Peste suina, in Lombardia una barriera anti cinghiali al confine col Piemonte

Pavia, 10/08/2022.

Quello della peste suina africana è un grosso problema che da mesi afflige Liguria e Piemonte (e anche l'area di Roma, ma sembrerebbe che il focolaio laziale sia diverso da quello del nord ovest) e che potrebbe ragionevolmente raggiungere anche la Lombardia. L'allarme è scattato a inizio 2022 con il ritrovamento dei primi cinghiali infetti e poco dopo tra Liguria e Piemonte è stata stabilita una zona rossa vietata alle escursioni. Successivamente, ad aprile, i divieti di fare trekking e mountain biking sono decaduti in Liguria prima e poi anche in Piemonte, ma l'attenzione resta sempre alta.

Ora la Lombardia, che da subito aveva istituito una task force per prevenire e contrastare il contagio da peste suina, è nuovamente all'opera per scongiurare il disastro economico legato all'arrivo dei cinghiali. È stato infatti completato il tracciato di apposite barriere artificiali di circa 17 chilometri a ridosso di Alessandria, nei pressi del confine regionale tra Piemonte e Lombardia. Il tracciato si somma ad altri tratti in via di completamento e ha lo scopo di rallentare la velocità dell'onda epidemica oltre che di limitare la superficie complessiva in cui il virus dovrà essere eradicato.

L'intervento prevede la realizzazione di una recinzione metallica costituita da rete annodata a maglie differenziate in filo zincato dell'altezza di 130 centimetri. L'installazione della rete anticinghiale segue le esigenze dettate dalla conformazione dell'area, prettamente appenninica e di non facile gestione. «In Lombardia viene allevato il 54% dei suini italiani», commenta l'assessore regionale all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi, «ma l'arrivo della peste suina anche in aree non ad alta vocazionalità suinicola sarebbe comunque un disastro economico. Anche la barriera installata tra Liguria e Piemonte, a pochi chilometri dall'Oltrepò Pavese, è una misura necessaria per evitare la movimentazione verso la Lombardia dei cinghiali selvatici, vero vettore della malattia».

Ricordiamo che la peste suina africana è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali, ma non è trasmissibile agli esseri umani e non comporta problemi per il consumo di carne. Per gli animali è altamente contagiosa e spesso letale: i principali sintomi per suini e cinghiali sono febbre, debolezza e instabilità, oltre a emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Le ripercussioni che una epidemia di questo tipo potrebbe avere sull'uomo sarebbero unicamente economiche e commerciali.

La Regione Lombardia ha recentemente approvato un piano specifico per ridurre la popolazione di cinghiale, che prevede la caccia di selezione in tutta la regione. Nel piano di Interventi Annuali di Prelievo del Cinghiale viene sostituita per la caccia di selezione la soglia massima di prelievo con una soglia realizzativa minima, che deve corrispondere a un target di prelievo pari a non meno dell'80% della popolazione stimata nell'Unità di gestione di attuazione. Per il prelievo venatorio e il controllo in forma selettiva, viene confermato l'uso di dispositivi per la visione notturna e il foraggiamento attrattivo. Su tutto il territorio della provincia di Pavia è prevista attività di controllo anche alla cerca da autoveicolo, di giorno e di notte. Il Piano ha ottenuto i pareri favorevoli di Ispra e CeReP (il Centro di referenza nazionale per lo studio di malattie da pestivirus). 

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