Ordigno bellico a Torino: il disinnesco programmato per domenica 1 dicembre

Torino, 26/11/2019.

Non è la prima volta che accade: durante lavori in città, riaffiorano ordigni della Seconda Guerra mondiale rimasti inesplosi e inglobati ormai nel tessuto urbano, da cui ritrovano la luce decenni dopo. È quanto è accaduto ancora la scorsa settimana a Torino, quando è riaffiorato durante scavi per la posa della condotte del teleriscaldamento in via Nizza, angolo via Valperga Caluso, un ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale.

Dopo diverse riunioni in Prefettura, le autorità hanno reso noto che si sta lavorando «per minimizzare i disagi della popolazione e procedere il prima possibile alle operazioni di disinnesco dell'ordigno della Seconda Guerra mondiale rinvenuto qualche giorno fa in via Nizza n. 61. I lavori procedono in sinergia tra la Prefettura, la Città di Torino e tutti i soggetti interessati, comprese le Ferrovie dello Stato e la gestione dell’Aeroporto.

«Gli sforzi comuni sono orientati ad attivare le operazioni di disinnesco domenica 1 dicembre - si legge in una nota del Comune di Torino - ma quotidianamente si agirà per sciogliere tutte le criticità legate ai margini temporali così ristretti e all'elevato numero di cittadini coinvolti». Nei prossimi giorni saranno fornite ulteriori informazioni via via più puntuali sulle procedure.

La bomba è stata ritrovata a San Salvario, quartiere centrale della città e relativamente vicino alla linea ferroviaria, un'arteria importante da bersagliare durante la Seconda Guerra e i bombardamenti molto violenti che colpirono Torino, come testimoia un recente caso di ritrovamento di ordigno bellico, lo scorso maggio, nei pressi del Lingotto, altro punto nevralgico durante la guerra. 

Negli anni Quaranta la città di Torino subì infatti ingenti danni e perdite umane a partire dal 12 giugno 1940, quando gli Alleati colpirono di notte una città impreparata a un evento di tale portata. Seguirono poi diversi episodi, precedenti l'8 settembre, come ben descrive Cesare Pavese nel suo La casa in collina. Non mancano oggi le testimonianze di quei terribili anni, raccolte in parte al Museo Diffuso della Resistenza e talvolta oggetto di iniziative come il progetto 12 giugno 1940, che lo scorso anno arrivò al Polo del '900 con una simulazione virtuale di un vero bomardamento.

«A dare l'allarme sulla presenza dell'ordigno - ha raccontato Ansa nei giorni scorsi - sono stati gli operai, che hanno interrotto gli scavi». Dopo il ritrovamento l'area era stata parzialmente isolata e fermata la circolazione della metropolitana, che passa poco distante. Attualmente sono state prese tutte le precauzioni affinché non si crei disagio alla popolazione, ai mezzi e al traffico, in attesa del disinnesco.

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