Teatro Regio: la stagione 2019/2020 si apre con I pescatori di perle di Bizet

Torino, 24/09/2019.

Riparte la stagione del Teatro Regio di Torino, di nuovo nel segno di Intesa Sanpaolo come partner della produzione inaugurale, e lo fa con I pescatori di perle, primo capolavoro di Georges Bizet, che sarà in programma dal 3 al 20 ottobre. Quest’opera, peraltro, segna un cambio di passo per l’ente lirico, che la alternerà con la seconda opera della stagione, Tosca, in cartellone dal 15 ottobre. «Per via dei requisiti dettati dal Fus (Fondo unico per lo spettacolo, ndr), bisogna mettere più spettacoli possibile sul palcoscenico – ha spiegato Sebastian Schwarz, da luglio nuovo Sovrintendente del Regio – e questo, per la prima volta, porterà ad alternarsi due spettacoli, accadrà in totale tre volte per questa stagione. Tutti dovranno lavorare di più, quindi ringrazio dipendenti e lavoratori, visto che abbiamo una situazione particolare».

Spente, per ora, le polemiche, si può lasciare spazio all’arte. Il titolo inaugurale è «prezioso» e sarà in scena per cinque recite, nel nuovo allestimento curato da Julien Lubek e Cécile Roussat, con il Ryan McAdams a guidare l’orchestra e il coro. «Siamo orgogliosi di essere qui – ha raccontato il Maestro statunitense –, sono letteralmente cresciuto in un teatro, mio padre ne era il direttore e mia madre era una cantante lirica. A un certo punto ho capito che c’era una persona chiave tra chi suonava e recitava». Così, McAdams ha deciso di intraprendere la strada della direzione. «Quando mi chiedono cosa faccio – ha aggiunto – rispondo che il mio lavoro è permettere alle persone di dare il meglio di loro stesse».

Lo farà anche con l’opera di Bizet, straordinaria dimostrazione di un talento giovane ma già cristallino, poi maturato con capolavori come la Carmen, che McAdams ha già diretto anche al Regio. «La musica dei Pescatori – ha sottolineato – è assolutamente meravigliosa. Qui Bizet si nota nel momento in cui deve portare tutto alla risoluzione di un conflitto. Abbiamo arie bellissime, ma i brani più importanti dei due atti sono i grandi duetti».

Un lavoro con cui si è confrontato il duo francese Lubek-Roussat, due mimi che, nel corso della loro carriera, si sono spostati sugli allestimenti delle opere liriche. «Perché l’opera? I miei genitori la ascoltavano e mi raccontavano le storie – ha rivelato Cécile Roussat –, io mi immaginavo i personaggi, i costumi, e avevo l’impressione che la musica fosse storia, è da vivere e dà energia». «L’opera è completamente artificiale e questo ci colpisce – ha proseguito Julien Lubek – perché l’arte del mimo è lo stesso, un artificio. Noi dilatiamo il tempo e lo spazio. Il realismo dell’opera, poi, è contraddittorio, ci sono codici e convenzioni, come il personaggio che dice “muoio” per due minuti prima di morire davvero. C’è un momento di sospensione che crea il senso di ciò che viene cantato».

Per I pescatori di perle, così come per tutte le opere in cartellone e, fra pochi giorni, anche per la stagione concertistica, il Teatro Regio ha previso un’apposita grafica realizzata da Sara Rambaldi. «Man mano – ha annunciato Paola Giunti, direttore della comunicazione del teatro – sveleremo dei personaggi che ci daranno delle suggestioni, mi auguro possano dare un incentivo in più per invogliare lo spettatore. Sara Rambaldi ha lavorato con Francesco Panico di Mood, che riesce a interpretare l’arte per renderla comprensibile a chi artista non è».

«Solitamente – ha concluso Sebastian Schwarz – si scelgono titoli più grandi con più solisti per le aperture di stagione, ma sono contento di avere i Pescatori in apertura. È una stagione che ho ereditato ma prima o poi, anche io, sarei andato a richiedere questa produzione». Che si accompagna all’attenzione verso i giovani, fascia di pubblico sulla quale il Regio intende puntare di più, coinvolti proprio grazie a Intesa Sanpaolo. «Porteremo molti ragazzi alla prova generale del 28 settembre – ha aggiunto Fabrizio Paschina, direttore comunicazione e immagine del gruppo bancario –, soprattutto gli iscritti ai corsi di musica del Centro di intercultura».

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Di Paolo Morelli

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