Guarda come nevica: debutta a Torino Cuore di Cane, con Licia Lanera

Manuela Giusto

Torino, 04/01/2019.

Debutta l’8 gennaio a Torino Cuore di Cane, in scena fino a domenica 13 gennaio 2019 al Teatro bellARTE, che ospita per la prima volta un appuntamento della stagione TPE in sinergia con Tedacà come evento speciale del cartellone Fertili Terreni Teatro.

Licia Lanera adatta e interpreta Guarda come nevica. 1. Cuore di Cane, primo titolo di una trilogia in cui l’artista raccoglie tre testi e tre spettacoli sulla neve, tre autori russi e tre generi letterari: oltre il testo di Bulgakov, Il gabbiano di Anton Čechov e Le poesie di Vladimir Majakovskij.

Nel corso della sua vita Michail Afanas'evič Bulgàkov (1891-1940) riesce a pubblicare pochi lavori. Per la maggior parte vengono censurati e diffusi solo dopo la sua morte. Fra questi ultimi Cuore di Cane, romanzo fantascientifico-satirico scritto nel gennaio-marzo 1925: circola in Russia negli anni Sessanta come samizdat, viene pubblicato in edizione non autorizzata in Occidente nel 1968 e in patria nel 1987, e solo nel 1989 appare finalmente per la prima volta con il testo autentico dell’autore.

Continuamente osteggiato, perseguitato e censurato, Bulgakov viene sopraffatto dal senso di sconfitta che ha riportato nei racconti e nei romanzi in cui è manifesta la condizione dell’intellettuale in costante conflitto con il proprio tempo. In Cuore di Cane il professor Filip Filipovič Preobraženskij riceve nel suo ricco appartamento di Mosca tutti coloro che rifiutano la decadenza e la vecchiaia ed interviene sui loro corpi installando degli organi animali e donando loro la giovinezza, fino a quando un giorno sperimenta il processo contrario: impianta nel corpo di un cane randagio ipofisi e testicoli umani. Da questa operazione ne conseguono avventure rocambolesche e tragiche verità.

Guarda come nevica. 1. Cuore di Cane è una continua connessione tra esasperazione, eccesso, magico e surreale. Tocca nel profondo il desiderio di rivoluzione, esprime l’urgenza di rivelare pensieri, idee culturali e sociali che non resistono più a nessuna gabbia. Lo spettacolo apre uno spaccato su una società malata e sconfitta che tanto assomiglia al nostro oggi; racconta i vizi, i difetti e le sclerosi della società attraverso il meccanismo dell'iperbole e del fantastico. Ma soprattutto è un testo politico, che analizza il sistema e ne smaschera le falle, ne esamina le contraddizioni, ne deride le abitudini.

«Ho sempre utilizzato il teatro come una sonda che entra nell'umano per svelarne le paure più grandi e gli istinti più feroci, in questo la letteratura russa è mia alleata – dice Lanera - A un certo punto mi si è ghiacciato il cuore e ho iniziato a ricercare qualcosa che lo sciogliesse. È stato necessario analizzare il corpo umano, sviscerare ogni sua parte interna e esterna. E poi cadere negli abissi del battito cardiaco, affondare nelle viscere degli umani. Piedi per terra, lacrime in faccia, gengive scoperte, unghie e denti, mani desiderose di afferrare, uteri vuoti e uteri pieni, cuori, intestini e polmoni, pelle e peli. Tutto questo umano, così tremendamente umano, è nudo. Ho iniziato a lavorare sul tema della Russia e della rivoluzione in occasione della partecipazione a Tutto esaurito! di Rai Radio 3 dove ho scelto Bulgakov, autore del mio cuore. Cuore di Cane è un libricino che mi ha lasciato l’amaro in bocca, che mi ha lasciato la visione di una società malata e sconfitta, in fondo profondamente attuale».

Attraverso il grottesco, già presente nel testo originale, e che Lanera spinge all’estremo nella riscrittura di questo monologo, viene evidenziata la miseria di una società che ha perso la coscienza politica. È dunque dell'oggi che si parla in questo spettacolo, di noi, del qualunquismo, della deriva delle idee, dell'imbarbarimento o meglio dell'imbastardimento di una comunità.

«Raccontare i vizi, i difetti e le sclerosi della società attraverso l'iperbole e il fantastico, è la cosa che amo di più – prosegue l’attrice e regista - Del resto il mio teatro ha sempre avuto questa cifra stilistica, Mangiami l'anima e poi sputala e Furie de sanghe, ma soprattutto Lo splendore dei supplizi in cui ho rappresentato la disperazione e le brutture umane attraverso l’esasperazione irreale. In Cuore di Cane è presente l’ossessione per la bellezza e la giovinezza, tema a me molto caro che ho ampiamente affrontato in The Black's Tales Tour. Il mio interesse sta nell’analizzare le conseguenze di questo fenomeno che riproduce una società narcisista e sola, sempre giovane, così giovane da legare la nostra coscienza a una chat di Facebook o a un paio di scarpe; allontanandoci sempre più dalla possibilità di assumere responsabilità reali. Ma soprattutto, lavorare su questo testo per me vuol dire ritornare a quella questione politica associata al grottesco che ha caratterizzato una lunga parte del mio percorso artistico».

Il lavoro su Cuore di Cane è caratterizzato da una struttura musicale decisa, affidata al compositore di musica elettronica Tommaso Qzerty Danisi. Una molteplicità di suoni e di voci per far catapultare lo spettatore nell’atmosfera moscovita e per restituire una forza pirotecnica alla scrittura. Gli effetti sonori riprendono la bufera, le lamiere che sbattono, matite che scrivono su pagine di diari, trivelle e seghe che aprono scatole craniche, tacchi di scarpe che corrono e voci, voci, voci.

Tutte le voci sono affidate a Licia Lanera che continua il suo percorso impervio, negli abissi delle sue corde vocali; sperimentandone ogni possibilità, diventando prima cane, poi uomo, poi donna... «Ne verrà fuori un racconto per donna anziana – spiega Lanera - Anziana perché questa volta il mio viso sarà coperto da una maschera, che porta chi mi guarda in un altro tempo e un altro spazio. Solo scardinando ogni rapporto con realismo, credo, si possa arrivare all'essenza del teatro, al nocciolo della questione. In un'atmosfera di bufera di neve (con tanto di macchina spara neve a seguito), e poi in un salottino buono di inizio ‘900, io e Qzerty saremo ben vestiti e imprigionati dalle luci chiaroscure di Vincent Longuemare, con cui collaboro ormai da dieci anni, il quale ricreerà un'ambientazione che renderà ancora più corpose le parole. Infine l’adattamento. La forma è quella della narrazione, ma ho riscritto dialoghi, inventato monologhi, per rendere dinamico il racconto, ma soprattutto per operare una scelta definita sul tema che mi sta più a cuore tra i tanti presenti in questo testo: quello della contraddizione all'interno del credo politico e soprattutto la fine della coscienza e dell'ideologia politica. La lingua è poliedrica e spesso ho scelto dei dialetti per alcuni personaggi, ancora una volta per renderli quanto più miseramente vivi e vicini a noi».

Allo spettacolo si affiancherà, venerdì 11 gennaio, un incontro al Circolo dei lettori: Michail Bulgakov in teatro: opere e visioni di un grande del ‘900, con Fausto Malcovati, Valter Malosti, Licia Lanera, Emanuele Conte, Elisa D’Andrea.

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