Wake Up Europe Festival: la prima edizione a Torino tra film e dibattiti. Il programma

Torino, 14/05/2019.

«Questa è la prima edizione, che nasce da una lunga riflessione tra me e Bill Emmott». Lo ha detto Annalisa Piras, giornalista e direttore artistico di Wake Up Europe Festival, che partirà il 15 maggio, a Torino, per concludersi il 19 maggio. Una manifestazione a cui ha dato vita insieme al presidente di Wake Up Foundation, Emmott, giornalista britannico, ex dirttore di The Economist, noto per i suoi libri sull’Italia e per il doc Girlfriend in a Coma, realizzato proprio insieme ad Annalisa Piras nel 2012.

In programma ci sono 10 film e una serie di dibattiti, con una serata dedicata ai cortometraggi di animazione, in collaborazione con Aiace Torino, sul tema dell’Europa, in avvicinamento alle elezioni del 26 maggio. «Perché Torino? La città mi piace molto, ha creatività, innovazione – spiega Bill Emmott – ed è anche all’origine della democrazia e del cinema italiani, quindi due aspetti cruciali per il nostro progetto». E si tratta, appunto, di una «occasione di riflessione», aggiunge Annalisa Piras, che nel suo lavoro è stata affiancata dal curatore danese Ove Jensen, nella ricerca e nella selezione delle opere in calendario. Gli appuntamenti, tutti gratuiti tranne il party, si terranno tutti tra Cinema Massimo, Polo del ‘900, Off Topic, Da Emilia e Auditorium Quazza.

«L’idea – racconta Jensen – era quella di presentare un programma con film di qualità soprattutto per il loro approccio. Io, ad esempio, ho pensato subito al documentario spagnolo, The Silence of Others, perché mostra cosa significhi davvero essere cittadini europei». Il film, che aprirà il festival (15 maggio, ore 18, Polo del ‘900), è diretto da Almudena Carracedo e Robert Bahar ed è prodotto da Pedro Almodovar. È un omaggio alla battaglia condotta dalle vittime del Franchismo per ricostruire un’unità nazionale (e ha già ottenuto una ventina di premi). Un’altra opera citata da Jensen è poi The Distant Barking of Dogs, del danese Simon Lereng Wilmont, ambientato nell’Ucraina orientale dove «riecheggiano batterie antiaeree».

C’è, insomma, una visione più ampia di ciò che è l’Europa, con i suoi conflitti, le sue lacerazioni, ma al tempo stesso quella costante voglia di restare uniti, di far prevalere i valori della democrazia. E c’è anche l’Italia, mostrata attraverso il lavoro del giovane e promettente Nuno Escudeiro, che nel suo The Law and the Valley, racconta la tragedia della Valle di Roya, al confine tra il nostro Paese e la Francia, dove i migranti cercano di attraversare la frontiere sfidando il freddo e la neve. Una realtà mai abbastanza raccontata su entrambi i versanti delle Alpi.

Le proiezioni saranno accompagnate da una serie di dibattiti, nel caso di The Law and the Valley (17 maggio, ore 18, Cinema Massimo), seguito dagli interventi di Eric Joszef, corrispondente di Libération, e John Hooper, corrispondente di The Guardian. Joszef, che è presidente di Europa Now, presenterà anche la serata dedicata all’animazione (in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia) del 16 maggio. Sabato 18 maggio arriverà anche Bill Emmott, che alle 19 al Cinema Massimo, con Marco Zatterin, vicedirettore de La Stampa, fra le proiezioni dei doc tedeschi Freedom fro the Wolf di Rupert Russel e Pre-crime di Monika Hielscher e Matthias Heeder.

A fare da «testimonial» al festival è stato Max Casacci dei Subsonica. «Per vent’anni – racconta – siamo sempre stati un gruppo che faticava ad avere una collocazione, l’abbiamo trovata solo guardando all’Europa. Siamo un gruppo europeo che canta in italiano». E sull’apertura verso i giovani, pubblico al quale Wake Up si rivolge particolarmente, Casacci aggiunge: «Non puntiamo l’indice sul fatto che debbano “svegliarsi”, perché noto un’insofferenza nei confronti dei “fratelli maggiori”. Quello che manca all’Italia è l’accesso dei giovani al protagonismo, devono diventare bravi in una professione che i vecchi non sanno fare».

Di Paolo Morelli

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