Cecchi Point, l'hub multiculturale di Torino

Torino, 03/02/2017.

Se dici Cecchi Point, a Torino, immagini subito una fila di sedie posizionate di fronte a un palco, oppure a un grande schermo, poi magari pensi a un bicchiere di birra con gli amici e a quella bicicletta riparata grazie all’aiuto di un simpatico signore, che ti aveva messo a disposizione i suoi attrezzi.

L’Hub Multiculturale Cecchi Point, in via Antonio Cecchi 17, nel cuore del quartiere Aurora, è un centro di aggregazione che raccoglie persone di tutte le età. L’edificio, un tempo occupato dalle officine artigianali, è gestito da sei anni dall’Associazione Il Campanile.

Simona Guandalini, dell’associazione Quinta Tinta (una delle numerose realtà che operano nella struttura) lavora al Cecchi Point da anni. «Come casa di quartiere – ha raccontato – esistiamo da sei anni, grazie a un progetto finanziato dalla Fondazione Vodafone e da Umanamente, cui poi si è aggiunta la Compagnia di San Paolo. Il Comune di Torino ha concesso gli spazi».

L’ampio cortile, il teatro che è anche un cinema, il ristorante, i laboratori, le officine e gli spazi educativi. Il Cecchi Point è tutto questo e anche di più. Sebbene l’edificio, almeno esternamente, necessiti di altri interventi che, per ora, nessuno è in grado di finanziare. «Abbiamo provato a intercettare dei bandi in proposito – ha commentato Simona – e non smetteremo mai di tentare. Completare la ristruttrazione sarebbe un cambiamento vitale».

Il quartiere, infatti, ha a lungo visto nel Cecchi Point un luogo di degrado, soprattutto a causa del suo aspetto esteriore (che comunque nel tempo è migliorato) dovuto ad anni di precedente abbandono. «Ci è voluto un po’ per far capire agli abitanti che lo spazio è cambiato – ha aggiunto Simona – e che ora è aperto a tutte le età. Prima era utilizzato solo dai ragazzi che frequentavano il centro giovanile. Ora ci sono famiglie che frequentano le attività della domenica pomeriggio, mentre le Officine Creative attirano diversi abitanti dal quartiere».

Ma andiamo con ordine. Le attività principali del Cecchi Point sono di carattere educativo. Si lavora con le scuole, tramite l’Associazione Il Campanile e altre realtà, soprattutto per l’inserimento dei ragazzi stranieri. Una serie di progetti, che coinvolgono gli istituti della zona, hanno attivato collaborazioni durature. Gli educatori del Cecchi Point seguono gli studenti in classe, ma sono anche gli studenti a entrare al Cecchi, per assistere a spettacoli teatrali o a proiezioni cinematografiche.

Il teatro e il cinema, ma anche la danza, sono infatti le attività culturali principali del luogo. La rassegna Cortocircuito ogni fine settimana propone spettacoli di vario genere, dal monologo alla commedia. Mentre lo Speciale bambini della domenica pomeriggio coinvolge i più piccoli con spettacoli di mimo, clown e laboratori creativi.

Poi ci sono le numerose proiezioni organizzate dall’Associazione Amici del Museo Nazionale del Cinema, con diverse collaborazioni tra altre realtà cinematografiche torinesi (e non solo).

C’è il Cecchi mangia, ristobar molto frequentato, e ci sono, poi, le Officine Creative. «Ospitano – ha spiegato Simona Guandalini – una ciclofficina, una falegnameria e una sartoria. Le persone possono venire qui e utilizzare spazi e attrezzi per riparare o costruire i propri oggetti, è un meccanismo molto usato e utile». Naturalmente è richiesta un’iscrizione che copre i costi dell’assicurazione.

«Negli ultimi due anni – ha aggiunto Simona – si è sviluppato un rapporto molto positivo con la zona. Il Cecchi Point sta iniziando a essere vissuto come una casa di quartiere, aperta a tutti». Un lavoro che dopo anni sta dando i propri, gustosissimi frutti.

Ma prima di concludere c’è ancora la solita domanda che si fa alla fine, quella sui progetti futuri: «Al momento – ha concluso Simona – c’è il progetto Extrastrong, per il quale abbiamo vinto un bando, che si svolgerà sempre in ambito educativo, ma con i giovani di età compresa fra i 15 e i 18 anni. E poi, in realtà, ci sono tanti altri progetti allo studio. Stiamo cercando di riorganizzare lo spazio per agevolare l’accesso a nuove associazioni, che potranno proporre attività all’interno del Cecchi Point. I nostri progetti attuali sono la base da cui partire per migliorare ancora».

Di Paolo Morelli

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