nel bar, non ci stanno più. Un mese fa, quindi, l’idea è stata di andare oltre: rendere questa biblioteca diffusa oltre che condivisa». Sono state coinvolte altre attività commerciali del quartiere e ciascuna di loro ha messo a disposizione angoli, pareti, scaffali. E così la sede della biblioteca dei cittadini di Mirafiori non è più soltanto al Bar Incontri, ma anche in altri cinque luoghi: Caffetteria Sweet Heart (via Sette Comuni 41/c), Shadè Beauty Concept (corso Traiano 101/d), Modern Max Style (piazza Guala 131/bis), Caffetteria Enzo e Stefy (piazza Guala 135/a) e la Casa nel Parco (via Panetti 1).

L’effetto è stato quello di creare, attraverso i libri, una nuova rete di commercianti ed esercenti sul territorio, che in questo quartiere è molto attiva. La semplicità della Biblioteca Condivisa sembra essere il suo punto di forza. «Funziona come il bookcrossing – aggiunge Farina – ma non è obbligatorio portare un libro. Posso capitare per caso, prendere un libro e quando ho finito di leggerlo dovrei riportarlo. L’idea è creare condivisione e rete fra le attività commerciali. Io inizialmente avevo pensato ai bar, ma poi mi hanno contattato altri tipi di attività, come parrucchieri ed estetisti, che sono effettivamente adatte». E all’orizzonte c’è anche una lavanderia automatica in procinto di entrare nella rete.

Anche perché, conti alla mano, in un anno di attività sono stati raccolti oltre mille libri, che hanno necessità di trovare nuovi luoghi per poter raggiungere i lettori. All’interno di realtà come quelle di quartiere, poi, è più facile ritrovarsi, parlare, organizzare iniziative insieme. «Ogni tanto qualcuno si rende disponibile ad aiutarmi e lo tiro dentro volentieri – racconta l’ideatore del progetto – anche perché da solo non riesco a far tutto. Adesso vedremo di ricominciare con le letture, ma magari in forma diversa, sto pensando a una serie di letture itineranti ma vedremo, al momento è solo un’idea». Intanto la Biblioteca Condivisa «e Diffusa» continua a crescere.

Di Paolo Morelli

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