Michela Giraud: una satira per ridere e riflettere. L'intervista

Torino, 20/03/2019.

Ironia, cinismo, irriverenza, una satira che fa ridere e fa riflettere, perché è dalla quotidianità che, spesso, si traggono conclusioni illuminanti su quella che è la vita. Ci prova anche Michela Giraud, attrice e stand up comedian romana, che con il suo spettacolo Michela Giraud e altri animali arriva a Le Musichall di Torino giovedì 21 marzo. L’appuntamento prosegue il ciclo che il teatro, diretto da Arturo Brachetti, ha dedicato alla stand up comedy italiana. Sul palco, l’attrice si racconta, partendo dalle proprie esperienze di vita e mettendo in scena tutti gli «animali fantastici» che ne fanno parte. Michela Giraud, dopo una formazione prettamente teatrale, ha sperimentato la stand up comedy dal 2015. E dice «avevo qualcosa da dire, perché limitarsi a fare provini?», così si è messa anche a scrivere testi. E dal cabaret romano, nel quale, rivela, non riusciva ad allinerarsi, è arrivata al panorama nazionale, anche con questo nuovo show, nei teatri da gennaio.

Michela Giraud, come nasce questo spettacolo?

«Io sono un po’ animale e mi avvicino alle altre bestie, i personaggi che popolano la mia vita. I rapporti con famigliari e amici sono alla base dei pensieri che hanno portato a questo spettacolo. Sono cose accadute che hanno portato a riflessioni, al disvelamento delle ipocrisie che utilizziamo per vivere. Insomma sovrastrutture che mi diverto ad analizzare».

A quale personaggio è più legata?

«Sicuramente a mia madre, la musa della mia esistenza. Ha delle uscite molto caustiche che, poi, in realtà, sono quelle che mi hanno fatto scrivere. Una volta mi ha detto: “Un monologo in cui parli per un’ora solo tu? Che palle”. Forse il sogno di mia madre è che io faccia Gabriele Cirilli che balla Gangnam Style».

Cosa significa, oggi, fare la stand up comedian?

«Un po’ un sacrificio, perché non è semplice convincere le persone a uscire per andare a vedere a teatro uno che parla di sé. Come non è semplice viverci, ma la cosa bella di Le Musichall è che c’è un biglietto. Forse, alla fine di tutto, quei 3 anni di lavoro, in cui si è faticato, sono valsi l’attesa. Poi uno pensa sempre che le persone più grandi non siano in grado di comprendere, invece trovo tanti adulti e genitori che si divertono, il mio obiettivo è coinvolgerli».

Lei ha ottenuto molto successo online con il progetto Educazione Cinica. C’è qualcosa di quel lavoro nel nuovo show?

«In realtà no, anche se il linguaggio, per alcune cose, è lo stesso. Questo show è molto più vicino a ciò che sono io. Poi, certo, il progetto Educazione Cinica è stato fondamentale per la carriera, anche se non è nato da me, ma da ComboCut, io per loro sono attrice. Ci siamo trovati per caso e non mi andava di espormi sul web, infatti delle mie stand up comedy non c’è quasi nulla. Quello è stato un momento di grande popolarità, come la Tv delle Ragazze. In quel caso, ad esempio, ci sono alcuni monologhi che riprendo nel mio show, come quello su mia madre, che è molto simile».

C’è qualcosa di particolare nel testo del nuovo show che riguarda Torino?

«Ci sono alcune battute iniziali, poi c’è la storia di quel ragazzo che, tempo fa, uscì con una ragazza che non si presentò all’appuntamento perché lui andò in Metro. In generale non ho un rapporto particolare con Torino, se non il fatto che, ogni volta, faccio una serie di figuracce. Io sono molto romana, voglio sempre scherzare, ma ogni tanto a Torino ci sono luoghi di lavoro dove la gente mi guarda male (scherza, ndr). Però ci sono stata parecchie volte ed è la prima volta che vengo a Le Musichall, sono felice perché è un posto veramente bello».

Di Paolo Morelli

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