Torino: il Museo del Cinema dedica a Mario Soldati la sala 3 del Cinema Massimo

Alessandra Chiappori

Torino, 28/02/2019.

Il cambiamento è già arrivato dal primo febbraio: il Cinema Massimo, infatti, è stato ribattezzato Museo del Cinema-Massimo, cambiamento che evidenzia il legame con l’attiguo Museo Nazionale del Cinema, ente legato al mondo del cinema, a sua volta centrale nella storia culturale di Torino. Un cambiamento, quello del nome, voluto dal presidente del Museo Sergio Toffetti, che insieme al nome del cinema ha pensato di modificare anche i nomi delle sue sale. E così dopo la Sala Uno, ribattezzata sala Cabiria in omaggio al kolossal di Giovanni Pastrone, capolavoro del cinema muto italiano prodotto nel 1914 dalla torinese Itala Film, e la sala Due, dedicata invece a Gianni Rondolino,uno dei più importanti storici del cinema e fondatore del Torino Film Festival, anche la sala Tre non sarà più solo “sala Tre”.

Dopo un contest avvenuto via mail con le proposte degli utenti, il Museo Nazionale del Cinema il 28 febbraio 2019 intitola infatti la sala storicamente dedicata alla programmazione da cineteca a Mario Soldati, del quale ricorre quest’anno il ventennale della scomparsa.

Scrittore, giornalista, sceneggiatore e regista sia cinematografico e televisivo, Soldati ha attraversato tutto il Novecento facendosene testimone e interprete acuto e ‘fraterno’ (la definizione è di Pasolini), trovandosi sempre in prima linea nei momenti cruciali del cambiamento. Figlio della vivacissima Torino degli anni Venti - quella di Gobetti, Casorati e Gualino che raccontava in Le due città -, Soldati intuisce la straordinaria forza del cinema e, nel 1931 – sfumata la carriera universitaria per il rifiuto di iscriversi al Partito fascista, inizia a collaborare con la Cines-Pittaluga.

Dopo aver esordito alla Lux di Gualino con Due milioni per un sorriso nel 1938, gira negli anni di guerra capolavori Dora Nelson, Piccolo mondo antico, Malombra. Nel 1948, con Fuga in Francia, affronta coraggiosamente il tema degli ex gerarchi fascisti che tentano di sottrarsi alla giustizia, cui si affiancano, tra gli altri, Le miserie del signor Travet (1945) e La provinciale (1954) con Gina Lollobrigida.

Nel dopoguerra all’intensa opera di scrittore, si affianca l’attività di regista e conduttore della neonata televisione, per cui realizza trasmissioni leggendarie come Viaggio nella Valle del Po. Alla ricerca dei cibi genuini (1956); Chi legge? (1960); I racconti del maresciallo (1967).

Nell’impossibilità di ridurre in poche righe Mario Soldati scrittore, vale comunque la pena di ricordare – perché riflettono il suo grande amore per il cinema (oltre al romanzo d’esordio America primo amore, 1935), 24 ore in uno studio cinematografico (1935) che descrive in forma narrativa la realizzazione di un film; e Le due città (1964), sulle vicende – in parte autobiografiche – di un intellettuale diviso tra Torino e Roma.

La tessera vitalizia in premio con il contest per titolare la sala, destinata a chi ha votato Soldati, va a Renato Leoni. Le tessere annuali, valide fino al 31/12/2019, destinate a coloro che NON hanno votato Soldati, vanno a Silvia Damilano, Attilio Occhipinti, Francesca Berardi e Gabriele De Nola.

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