NemO's: performance e mostra a Torino per lo street artist «di nessuno»

Torino, 09/04/2019.

NemO’s, street artist fra i più interessanti del momento, è il nuovo protagonista della solida collaborazione fra l’Associazione Xora, il Teatro Colosseo di Torino e Square23 Gallery. Sperimentatore abilissimo dal punto di vista pittorico e molto attento all’interazione con il territorio interverrà sui muri del Teatro Colosseo, in via Bidone angolo Via Madama Cristina fra l’8 e il 10 aprile, interagendo con i lavori Before I die… Black Dream Wall, su cui chiunque con gessetti colorati può annotare un’idea o un pensiero, The Big Bear, un enorme orso realizzato con rifiuti assemblati a cui il portoghese Bordalo II affida il suo messaggio critico: le opere di questo artista, infatti, raffigurano la natura proprio coi materiali responsabili della sua stessa distruzione e il grande cerchio intitolato No Name, che rappresenta le vie di San Salvario, realizzato dall’olandese Zedz.

Lo stesso NemO’s, poi, sarà il protagonista di una mostra che inaugurerà alla Square23 l’11 aprile, e che presenterà alcune delle opere più significative dell’artista. Bocca socchiusa, in cerca d’ossigeno, sguardo fisso e vacuo, braccia esili, pancia flaccida, grasso e emaciato allo stesso tempo, svuotato di tutto, rigonfio di niente: è questo il prototipo d’uomo dello street artist NemO’s.

«Se gli alieni arrivassero sulla terra e mi chiedessero di mostrare loro un essere umano, gli darei un mio disegno» ha detto, e, dai muri alle tele, al Teatro Colosseo e alla Square 23 Gallery di Torino, poco cambia. NemO's racconta l’individuo come “Animale sociale” che si culla nel languore della sua natura, incastonato nell’attualità che lo circonda e lo annega in dinamiche becere, schiavo di un dualismo che logora: far parte del valzer sociale e ballare o rifiutarlo alienandosi, urlando senza voce la disumanità umana.

Uomini annodati tra di loro, rannicchiati in sé stessi, pianti dai bulbi oculari, fatti a pezzi e ricomposti, portati a spasso come buste della spesa, squarciati nel petto per svuotare il sudiciume che hanno dentro; sia vittime sommesse sia carnefici spietati. NemO’s (di Nessuno) non mostra mai il suo volto: «Perché dovrei? La mia parte estetica è casuale, io sono molto più simile a quello che disegno, io sono quello che disegno».

Da tempo presente anche sulla scena internazionale, NemO's fa gravitare ogni suo lavoro attorno a un’icona dal fortissimo e, a tratti, disturbante, aspetto: un personaggio apatico, occhi che fissano il vuoto e pelle molto chiara. «Il mio lavoro si basa sul corpo umano: per un discorso semiologico rappresento sempre esseri umani, che sono diventati per me un’icona. Cerco di costruire e decostruire, smontare e rimontare l’essere umano nella sua forma biologica e nella sua parte esistenziale e psicologica».

Il suo nome, che incarna la precisa volontà di farsi rappresentare dalle sue opere ben più che dalla sua persona, deriva dalla serie di fumetti Little Nemo in Slumberland (Il piccolo Nemo nel Paese del dormiveglia) del disegnatore statunitense Winsor McCay, e in particolare dal protagonista, un bambino che ogni notte sogna fantastiche avventure. Il suo percorso artistico e la sua carriera sono un continuo viaggio, con opere e mostre in Italia e all’estero, che lo hanno reso famoso a livello internazionale: i suoi lavori, in Brasile come in Portogallo, in Italia come in Spagna, contengono un messaggio legato alla storia e alle caratteristiche del luogo in cui dipinge, di chi vi abita, di chi lo vive.

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