
Savona - 1967 Cala Marina, ridente e immaginaria località balneare della riviera ligure a maggio, affacciata su un mare calmo prima che cominci la stagione estiva esonnecchia tranquilla, frequentata soltanto da nonni con nipoti che non vanno ancora a scuola, e da qualche coppietta clandestina. Cala Marina è collegata con il resto della quotidiana e magari scomoda realtà, dal minuscolo cuore pulsante della sua piccola stazione FFSS, dove i rapidi passano sferragliando e si fermano solo gli accelerati. Insomma, un piccolo cosmo fatto di tempi sempre uguali, consuetudini che diventano quasi riti e che riesce a celare i suoi pochi segreti con un velo di mestizia ma anche un gustoso pizzico di ironia.
Un piccolo cosmo dove ogni giorno, di primissima mattina e dopo, si possono trovare gli stessi irrinunciabili personaggi: il capostazione Dalmasso, rattristato da una moglie arcigna e che lo controlla a vista; Ludovica, la barista, giovane donna che non ha mai avuto diritto a una propria vita con sorella disabile a carico; Silvano, la testa di un dodicenne nel corpo di un trentottenne con per passione i fumetti che sua madre ha esaudito comprandogli l’edicola; il professor Martinelli, anziano matematico, capelli bianchi, uomo solo, pendolare per necessità e saggio pensatore; Bartolomeo, l’unico tassista dedito alla Settimana Enigmistica, che aspetta l’estate per rimpannucciare il portafogli e ultimo ma non ultimo, Adelmo, l’addetto alle pulizie, muto dalla nascita ma che segue tutto perché sa leggere il labiale e si sfoga scrivendo il suo diario. Il giovedì poi è il giorno in cui il gruppo si allarga e compare, benvenuto o no, Norberto, il maresciallo della Polizia Ferroviaria del capoluogo.
Cala Marina non è abbastanza grande per aver diritto a un presidio fisso. Comunque la vita va avanti placida senza intoppi a Cala Marina, ciò che avviene altrove è solo un ovattato sottofondo dove i giornali strepitano sulla parole del presidente americano verso la Russia annunciando una guerra che non si farà, il sessantotto è ancora lontano e l’unica novità di rilievo che sta per accadere è l’avvento del Bancomat. Nulla di nuovo o strano insomma succede mai a Cala Marina e invece vai a guardare i casi del destino.
La mattina di un giovedì, infatti, scende dallo sbuffante accelerato dei pendolari una donna bellissima, con una grossa borsa in mano. Va in edicola, entra al bar per fare colazione, si infila nella cabina telefonica, chiama qualcuno, parla e poi si fa portare da uno sbalordito Bartolomeo in taxi all’hotel Miramare. Passano pochi giorni e la quieta e ripetitiva vita del paese viene rivoluzionata. L’indomani dell’arrivo della bellissima a Cala Marina, il venerdì quindi, Luca Asti, suo marito pur separato da tempo, ha denunciato a Milano la scomparsa della moglie, Liliana Borromini.
Il maresciallo deve indagare per forza: tutti come lui l’hanno vista alla stazione e dopo aver sentito il tassista scoprirà che si è fatta portare all’hotel Miramare. Il fatto è che ,interrogando il portiere dell’albergo scoprirà che nessuna donna è mai arrivata… La faccenda si fa più complicata, si allarga. Evidentemente la Borromini ha preso un autobus oppure aveva appuntamento con qualcuno in macchina. Una tresca amorosa? Oppure? La donna aveva lasciato il marito per un altro, poi aveva lasciato anche l’altro ma per chi? Bisogna allungare il tiro, scavare.
Roberto Centazzo, che ha scritto i romanzi della serie Squadra speciale Minestrina in brodo e, da indefesso gattaro (ne ha sette o più, di cui spesso posta languide e suggestive foto su Facebook), ha avuto la geniale idea di trasformare gli aforismi di Mao Tse Tung in quelli di Miao con Il libretto rosso dei pensieri di Miao, se non bastasse si è inventato anche i testi delle canzoni dell’album Mendicante di Enrico Santacatterina, sa bene come giostrare con le parole, mischiando, come in un’esotica ricetta di cucina, i sapori del giallo e della commedia.
Tutti i giorni è così - Le storie di Cala Marina (Tre60, pag. 212, 13 euro), finché una volta oibò succede qualcosa di diverso e allora Centazzo affida al muto Adelmo il compito di narrare e scrivere di un delitto che potremmo definire piccolo così, avvenuto quasi per caso e scoperto in un capannone delle ferrovie in disuso in quel di Cala Marina…
Ma abbastanza grande da fare scrivere pagine su pagine nei giornali e scoperchiare un calderone. Ciò nondimeno sempre il caso, forse, o soprattutto invece il capace intuito dell’appuntato Zappa, braccio destro del Maresciallo, scoverà l’appiglio, quel non so che darà l’imput per sbrogliare la complicata matassa della situazione e aureolare di gloria il suo capo. Una azzeccata collana di personaggi che incuriosiscono e si fanno ricordare. Conoscendo bene Roberto, questa nuova serie funzionerà e non ci farà attendere tanto prima di riportare la sua nuova squadra in scena. E io l’aspetto.
Roberto Centazzo, attorno ai sette anni, decise che da grande avrebbe fatto lo scrittore. Di polizieschi. Nel frattempo inizia a specializzarsi: si laurea in Giurisprudenza, esercita la pratica forense, consegue l'abilitazione all'insegnamento e poi si arruola in Polizia (attualmente è ispettore capo). Ha ideato, insieme all'amico Marco Pivari, il programma radiofonico Noir is rock, in onda su numerose emittenti italiane. I suoi romanzi della serie Squadra speciale Minestrina in brodo sono stati accolti con crescente successo. Il suo Libretto di Miao ha divertito tutti. Con la squadra di Cala Marina parte un nuova serie.