Spighe Verdi: il Piemonte tra le prime regioni per lo sviluppo rurale sostenibile

Torino, 30/07/2019.

C’è un riconoscimento omologo delle bandiere blu che si applica alle località che non hanno il mare? Si chiama Spighe Verdi, ed è un programma per lo sviluppo rurale sostenibile promosso, proprio come le Bandiere Blu, dalla Foundation for Environmental Education – FEE – un progetto che punta alla visione di un mondo sostenibile nel quale l'educazione possa generare un cambiamento positivo per tutti.

Riconosciuta dall'UNESCO come leader mondiale nel campo dell'educazione ambientale e dell'educazione allo sviluppo sostenibile, la Fee con Spighe Verdi guarda dunque ai comuni che operano per valorizzare e investire sul proprio patrimonio rurale, migliorando le buone pratiche ambientali. Il Comune, per ottenere la certificazione e il marchio Spiga Verde, deve autocandidarsi seguendo un protocollo in cui è prevista la rispondenza a criteri contenuti in diverse aree tematiche (acqua, energia, agricoltura, rifiuti, assetto urbanistico, tutela del paesaggio, ecc.). La candidatura è volontaria e gratuita e viene valutata da una Commissione di Valutazione nazionale che riunisce esperti provenienti da diversi enti pubblici e privati. Si tratta di un programma flessibile, e adattabile, orientato alle buone pratiche ambientali nei diversi contesti territoriali. Al centro, il ruolo dell’agricoltura nella difesa del paesaggio, ma anche nella tutela della biodiversità e nella produzione di alimenti di qualità.

Tra le regioni più virtuose per quest’anno compare proprio il Piemonte, territorio che vanta sei spighe verdi, insieme a Toscana e Marche. Il riconoscimento va a Pralormo, in provincia di Torino, Alba, Santo Stefano Belbo, Vicoforte in provincia di Cuneo, Canelli in provincia di Asti e Volpedo in provincia di Alessandria.

Non internazionale come le bandiere blu, ma italiano, il programma di Spighe Verdi ha l’obiettivo ultimo di creare un circuito virtuoso tra le località che privilegiano una gestione sostenibile dell’ambiente, con ricadute sulla vita dell’intera comunità. Qualche esempio? Impianti di depurazione, gestione dei rifiuti, ma anche valorizzazione delle aree naturalistiche e accessibilità, segno che, seppure non sul mare, anche tante altre località italiane rappresentano territori di turismo e gestione ambientale virtuosa. Perché non esplorarli per conoscerli meglio e apprezzarli?

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