Botteghe storiche di Milano: Kammi Valassina, scarpe (e non solo) dal 1957 nel quartiere Bovisa

Bernadette Hanna / mentelocale.it

Milano, 01/05/2023.

Il tour di mentelocale.it delle botteghe storiche di Milano giunge alla sua cinquantacinquesima tappa e, questa volta, si sposta dal centro alla periferia. Più precisamente, siamo nel quartiere settentrionale di Bovisa, oggi noto per la presenza di due campus universitari del Politecnico. Qui, in via degli Imbriani 61, a pochi metri dalla concentrica piazza intitolata a Giovanni Bausan, ha sede un negozio di scarpe, non uno qualunque ma una vera e propria bottega storica.

«Kammi Valassina è qui dal 1957: inizialmente l'aveva aperto mio padre, infatti c'era solo il nome di Valassina. Poi lui, assieme ad altri 3 o 4 titolari, ha preso la decisione di associarsi, perché in quel momento storico stare da soli valeva poco come potere contrattuale nei confronti dei fornitori, e da qui è nata la cooperativa che ha preso il nome di Kammi nel 1961». A raccontare come è nata l'attività e quali sono stati i primi passi compiuti da suo padre Angelo, è Anna Valassina, che attualmente gestisce il negozio affiancata dal marito.

Il locale si dispone su un unico piano, composto da due sale che si estendono una alla sinistra, non appena varcata la soglia, e l'altra per il lungo. Il cliente ha a sua disposizione un'ampia selezione di scarpe - per altro di vario tipo, compresa la selezione per i bambini - ma vi si trovano anche capi di abbigliamento e accessori di ogni genere. «Noi [titolari dei negozi] compriamo tutti insieme, ritrovandoci in alcune giornate all'anno dedicate agli acquisti, ma ciascuno è proprietario del proprio locale», aggiunge Anna relativamente al sistema della cooperativa Kammi che, attualmente, riunisce sotto al suo marchio più di 150 negozi in tutta Italia. Un sistema efficiente che garantisce tutela ai medio-piccoli artigiani, soprattutto in questi tempi in cui a farla da padroni sono i vari e-commerce.

«Per le calzature, soprattutto quelle civili e da donna, è complicato comprare a distanza. Ogni calzata fa da sè, infatti tantissimi nostri clienti non hanno mai acquistato su Internet. La tendenza della gente è ancora quella di andare e provare in punti vendita che siano reali e non virtuali», sentenzia Anna sulla validità di un negozio di quartiere capace di garantire ai suoi clienti ben più che un veloce e compulsivo clic. Soprattutto dal vivo si fanno esperienze di valore, spesso indimenticabili, e sapere che ad aspettarci ci sarà del personale competente, nonché cordiale, può davvero fare la differenza.

Anna infatti ritiene che una buona addetta alle vendite deve possedere in primis la gentilezza, unita all'empatia. «Noi non siamo un negozio del centro, ma di periferia, quindi la nostra clientela torna a distanza di pochi mesi. Alcuni li chiamiamo per nome. E, nonostante adesso siamo in un momento di transizione, perché alcuni dipendenti stanno andando in pensione dopo quarant'anni di attività, ci consideriamo tutti come una grande famiglia». Una famiglia che, anche durante la più grande crisi economica che il negozio abbia mai dovuto affrontare, la pandemia da Covid-19, non si è mai dissolta.

Di Bernadette Hanna

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