Blocco del traffico a Torino, le nuove regole piacciono a Legambiente

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Torino, 15/02/2017.

«Un primo passo, che va nella giusta direzione». Per il vice presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta Federico Vozza, l’inasprimento della misure antismog, varate dalla giunta della sindaca Chiara Appendino e attive da lunedì 20 febbraio, sono un segnale positivo, «anche se non risolutivo». Che arriva «dopo una stagione invernale molto critica, dove i provvedimenti in campo, anche dal punto di vista emergenziale erano inadeguati. Il cruscotto antismog è debole e questo inasprimento lo corregge in senso positivo».

La delibera prevede, fra le altre cose e in sintesi, già a livello giallo lo stop dei Diesel euro 3 ed euro 4 e il blocco totale dei diesel e della circolazione privata con livello arancio e rosso.

Una misura che da sola, secondo Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, non basta: «utile in emergenza, perché contribuirà a rispondere alle situazioni più critiche, quando i picchi di inquinamento sono massimi».

Ma affinché la concentrazione di polveri sottili nell'aria si mantenga bassa, a questo primo passo devono seguire e aggiungersi altri «provvedimenti strutturali e risolutivi». Si può iniziare «bloccando in modo permanente i veicoli fortemente inquinanti come i diesel Euro 3, un provvedimento già adottato in Emilia Romagna e che sta funzionando», dice Vozza. Fino a «togliere dalla circolazione, in modo graduale, tutte le auto diesel. A Parigi lo stanno già facendo e si prevede l'eliminazione di questi mezzi entro il 2025». Un'operazione, quindi, a lungo termine da attuare con un piano programmato e strutturato.

Oltre allo stop dei mezzi, servono anche misure che promuovano la mobilità sostenibile, a partire dal «potenziamento del trasporto pubblico, che negli ultimi anni, invece, ha subito tagli del 10/15 per cento, e aumentare la mobilità ciclistica e pedonale». Proprio in questa direzione, per creare spazi adeguati per muoversi a piedi e su due ruote, Vozza propone: «Torino ha un patrimonio: i suoi controviali. Oggi anche questi sono usati per il traffico veicolari, invece potrebbero diventare strade di quartiere, riducendo la velocità delle auto che circolano e permettere il passaggio a pedoni e bici in sicurezza».

L'intervento più importante da fare, secondo il vice presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, è: «Creare una Congestion Charge zone, sul modello di quella milanese. Cioè un'area, nel centro di Torino, più vasta dell'attuale Ztl cittadina, dove le macchine possono entrare solo pagando un pedaggio». Una formula che, oltre a ridurre l'inquinamento atmosferico, limitando ulteriormente la circolazione dei veicoli, «portebbe soldi alle casse del Comune che potrebbe reinvestirli in politiche attive antismog».

E a chi ha sollevato dei dubbi, dicendo che per abbassare i livelli di smog servirebbe un intervento anche sui riscaldamenti, Vozza risponde: «Il problema è causato dalle auto, è un fatto oggettivo. I dati Arpa parlano chiaro: l’85 percento di emissioni di polveri sottili sono dovute al traffico veicolare. Quello del riscaldamento - sottolinea - è un falso problema. Inoltre sul riscaldamento in questi anni sono stati adottati dei provvedimenti, sul traffico no ed è ciò su cui puntare».

Ora la speranza è che quanto messo in campo dalla giunta del Comune di Torino, «si allarghi all'intera città Metropolitana», di cui Appendino è sindaca, e con l'aggiornamento del piano regionale antismog - «attualmente ce n'è uno vecchio di 15 anni» - a tutta la Regione.

D'altronde «i dati, su quanto lo smog faccia male alla salute, sono evidenti: ogni anno, stando a quanto riportato da Arpa, sono 1171 i morti prematuri per smog a Torino».

Di Rosangela Urso

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