Torino, 12/11/2019.
Dieci principi stabiliti da Parole O_Stili in un manifesto e l’impegno a osservarli, promuoverli e diffonderli: questo il progetto che sta dietro alla firma, svoltasi l’11 novembre 2019, nel Manifesto della Comunicazione non ostile da parte della sindaca di Torino Chiara Appendino e del sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Parole O_Stili è un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole ideato da Rosy Russo che opera a scuola, nel mondo della politica e della pubblica amministrazione, e ancora tra aziende, nello sport, per l’infanzia e la scienza. Un’idea nata in rete, e che in rete rimane, con la sua proposta di decalogo di «princìpi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete». Un autentico manifesto per la comunicazione non ostile che, se accolto, si trasforma in «un impegno di responsabilità condivisa» per favorire comportamenti rispettosi e civili e fare della rete, spesso ostaggio degli haters come narrano le cronache più recenti, un luogo accogliente e sicuro per tutti.
Dieci sono i principi promulgati da Parole O_Stili nel Manifesto - Le parole danno forma al pensiero, Prima di parlare bisogna ascoltare, Le parole hanno conseguenze, Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare, Gli insulti non sono argomenti - con la firma del patto i sindaci di Torino e Milano si impegnano a rispettarli, ma anche a promuoverli e diffonderli con l’obiettivo di contrastare l’odio in Rete e sostenere un uso consapevole del linguaggio, sia da parte degli utenti, sia da parte di chi ricopre cariche politiche o istituzionali.
Come conferma Rosy Russo: «il sostegno delle istituzioni
che ogni giorno lavorano per difendere gli interessi dei
cittadini è imprescindibile per combattere la violenza
verbale sulla rete. Qualsiasi confronto infatti deve basarsi sulla
forza delle idee e non sulla violenza degli insulti e l’inganno
delle notizie false. Dico grazie ai Sindaci di Torino e Milano per
questa firma: è importante, è un atto di coraggio, il
coraggio di dare il buon esempio».
Favorire tutte le azioni possibili che permettono di costruire il
benessere delle comunità, trasmettendo valori e stili di
vita rispettosi è un valore condiviso dalle municipalità torinese e
milanese. Contrastare i linguaggi d’odio in Rete e far
crescere una maggiore consapevolezza digitale non è che una delle
diverse azioni che legano il capoluogo piemontese a quello
lombardo.
La firma è infatti il primo passo di un percorso che inizia
a Torino con Web con classe un progetto sulle competenze
digitali e i linguaggi ostili, che vede nella connessione,
nel dialogo, nell’inclusione e nella consapevolezza i suoi valori
fondanti. Arginare i fenomeni di cyberbullismo, di revenge
porn, delle fake news, della violenza del tifo nello sport
e del proliferare delle fake news si può, agendo con determinazione
nel condividere messaggi di allerta sull’uso del web.
Facendo leva su principi universali che sottolineano
l’importanza del rispetto della dignità e della
sensibilità, facendo appello a valori imprescindibili, come
l’ascolto, la pazienza, il rispetto delle fragilità altrui, la non
discriminazione. Non si tratta di semplificazioni, ma di un
atto educativo molto importante, rivolto anche e
soprattutto ai giovani (adolescenti e pre-adolescenti) affinché
maturino una coscienza consapevole del pericolo di un uso
disinvolto dei social media. Durante l’anno scolastico in
corso insegnanti, studenti e genitori di 250 classi si
focalizzeranno sul secondo principio del Manifesto “Si è ciò che si
comunica” analizzando il ruolo di Instagram, il social che meglio
rappresenta il concetto.
«La comunità torinese – sottolinea la sindaca di Torino Chiara
Appendino - sosterrà con convinzione i contenuti del
Manifesto della Comunicazione non ostile, redatti per
contrastare innanzitutto i linguaggi d’odio. L'idea è
ammirevole perché nasce dalla riflessione collettiva di
esperti della comunicazione, del marketing, del giornalismo
e frequentatori della Rete, blogger e influencer per
ridefinire lo stile con cui si naviga sul web, scegliendo con cura
le espressioni e far così crescere una maggiore consapevolezza
digitale. I social network, pur essendo virtuali, rappresentano un
luogo in cui si incontrano navigatori in carne e
ossa. Persone reali innanzitutto, la cui dignità va sempre
rispettata».
All’opera contro bullismi e cyberbullismi i Servizi torinesi dedicati alle politiche giovanili, quelli educativi e quelli sociali insieme al Reparto Investigazioni Tecnologiche e al Reparto di prossimità della Polizia Municipale e al Centro Mediazione di Torino. La missione è fare rete nell’arginare i fenomeni di esclusione, di violenza psicologica, di bullismo omofobico o transfobico e di cyberbullismo, in preoccupante aumento tra pre-adolescenti e adolescenti.
Torino, forte di un apposito documento avallato dal Consiglio comunale volto a tenere alta l’attenzione e a varare quante più azioni a beneficio dei ragazzi e delle ragazze e delle loro famiglie, agirà anche attraverso il sistema bibliotecario e quello scolastico, con Informagiovani, formando i propri operatori ed educatori, con il Centro Mediazione di Torino e con gli animatori delle agenzie che operano sul territorio.
L’obiettivo è richiamare particolare attenzione al profilo della
cultura delle pari opportunità e della diversità, della
gestione dei conflitti e ad affrontare educativamente gli
atti di prevaricazione e cyberbullismo, quali risorse da
utilizzare nell’ottica di responsabilizzare all’utilizzo di
internet. Un quadro che si completa con le molteplici attività del
Reparto Investigazioni Tecnologiche che utilizza innovative
tecnologie per il monitoraggio ed il contrasto ai fenomeni
di cyberbullismo e revenge porn in rete e del Reparto di
Prossimità della Polizia Municipale, in collaborazione con
le altre forze dell’ordine. Si tratta di un grande impegno, quello
degli agenti del Comando di via Bologna, che oltre ai compiti
d’istituto atti ad affrontare sul campo i fenomeni di bullismo
incontrano gli studenti direttamente in classe.
La Città ha aderito al progetto “Sicursé”, a favore delle vittime degli atti di bullismo e di cyberbullismo nelle scuole, ma non solo, coordinato dalla Procura Minori di Torino in collaborazione con le istituzioni educative, sociali e sanitarie, le forze dell’ordine e alcune delle associazioni del terzo settore operanti sul territorio cittadino. Con l’Associazione “Rete Dafne Torino”, che vede collaborare la Città di Torino, la Città Metropolitana, l’ASL, il Gruppo Abele, l’associazione Ghenos la Compagnia San Paolo e la fondazione CRT, è in fase di definizione un protocollo d’intesa volto alla presa in carico delle vittime minorenni, in collaborazione con le autorità e il consolidato sistema dei servizi a favore dei minori.
Numerosi sono i politici e le istituzioni appartenenti a tutti gli schieramenti che hanno firmato il Manifesto per la Comuniazione non O_Stile, un segnale importante soprattutto perché secondo le ultime rilevazioni SWG per Parole O_stili cresce del 13% la paura di trovare fake news e dell’8% il rischio di subire episodi di odio e di violenza verbale (bullismo, diffamazione, denigrazione, ecc). Per l’80% degli intervistati le false notizie in rete rappresentano ancora un grave problema e per il 68% l’elevata presenza in rete di atteggiamenti offensivi e violenti rappresenta una nuova realtà con la quale bisogna confrontarsi. Ciò che è virtuale è reale soprattutto per la generazione Z (+3%) e per i baby boomers (+5%), meno sentita dai millennials (-8%).