Ottico Aspesi, il negozio di occhiali con oltre cent’anni di storia (e lo zampino di Oliviero Toscani)

Giorgia Petani / mentelocale.it

Milano, 01/06/2022.

Siamo giunti alla quindicesima tappa del tour di mentelocale.it per le botteghe storiche di Milano. Il negozio di cui parliamo oggi è l’ottico Aspesi (largo Richini 1, ingresso via Festa del Perdono) aperto dal 1910 da Pietro Aspesi, nonno materno di Antonio Stella Aspesi, attuale titolare dell’attività.

«Per 57 anni il nostro negozio era situato di fronte all’allora Ospedale Maggiore di Milano, che dal 1958 è diventato poi la sede dell’Università Statale», racconta: «dato che era il periodo del dopoguerra e la casa era andata a pezzi, decidemmo di spostarci di cento metri, sullo stesso marciapiede. Fino al 1941 via Festa del Perdono si chiamava via dell’Ospedale e, a parte un bar in cui ci si recavano i feriti usciti dall’ospedale a bere, c’era ben poco nei dintorni».

Nel 1967 la famiglia Aspesi decise di proseguire la propria attività all’interno della nuova bottega offrendo ai clienti un servizio del tutto nuovo per l’epoca. «Fummo tra i pochi ad avere un arredamento in legno in stile Luigi XVI e a servire i clienti seduti al tavolo come le gioiellerie. In quegli anni, infatti, i negozianti mostravano la merce agli acquirenti in piedi, davanti ad un banco dove i commessi stavano su una pedana rialzata per essere incombenti rispetto al cliente», spiega Antonio.

Gli interni del negozio furono scelti con attenzione da una delle figlie di Pietro Aspesi, Franca. La signora non si sposò, e iniziò così a dedicare molto tempo e molta passione nella gestione dell’attività. La scelta dei mobili e del design all’epoca fu fatta perché si credeva che questo fosse un materiale che sarebbe durato nel tempo. «Gli interni sono stati ideati totalmente da mia zia e la bottega fu realizzata in questo modo antico perché in quel periodo gli arredamenti moderni, tranne alcuni fatti da grandi architetti, invecchiavano nel giro di pochissimo».

Tra i molti clienti di Antonio Aspesi c’è il fotografo Oliviero Toscani: «è un mio amico, con lui abbiamo fatto gli occhiali che lui stesso porta e che aveva preso a New York per pochi dollari. Sono i cosiddetti occhiali della mutua americani che poi noi abbiamo fatto fare in tanti colori e misure diverse».

Di Giorgia Petani

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