Drogheria Radrizzani, una storia milanese lunga più di 100 anni

Milano, 23/03/2022.

La quinta tappa del tour per le botteghe storiche di Milano di mentelocale.it è la drogheria Radrizzani, aperta da signor Camillo Robbiani nel 1910 in viale Piave al numero 20. Il negozio fu poi rilevato dal garzone della drogheria, Gaspare Radrizzani, insieme alla moglie Maria nel 1941.

Inizialmente l’attività aveva una sola vetrina e a causa dei bombardamenti del 1943, la bottega fu presto distrutta. Il signor Radrizzani decise quindi di ricomprarla per una seconda volta e, con l’aiuto del figlio, la ricostruì pezzo per pezzo ingrandendola sempre di più. Le vetrine diventarono tre e il locale oggi è di ben 120 metri quadrati.

Il negozio fin dal principio è sempre stato  una drogheria anche se le tecniche di vendita utilizzate all’epoca erano molto differenti da quelle attuali. «Un tempo i prodotti ai clienti si mostravano al banco, poiché tutta la merce non era esposta negli scaffali, ma era rinchiusa all’interno degli armadi». ricorda Emilio Radrizzani, nipote di Gaspare. Fu solamente con la ricostruzione del locale, avvenuta negli anni Cinquanta con la progettazione del noto studio di architettura Pagani&Viganò, che la bottega iniziò ad avere i famosi scaffali in cui esibire i prodotti. «All’epoca fu una vera e propria avanguardia e innovazione quella di esibire la merce su degli scaffali e noi fummo tra i primi», racconta Emilio: «furono in tantissimi a venire curiosi a sbirciare la bottega. Ancora oggi molti studenti del Politecnico vengono qui per pormi domande su questo stabile, anche perché l’arredamento di questa drogheria è apparso anche in diverse riviste di architettura del dopo guerra, come il giornale Spazio».

Negli anni Sessanta, periodo in cui nacquero i primi supermercati, la drogheria Radrizzani fu trasformata in self-service ed anche in questo caso, il negozio fu uno delle prime attività in città a poter offrire questa tipologia di servizio. «Il lavoro andò sempre bene e continuò grazie alla ricerca continua dei prodotti». Ricerca che al signor Radrizzani piace riassumere nella filosofia delle tre c: «caviale - ossia il meglio del cibo - e noi abbiamo ne abbiamo un assortimento molto vario; champagne, e anche in questo caso anche l’enoteca è molto ben fornita; e candeggina, perché abbiamo a disposizione sette tipi di candeggina, una per ogni tipologia di macchia. Per noi è molto importante venire incontro alle esigenze di cliente. Tra i nostri prodotti ce ne sono alcuni di nicchia, ricercati e particolari, ma non mancano anche quelli commerciali e semplici. Da noi il consumatore ha una vasta scelta e può trovare non tutto, ma sicuramente un po' di tutto».

Lo staff della drogheria Radrizzani, giunta ormai alla sua terza generazione, è lo stesso da molti anni ed è formato da 15 persone. I clienti più longevi continuano a frequentare la bottega, mentre le nuove generazioni, a differenza dei loro predecessori, «amano variare, e non sempre acquistano dallo stesso negoziante. È una clientela molto più attenta e preparata sul discorso enogastronomico. Non si legano più ad un solo punto vendita, ma sono curiosi e si informano meticolosamente anche sugli ingredienti dei vari prodotti. Per questo motivo ritengo che ad oggi il nostro negozio non è più solamente una bottega frequentata dalla gente di quartiere, ma anche da una clientela cittadina. Per durare tutti questi anni è fondamentale conoscere le esigenze dei nuovi consumatori e cercare di seguirli nelle loro preferenze. In molti vogliono prodotti bio, naturali, vegani, senza glutine, senza lattosio. Per alcuni è proprio una filosofia di vita e quindi cerchiamo di adeguarci costantemente anche a queste novità del mercato».

La drogheria Radrizzani da oltre cento anni soddisfa i suoi clienti assicurando a loro qualità a prezzi contenuti poiché come, spiega Emilio, «si possono avere tutti i prodotti del mondo, ma se non si mantengono prezzi di mercato onesti il cliente si perde». Qualità e serietà sono dunque gli ingredienti principali che hanno reso la bottega Radrizzani un vero punto di riferimento per tutti i milanesi d’origine e d’adozione.

Di Giorgia Petani

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