
Milano - Esposizioni diffuse in realtà aumentata per tutta la città, tecnologie in grado di riprodurre il senso del tatto e far toccare con mano oggetti e superfici presenti solo digitalmente, showroom virtuali posizionati in luoghi reali e aree urbane che cambiano aspetto e diventano interattive sui dispositivi degli utenti. È quanto Id-Exe propone per la Milano Design Week 2022: un vero e proprio distretto diffuso in decine di luoghi che, per la prima volta nella storia del Fuorisalone, ibrida mondo reale, con i suoi eventi e i suoi momenti espositivi, e mondo virtuale, dando vita a nuovi livelli e scenari fruitivi che prendono vita su smartphone e tablet, superando i limiti di spazio e tempo: i contenuti digitali generati dal distretto e dagli utenti sono infatti fruibili da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, anche dopo la fine della Design Week.
L’iniziativa è realizzata da D.O.S.(Design Open Spaces), startup innovativa che scende in campo per il terzo anno con progetti diffusi in occasione dell’iconica settimana meneghina dedicata al design,con il patrocinio di Regione Lombardia. Tema e scopo del progetto gravitano attorno al concetto ReDesign the ReLationship, ovvero riprogettare la relazione uomo-uomo, uomo-ambiente e uomo-prodotto nell’era della tecnologia che permea la vita delle persone, sfruttandone le potenzialità per dare vita a nuovi processi di ideazione e utilizzo di spazi urbani, compresa la dimensione sociale, senza però perdere il contatto con la realtà. Ciò avviene attraverso l’utilizzo di una serie di pratiche definite phygital, ovvero in grado di introdurre nello spazio fisico una tecnologia che svolga il ruolo di facilitatore per garantire immediatezza e immersione.
Per l’edizione 2022 della Design Week, da lunedì 6 a domenica 12 giugno, vengono proposte con Id-Exe due tipologie di esposizioni diffuse con designer internazionali in ambiti che spaziano dal fashion al prodotto e dall’interior all’arte: quelle fisiche, all’interno di spazi e negozi in diversi punti di Milano, e quelle digitali, generate attraverso la realtà aumentata e i filtri Instagram con l’utilizzo di Qr Code, denominati Pixel e disseminati come dei veri e propri attivatori di contenuti invisibili in decine di luoghi di Milano. Milano che diventa una Pixel City, ovvero una città parallela, virtuale, attivabile e fruibile attraverso punti analogici.
Come funziona Id-Exe? Esistono due modi per accedere ai contenuti in realtà aumentata, che corrispondono ai due livelli di interazione e di modello espositivo: attraverso i 39 Qr Code posizionati in giro per Milano, definiti Pixel Attivatori, a volte bidimensionali ed altre anche tridimensionali. Una volta fatto il primo accesso è possibile salvare l’esperienza per accedervi ovunque si voglia, posizionando gli oggetti anche in altri luoghi e attivando, di fatto, la seconda modalità, quella di interazione attiva tra visitatore e oggetti esposti per dar vita a nuovi allestimenti condivisibili con altri utenti attraverso i social. Sfruttando le potenzialità offerte dalle piattaforme Facebook e Instagram, i visitatori non sono costretti a scaricare una app, ma utilizzano il proprio profilo per accedere, salvare e condividere le esperienze.
Tra le diverse iniziative previste dalla iniziativa compaiono: l’esposizione virtuale diffusa di progetti che vanno a sovrapporsi all’ambiente circostante e che possono essere visualizzati sui dispositivi attraverso Instagram o Facebook con la possibilità di essere salvati, condivisi e riposizionati anche altrove; la prima piazza interattiva di Milano, che sorge nel piazzale di Porta Genova e che vede gli spazi pubblici subire un processo di hacking grazie all’utilizzo di tecnologie gentili e di arredi temporanei in grado di generare, ad esempio, piante parlanti o panchine che diventano portali di accesso a contenuti speciali, nonché di riattivare spazi abbandonati come la vecchia stazione di Porta Genova, che riprende vita grazie alla collaborazione con il locale Bobino Milano in una mescolanza di mostre interattive, esperienze tattili, giochi ed eventi per una rinnovata socialità; un contest in realtà aumentata sulla trasformazione degli ambienti casalinghi lanciato dal Gruppo Cosentino nel suo showroom in piazza Fontana 6; l’evento in piazza San Marco con Green Design che propone unanuova fioriera verticale attraverso un’esperienza phygital; la mostra in realtà aumentata Le3ders presentata da Valcucine in collaborazione con Archvibe presenta in corso Garibaldi 99, che sposta interi edifici - sotto forma di modelli virtuali - progettati da alcuni tra i più importanti studi di architettura al mondo; la seconda edizione di Open City Art,un museo di street art a cielo aperto e di libera fruizione che aggiunge 12 opere alle 8 già create con la prima edizione in diversi punti della città.
Inoltre, all’interno della materioteca Debassin in via Vigevano 43 viene presentata un’esperienza che consente di toccare a distanza oggetti e materiali non presenti fisicamente percependone non solo la superficie ma anche le variazioni di temperatura sulla stessa attraverso un apposito dispositivo che sfrutta la tecnologia aptica. Giovedì 9 giugno, all’interno dello spazio, è prevista anche Made Of, una mostra tattile che coinvolge i brand Cabana Wallpaper e Cemento Line, oltre a una selezione di giovani designer orientati alla ricerca di materiali sperimentali curata dal collettivo Rdg e da Guya Manzoni di Sfashion-net.
Infine, all'interno dell'ostello Yellow Square, di via Serviliano Lattuada 14, l’azienda Lispi innova la tipologia di letti a baldacchino tradizionali coinvolgendo designer del calibro di Giulio Iacchetti, Sovrappensiero, Francesco Forcellini e Mario Scairato, attraverso una mostra dal titolo Time for Bed: a journey into your dreams e allestita in una dimensione onirica: una nuvola di immagini e proiezioni vengono generate da un’intelligenza artificiale che raccoglie i sogni dei visitatori raccontati testualmente in anonimo nella cappella sconsacrata dell’ostello.