Festival delle Migrazioni 2019 a Torino: il programma da Domenico Quirico ad Ascanio Celestini

Emanuele Basile

Torino, 16/09/2019.

«Che cosa è cambiato rispetto a un anno fa?». Se lo chiedono gli organizzatori del Festival delle Migrazioni, alla seconda edizione (25-29 settembre). A rispondere, subito, è Suad Omar, che dirige la manifestazione con Gabriella Bordin, Beppe Rosso, Vesna Scepanovic e Simone Schinocca. «Nell’ultimo anno? È aumentato l’odio – spiega Omar - e ciò che succede adesso non è mai accaduto in 30 anni che vivo a Torino. Si perseguita il colore e ora ho paura. Gli stessi figli pagano molto il sessismo e il razzismo». L’attivista e autrice presenta così il festival, nato dal bisogno di creare terreni di confronto su un tema che sempre più divide, crea tifoserie ed è vittima di un dibattito inutile, che non risolve nessun problema. «Normalmente capitali e beni si spostano senza nessun problema – sottolinea Marco Giusta, assessore comunale ai diritti – ma c’è invece un problema nella migrazione di corpi, che molto spesso hanno la pelle nera, il che genera alcuni meccanismi».

Di «cosa è cambiato» parleranno anche Domenico Quirico, giornalista La Stampa, lo storico e sociologo Marco Revelli e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, durante l’incontro del 26 settembre (ore 17) alla Suola Holden, che sarà condotto dal giornalista Karim Metref. Fra gli altri ospiti spicca Ascanio Celestini, che la sera del 26, sempre alla Scuola Holden, sarà intervistato dal filosofo Simone Regazzoni sul tema «Dispacci dal margine: periferie, fantasmi, penombre». L’incontro è organizzato in collaborazione con Torino Spiritualità, che si tiene negli stessi giorni ed è una delle novità del secondo Festival delle Migrazioni. L’altra novità è una giornata di anteprima dedicata al cinema, il 25 settembre, al Polo del ‘900. Qui le collaborazioni sono diverse: Crocevia di Sguardi, PsicologiaFilm Festival, Torino Pride, Associazione Quore e Lovers Film Festival, con il quale sarà proiettato il film Rafiki, diretto da Wanuri Kahiu.

«Facciamo questa seconda edizione con meno fondi – aggiunge Beppe Rosso – ma abbiamo deciso di esserci ugualmente perché riteniamo sia importante. La migrazione è un fenomeno che sta cambiando le vite del nostro Paese e dell’Europa, ma sono cambiate anche le percezioni, perché pare sia la cosa più importante di oggi, invece non è così». A sostenere la manifestazione è soprattutto Compagnia di San Paolo, partner sin dagli inizi, che ha rinnovato il proprio impegno. «La migrazione – dice Ilaria Caramia della fondazione bancaria – è un fenomeno in continuo movimento, ma nel festival inizia a essere affrontata in maniera strutturata anche la questione di genere».

Perché, in effetti, è alla condizione delle donne che sono dedicati diversi incontri, come quello del 27 settembre (ore 17, Scuola Holden), quando Claudio Geymonat, coordinatore di Riforma.it, condurrà un incontro dal titolo «La sfida nella sfida: donne, migrazioni e dialogo interreligioso in Europa». Ci saranno Suad Omar, Gaëlle Courtens (giornalista Rsi), Elly Schlein (politica, già europarlamentare) e Ada Treves (giornalista per Pagine ebraiche e La Stampa). L’intento è soprattutto quello di diffondere conoscenza, sia sul piano religioso (ci sarà, ad esempio, il Priore di Bose, Luciano Manicardi) sia sul piano dell’informazione, con diversi giornalisti presenti, come Francesca Mannocchi, o scrittori, come Igiaba Scego. Quest’ultima, in particolare, parteciperà a un incontro sul tema dell’«uso corretto delle parole» (27 settembre, ore 15, Scuola Holden).

Diversi, però, sono anche gli spettacoli (ingresso a 3 euro, meglio prenotare perché le richieste sono alte), con due momenti dedicati anche alle scuole che sono già al completo. «Gli spettacoli – evidenzia Simone Schinocca di Tedacà, che organizza il festival con Acti Teatri Indipendenti e Alma Teatro – arrivano da tutta Italia. Il sabato, poi, ci sarà la cena delle cittadinanze, dove chiunque potrà portare da mangiare e condividerlo con gli altri. Il Teatro regio, poi, si è messo a disposizione per la chiusura». Per Migranti. Quando a partire eravamo noi… a cura del Regio Itinerante, con i testi di Cristiana Cordero e Davide Motta Fré, che ha anche curato gli arrangiamenti insieme a Giulio Laguzzi. Sarà in programma il 29 settembre alle 21.30 al Teatro Cottolengo.

Il programma completo del Festival delle Migrazioni è online.

Di Paolo Morelli

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