Roma, al Pigneto apre l'Ipogeo del bar Necci tra visite, degustazioni e mostre

Roma, al Pigneto apre l'Ipogeo del bar Necci tra visite, degustazioni e mostre

Attualità Roma Venerdì 24 settembre 2021

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Ipogeo del Necci

Roma - Il sottosuolo di Roma riserva sempre delle sorprese affascinanti che rendono la città un sito archeologico a tutto tondo. Questa volta la scoperta è avvenuta nel cuore del Pigneto durante i lavori di ristrutturazione del bar Necci dal 1924, in via Fanfulla da Lodi, 68.
Uno spazio che racchiude la storia del territorio trasformatosi nei secoli e che dopo otto mesi di lavori è stato restituito ai cittadini con una serie di iniziative culturali.

Ipogeo del bar Necci: la storia

L'Ipogeo del Necci, così chiamato dal bar sovrastante, nasce in antichità come cava di pozzolana, in epoca ottocentesca divenne poi una cantina vinicola e, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzato come un rifugio antiaereo.

Quella dell'Ipogeo del Necci è una storia a dir poco affascinante. Da cavità naturale formata dall'attività vulcanica laziale iniziata circa circa 600.000 anni fa viene sistemata come cava pozzolana durante l'impero romano, per essere poi adattata agli usi più svariati nel corso dei secoli, fino al Settecento circa quando il terreno diventa proprietà dei Torlonia per poi essere frazionato in diverse proprietà dedicate alla vinicultura. Dove oggi è ubicato l’edificio del bar Necci, nell'Ottocento sorgeva un casale rustico per abitazione colonica all'interno delle vigne della tenuta Petraglia. In questo periodo le cave sotterranee vengono utilizzate come cantine per vino di cui possiamo ancora notare le scale con gli scendi-barile.

Arriviamo poi al primo ventennio del  Novecento in cui si assiste al fenomeno dell’inurbamento e al successivo boom edilizio di cui il Pigneto è uno dei tanti esempi a Roma. Infatti, nel 1923, il terreno dove sorge oggi il bar fu acquistato da un giovane bracciante ciociaro arrivato pochi anni prima a Roma, Enrico Necci, che realizzò una nuova costruzione per farne prima una latteria e poi una gelateria. Perciò l'edificio costruito dal Necci fu probabilmente realizzato con la pozzolana della cava,  infatti, alcune gallerie dell'ipogeo mostrano interventi più recenti risalenti proprio a quell'epoca.

Guardando anche solo superficialmente la storia dell'area sovrastante e sottostante al Bar Necci si ripercorre in grandi linee la storia urbanistica e sociale di Roma. Infatti, vent'anni dopo la costruzione dell'edificio che sovrasta l'Ipogeo Necci, ci si trova in piena Seconda Guerra Mondiale e questa cavità che si inoltra nel sottosuolo, come tante altre cavità simili di cui è piena la città, verrà utilizzata come rifugio durante i bombardamenti.

Ipogeo del bar Necci: la scoperta e la ristrutturazione

Nel periodo tra il 2020 e il 2021, proprio quando tutto il mondo rallenta la sua corsa a causa dell’emergenza pandemica, lo spazio sottostante il bar del Pigneto rivede la luce grazie al ritrovamento e al recupero da parte dei gestori del bar Necci, che lo scoprono per caso restituendogli poi una nuova vita. Dopo un'opera di ristrutturazione conservativa, si restituisce così alla cittadinanza un luogo suggestivo e unico nel suo genere.

Il processo di ristrutturazione, dalla scoperta alla bonifica degli spazi, durata circa otto mesi, insieme alle testimonianze degli abitanti più anziani del quartiere, hanno dato vita a un documentario in programma al Pigneto Film Festival, dal titolo Ericovero. Storia profonda del quartiere Pigneto (2021, 25 minuti). Il film, scritto e sceneggiato da Massimo Innocenti per la regia di Alessandro Menale, sarà presentato in anteprima durante il festival nella giornata di sabato 25 settembre.

Roma, l'Ipogeo del Necci oggi

Oggi l'Ipogeo del Necci inizia a rivire reintegrandosi nel territorio grazie a una serie di iniziative culturali. L'Ipogeo inizia così il suo nuovo corso giovedì 23 settembre, con la mostra fotografica Cosplay di Filippo Trojano, che sarà esposta nell’ipogeo fino al 26 settembre, nell’ambito della quarta edizione del Pigneto Film Festival.

L’ipogeo sarà poi visitabile dal pubblico solo su prenotazione e al suo interno, gli avventori saranno accolti dalla cantina di vini incastonata nel tufo e dalla cave bar, già ribattezzato come il Sotto sotto, dove sarà possibile degustare drink e vini alla mescita delle più pregiate bottiglie di vino e bollicine, selezionate dal locale che da tempo svolge con successo l’attività di ristorazione.

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