
© Alessandra Pistolese
Roma - Nel quartiere Prati, a pochi metri da piazza Mazzini e a un passo dalla sede storica della Rai e dalle aule del Tribunale Civile di Roma, in via Giuseppe Ferrari al civico 23, ci si imbatte nel bar pasticceria Faggiani che, dal 1926, prepara instancabile i suo dolci, tra cui la mitica Parigina.
Qui a tutte le ore è un via vai di persone che dagli uffici e dagli studi privati che popolano la zona entrano per un caffè, una pausa o una colazione di lavoro. Ma il momento più vivo è sicuramente la mattina per la prima colazione, perché qui la colazione rispetta la vecchia tradizione con il suo ottimo caffè e i suoi lieviti friabili e profumati tra cui primeggia indiscussa la Parigina, con il suo stampo che è sempre quello dalla prima metà del Novecento.
Friabile, gustosa, profumata non è certo un lievito per chi segue una dieta ferrea, la Parigina è quel momento di estasi che ci si concede una volta ogni tanto quando ci si vuole premiare per qualcosa, è un tuffo nel passato quando i cornetti, i maritozzi, le ciambelle a Roma erano grandi e generosi. La Parigina viene da lì, da quegli anni passati e a Roma si può gustare solo al bar Faggiani con la sua ricetta originale scritta a mano e tenuta gelosamente custodita in un quaderno ingiallito dagli anni.
Il bar Faggiani è uno di quei locali premiati con il vessillo Bottega Storica di Roma, non tanto per l'arredamento più volte rivisto e corretto a seconda delle esigenze del momento, ma proprio per questa tradizione che si nasconde agli occhi di un avventore distratto e, come tiene a sottolineare Isabella Scibona, titolare del locale, qui non si trovano i dolci di ultima generazione, ma si è sicuri di gustare i dolci che in qualche modo sono parte della nostra tradizione come le pesche e l'oramai introvabile diplomatico.
Da Faggiani i mignon non esistono e nei mesi estivi, per ovvi motivi, il bancone perde la sua abbondanza, mentre in inverno si popola di una moltitudine di pastarelle, come si chiamavano prima quei dolci monoporzione che si mangiavano la domenica, grandi, abbondanti e ricolmi di farcitura. Molte persone vengono qui la domenica proprio per acquistare il loro vassoio colmo di pastarelle e gustarle dopo il pranzo festivo.
E a Natale il bancone del bar straborda di dolci natalizi sempre fatti nel laboratorio del bar con le ricette di una volta, e per molti è quasi un'istituzione scambiarsi gli auguri di Natale in questo antico bar, davanti a un dolce accompagnato da un infuso o da un caffè ristretto.
Fotogallery



