Torino, 03/12/2018.
Collezioni in dialogo è il titolo del
nuovo progetto espositivo che vedrà i Musei
Vaticani collaborare con le più importanti istituzioni
museali nazionali ed internazionali con l’intento di creare
preziose e reciproche occasioni di dialogo, confronto, ricerca e
crescita scientifica.
L’iniziativa prende il via con il Museo Egizio della città
di Torino che concede in prestito uno dei suoi capolavori
identitari. Dal 4 dicembre 2018 al 30 giugno 2019
la statua di Amenhotep II - mai uscita prima dalla
magnifica Galleria dei Re - troverà sistemazione
all’interno della collezione permanente del Museo Gregoriano Egizio
del Vaticano.
A presentare l’iniziativa sono stati il direttore dei Musei
Vaticani, Barbara Jatta, il direttore del Museo
Egizio, Christian Greco e il curatore del Museo
Gregoriano Egizio, Alessia Amenta. «Ogni
collezione museale è uno spazio di dialogo. – afferma il Direttore
Barbara Jatta – Per questo abbiamo deciso di consacrare dei luoghi
privilegiati per evidenziare la ricerca attraverso il “dialogo” in
tutte le sue accezioni. In questo primo appuntamento è il Museo
Gregoriano Egizio e la statua di Amenhotep II è il simbolo di una
rinnovata ma consolidata politica di apertura culturale».
La volontà di promuovere questo progetto si sviluppa sulle linee di
un rapporto intellettuale intenso e ricco di
affinità tra i due Musei che da molti anni hanno avviato una
proficua collaborazione scientifica mettendo al
primo posto la ricerca e la conservazione: il Vatican Coffin
Project e il Progetto Sekhmet sono due importanti
progetti internazionali che hanno all’attivo numerose
pubblicazioni, conferenze, convegni e mostre.
«Per il Museo Egizio, porre la ricerca e lo studio alla
base della sua attività istituzionale, significa anche
mettere al centro il dialogo tra le istituzioni museali. – dichiara
il Direttore Christian Greco – Il dialogo e la collaborazione con i
Musei Vaticani è stato avviato più di quattro anni fa, con il
Vatican Coffin Project, nell’ambito della ricerca che il Museo
conduce sui sarcofagi del III Periodo Intermedio, e testimoniato
poi con l’esposizione del sarcofago restaurato di Butehamon, in
occasione dell’inaugurazione del nuovo allestimento nell’aprile del
2015. Il prestito della statua di Amenhotep II, uno degli
esempi più importanti della statuaria regale del Nuovo
Regno, è un’altra tappa del dialogo tra le nostre
collezioni».
Capolavoro della statuaria monumentale faraonica, la scultura del
sovrano Amenhotep II (XVIII dinastia, fine del XV sec. a.C.), fa
parte dell’importante collezione di Bernardino
Drovetti, Console generale di Francia, acquistata dai
Savoia nel 1824. Sovrano della gloriosa XVIII dinastia, quando
l’Egitto diventa la potenza più importante del Mediterraneo
orientale, il lungo regno del faraone conta 26 anni di potere
stabile e fiorente, in cui l’arte si classicizza e si esprime
attraverso una sobria eleganza e armoniosa perfezione, celebrando
le perfette proporzioni del corpo.
La celebre scultura è stata posizionata nella sala prima
del Museo Gregoriano Egizio, all’interno della quale è
stato progettato un apposito allestimento che
richiama il pilone, l’ingresso monumentale di un tempio egizio
simboleggiante l’orizzonte del cielo: il faraone, come il dio Sole,
appare all’orizzonte e illumina il mondo creato, portando la vita
rinnovata ogni mattina.
«Un capolavoro – dichiara il Curatore Alessia
Amenta – raccontato nel suo valore simbolico più profondo al grande
pubblico dei Musei Vaticani attraverso un originale allestimento:
il faraone inginocchiato nell’atto di offrire agli dei celebra il
principio fondante della cultura egizia, vale a dire la
rivalsa della caducità dell’uomo attraverso la regalità
legittimata».
Collezioni in dialogo celebra lo spazio museale stesso come
luogo ideale di dialogo. Con questo presupposto, i
Musei Vaticani e il Museo Egizio si sono intesi per rispondere alla
missione che ogni istituzione culturale per
propria natura è chiamata ad assolvere: raccontarsi e
raccontare quel passato che rappresentano.