Cappella della Sindone di Torino: un premio dall'Europa per il restauro

Alessandra Chiappori

Torino, 21/05/2019.

Era la notte tra l'11 e il 12 aprile 1997: un incendio impresso nella memoria dei torinesi causò gravi danni alla Cappella della Sindone di Torino, il capolavoro barocco costruito per ospitare la reliquia della Santa Sindone, massima espressione dell'opera dell'architetto Guarino Guarini. La Cappella, già chiusa per ragioni di sicurezza nel 1990 a causa della caduta di un pezzo di marmo da una cornice, gravemente danneggiata dalle fiamme e dal calore, fu così interessata da un lungo periodo di interdizione al pubblico. Aveva inizio il lungo e impegnativo restauro strutturale e architettonico, reso ancora più complesso dal fatto che la struttura portante della Cappella non era mai stata completamente indagata e interpretata. Un lavoro di ricerca e ricostruzione protratto nel tempo per la difficoltà, ma che nell'autunno 2018 ha dato frutto all'importante recupero della Cappella della Sindone.

Ed è proprio per questa impresa che i Musei Reali di Torino sono tra i 25 vincitori del più prestigioso riconoscimento a livello europeo, i Premi del patrimonio europeo / premi Europa Nostra 2019, selezionati per gli eccellenti risultati che hanno ottenuto nel campo della conservazione, della ricerca, della dedizione (contributi esemplari), dell’educazione, formazione e sensibilizzazione. I vincitori saranno premiati nel corso di una Cerimonia di alto profilo che si terrà il 29 ottobre 2019 a Parigi, durante il Congresso del Patrimonio Europeo

«Per i Musei Reali di Torino questo premio rappresenta una grande soddisfazione - commenta Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali - che giunge come ulteriore conferma di come la riapertura del gioiello di Guarini abbia rappresentato una grande sfida vinta grazie all’impegno e alla competenza di molti, restituendo alla città e ai suoi visitatori una testimonianza unica di storia e di genio creativo. Anche grazie all’inserimento della Cappella della Sindone nel percorso museale, il pubblico ha avuto la possibilità di conoscere meglio la ricchezza del grande patrimonio dei Musei, con il suo straordinario insieme di architetture, di opere d’arte e di spazi verdi».

L'entità dei danni causati dall'incendio fu infatti enorme, come illustra la relazione che accompagna le motivazioni del premio europeo. Lo shock termico, causato dal calore delle fiamme e dell’acqua di spegnimento, aveva causato profonde fratture negli elementi di marmo che formano il guscio interno dell'edificio e la rottura delle cerchiature metalliche. La struttura rischiava di collassare da un momento all’altro. Molte delle colonne di marmo erano esplose e gli apparati decorativi erano irrimediabilmente danneggiati. Oltre l'80% della superficie marmorea della Cappella doveva essere ripristinata. Durante il restauro 1.400 elementi gravemente danneggiati sono stati integralmente sostituiti e i restanti 4.050 sono stati consolidati e conservati. La cava di Frabosa Soprana in Piemonte, dalla quale venivano originariamente estratti il marmo nero e grigio, è stata appositamente riaperta. I frammenti riutilizzabili sono stati ricollocati in opera e i marmi nuovi e quelli originali sono stati raccordati cromaticamente. Ora l'architettura straordinariamente complessa della Cappella è tornata a reggersi autonomamente, senza necessità di supporti, secondo la concezione originale di Guarino Guarini.

Sono inoltre stati inseriti nella Cappella nuovi sistemi di sicurezza e di illuminazione  per garantire la fruibilità da parte del pubblico, insieme a nuovi elementi educativi, come video e postazioni di realtà virtuale. Grazie alla determinazione e al lavoro che ha coinvolto centinaia di persone in un restauro molto delicato, durato venti anni, l'edificio è ora nuovamente accessibile al pubblico nel percorso di visita dei Musei Reali di Torino.

La giuria ha elogiato il progetto per essere stato «una risposta attenta a un evento drammatico che si è verificato in uno dei più importanti edifici barocchi in Europa. È stato tecnicamente sfidante, data la struttura molto particolare dell'edificio, ma è stata garantita la massima conservazione della fabbrica esistente». 

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