L'Antidote in concerto al Folkclub

Mercoledì08Ottobre2025
Evento terminato

Sabato 8 novembre 2025 alle 21.30 il FolkClub ospita L’Antidote, il nuovo progetto che unisce tre straordinari virtuosi provenienti da tre mondi diversi: l’albanese Redi Hasa al violoncello, l’iraniano Bijan Chemirani alle percussioni persiane e il libanese Rami Khalifé al pianoforte. Un incontro che nasce dalla convinzione che la bellezza possa davvero essere un antidoto ai veleni del presente, una cura capace di restituire respiro e speranza. Chemirani, maestro dello zarb e appassionato tanto di jazz quanto delle sonorità mediterranee, intreccia i suoi ritmi con il violoncello lirico e visionario di Hasa – noto per il suo lavoro di riscoperta della tradizione popolare del Sud Italia e per le collaborazioni con artisti come Maria Mazzotta, Ludovico Einaudi e persino Robert Plant – e con il pianoforte di Khalifé, che unisce con naturalezza musica classica, improvvisazione ed elettronica. Dopo un primo incontro in studio nel marzo 2020, interrotto dall’arrivo della pandemia, i tre si sono ritrovati nell’autunno 2024 in Puglia per registrare finalmente l’album L’Antidote, in uscita a settembre 2025: un disco nato senza spartiti, costruito sull’ascolto reciproco e sull’improvvisazione, che fonde le grammatiche personali dei tre musicisti con paesaggi sonori levantini, echi balcanici e raffinate sperimentazioni elettroniche. “La musica – spiega Khalifé – è un rimedio alla realtà, ci calma, ci cura e ci aiuta a vedere le cose con occhi diversi”. Ed è proprio questo lo spirito del progetto: un crogiolo alchemico in cui Chemirani scolpisce il ritmo con zarb, daf, calebasse e saz lafta, Khalifé plasma contrasti e suggestioni con il pianoforte a coda, talvolta preparato, e Hasa fa vibrare il suo violoncello ora con leggerezza minimalista, ora con passione barocca, ora con tormentata intensità. Ne scaturisce una musica meditativa, fatta di silenzi e spazi sospesi, di melodie ipnotiche e delicate, che invita alla contemplazione ma anche alla danza liberatoria, dove elettronica e trance si mescolano alla febbre balcanica. “Per me la musica è respiro, incontro e racconto – afferma Redi Hasa – e con Rami e Bijan abbiamo intrecciato le nostre storie, le nostre terre, le nostre anime”. L’Antidote è tutto questo: un rito collettivo che attraversa emozioni contrastanti – gioia, dolore, speranza, disincanto – e che, tra tradizione e sperimentazione, coltiva bellezza e sogno su scala universale.

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