Il Verzeratt: fruttivendolo a Milano dal 1919, oggi anche con aperitivo all'aperto

Bernadette Hanna / mentelocale.it

Milano, 15/05/2023.

La cinquantasettesima tappa del tour delle botteghe storiche di Milano di mentelocale.it ci porta all'ombra della Basilica di San Nazaro in Brolo. Qui, di fianco all’edificio della Cà Granda, situato all'angolo tra largo Richini e via Osti 2, staziona un banco di frutta e verdura, Il Verzeratt, fruttivendolo nel dialetto milanese.

Un tempo, largo Richini era abbastanza largo da consentire la compresenza di più venditori nello stesso spazio.«C'erano una cinquantina di colleghi tutti ortofrutticoli provenienti dal Verziere come mia nonna, che poi si sarebbe spostata in Via Washington. Mio padre invece è venuto in questa parte di strada solo a partire dal 1949, quando la piazza era molto diversa: non c'era il giardino che abbiamo alle spalle e, ogni dieci/quindici giorni, si scalava a rotazione cosicché i venditori dietro andassero davanti, dove c'era più flusso di persone».

A rievocare tutti questi dettagli è Claudio Bulgheroni, con cui parlo in una giornata nuvolosa mentre sediamo ai tavoli di fronte al suo chiosco. «Rappresento la quarta generazione della mia famiglia, originaria del Varesotto, e lavoro con la stessa licenza che mio padre aveva rilevato da suo nonno. Mi conoscono ancora in tanti anche perché, quando sono nato, mia mamma stava lavorando: è andata al Mangiagalli, ha partorito, e poi mi ha riportato subito qui in una cesta».

La famiglia Bulgheroni lavorava nel mercato detto Il Verziere già dal 1919, quando la toponomastica di Milano era fatta di piccole vie, prima di trasformarsi durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Verziere era uno storico mercato di Milano dove c'erano tantissime attività commerciali, presenti su carri dalle ruote grosse com'era tipico una volta. Poi, durante il conflitto, molti venditori dovettero traslocare per lasciare spazio a nuove costruzioni e, per qualche mese, il padre di Claudio fu mandato nella vicina piazza San Nazaro in Brolo perché bisognava ripulire le strade dalle macerie.

«Il padre del marito della mia cognata portava all'ortomercato le sue verdure con il carro, facendosi la strada da San Siro fino a piazza Marinai d'Italia, dove oggi sorge la Palazzina Liberty intitolata a Dario Fo e Franca Rame: un tempo, infatti, c'erano al massimo quattro o cinque tipi di verdure perché mancavano gli approvvigionamenti esteri». Claudio si riferisce al fabbisogno interno con cui si mantenevano le persone sfruttando i terreni fertili per l'agricoltura. Lui stesso predilige le coltivazioni nazionali, fatto che lo contraddistingue da sempre per la qualità della sua offerta. «I miei prodotti non vengono dall'agricoltura forzata: se c'è una differenza del prezzo, non è dovuto al negoziante ma alla qualità, perché un prodotto medio costa un euro, ma quello migliore costa cinquantacentesimi in più, io ragiono in questi termini anche quando vado all'ortomercato».

Attualmente, in aggiunta alla frutta e verdura di stagione, il chiosco vende sughi, conserve, confetture, olio, pasta, spezie e molto altro ancora. Vi è la possibilità di sedersi ai tavoli per consumare i drink proposti, in cima ai quali troneggia la spremuta d'arancia della squisita Lane Late, una varietà dalla polpa bionda a basso contenuto di acidità, ma Il Verzeratt offre anche la possibilità di fare un aperitivo a base di alcolici e analcolici, tra cui birre e vini, nonché macedonie e frullati, il vero must have del menù.

Di Bernadette Hanna

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