Sottodiciotto Film Festival & Campus 2019 a Torino festeggia i vent'anni

Torino, 25/02/2019.

I vent’anni di Sottodiciotto Film Festival & Campus sono gradevolmente riassunti dall’immagine guida di quest’anno, realizzata da Agnese Innocente. E l’illustratrice sarà presente, l’8 marzo alle 18, all’inaugurazione di Me, Myself(ie) and I. L’autoritratto a fumetti, mostra ospitata dalla Pinacoteca Albertina che, con l’allestimento curato da Reale Mutua, esplora l’evoluzione dell’illustrazione nell’ultimo secolo, da Dylan Dog a Jacovitti, per la curatela di Mariella Lazzarin. È una delle declinazioni del tema che quest’anno è stato scelto dal festival, cioè la rappresentazione dell’immagine dei giovani. «L’idea – ha raccontato Giulia Carluccio, docente di cinema e presidente di Aiace Torino – è lavorare sull’intersezione dei linguaggi che più e meglio raccontano i giovani».

Mentre prenderanno il via, a inizio mese, gli incontri e le iniziative con le scuole, dal 15 al 22 marzo si terrà i clou del festival, con le proiezioni al Cinema Massimo. Sarà Dafne di Federico Bondi ad aprire la manifestazione (15 marzo, ore 20), mentre la chiusura sarà affidata a Selfie di Agostino Ferrente (22 marzo, ore 20). «Le due anime di Sottodiciotto – commenta Caterina Taricano, curatrice della sezione dedicata ad anteprime e inediti – si esprimono attraverso una selezione di film che se da una parte tentano di intercettare le nuove tendenze del cinema contemporaneo, dall’altranon rinunciano a trattaretematiche legate alle questioni giovanili». Si segnala, ad esempio, Diamantino di Gabriel Abrantes, che il 19 marzo alle 20 sarà presentato da Gian Paolo Ormezzano e Giuseppe Culicchia.

Molto spazio, poi, guadagnerà la sezione dedicata all’animazione, con gli omaggi a Tintin e Braccio di ferro, strettamente legata alla mostra alla Pinacoteca Albertina. Per l’occasione, poi, nei giorni del festival comparirà una pista per le biglie di fronte al Cinema Massimo. Ma le mostre, a ben vedere, sono un aspetto rilevante della programma di quest’anno, perché ce ne sarà una seconda, alla Galleria Alessio Moitre, aperta dal 17 al 30 marzo. Si tratta di Vedersi visti, progetto «site-specific» di Eleonara Manca composto da una trentina di lavori, fra composizioni fotografiche e videoinstallazioni, che indaga il tema dell’autonarrazione.

Nel programma di Sottodiciotto entrano però anche delle retrospettive di carattere più cinefilo, come i tre film di This Is Not a Selfie (due opere di Jean-Luc Godard e una di Jafar Pnahi), curata da Stefano Boni e Grazia Paganelli, e La camera-specchio: il cinema di Françoise Romand. Il progetto è realizzato da Silvia Nugara e Claudio Panella e sancisce la collaborazione tra il festival e l’Unione Culturale “Franco Antonicelli”.

La retrospettiva è molto trasversale e ruota intorno alla figura di Françoise Romand, regista francese attiva a Parigi ma nativa di La Ciotat, dove i bisnonno lavorava come tuttofare e giardiniere dai fratelli Lumière. Un personaggio importante, al punto da essere immortalato nel film L’Arroseur arrosé. Il programma prevede 5 proiezioni e prende il via il 3 marzo, alle 16, con Appeze-moi Madame, nell’ambito del 4° Divine Queer Film Festival (Laboratori Barriera). Altri due film il 18 marzo (Cinema Massimo) anticipano la masterclass con la regista, che il 19 marzo sarà all’Auditorium “Quazza” di Palazzo Nuovo alle 15.30. Seguirà Thème Je all’Unione Culturale per chiudere il 28 marzo con Si toi aussi tu m’abbandones, alle 21, al Centro Studi Sereno Regis, nell’ambito della rassegna Affidarsi e in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema.

«La manifestazione – ha commentato Antonietta Di Martino, nuova assessora ai servizi educativi del Comune di Torino – è un fiore all’occhiello della città». «In questi anni – ha aggiunto l’assessora regionale alla cultura, Antonella Parigi – il festival è cresciuto, Sottodiciotto è fondamentale per creare anche quel sistema professionale molto forte nella nostra regione». Tra le nuove collaborazione si segnala il sodalizio stretto con le Missioni Don Bosco.

Di Paolo Morelli

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