laVerdi, la stagione estiva si chiude in un trionfo di bellezza con la Nona di Beethoven al Teatro degli Arcimboldi

Contenuto in collaborazione con laVerdi

Milano, 05/07/2021.

Si conclude mercoledì 14 e giovedì 15 luglio 2021 la stagione Dal Vivo!, la programmazione estiva dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Un viaggio musicale attraverso alcune delle pagine più significative del repertorio sinfonico, che ha visto le porte dell’Auditorium di Milano riaprirsi finalmente al pubblico a partire da mercoledì 19 maggio. Due mesi densi di musica, inaugurati col carisma di Krzysztof Urbański, che ha diretto il Concerto di Riapertura accompagnato dal talento pianistico di Dejan Lazič, e che giungono alla loro chiusura in una vera e propria festa musicale, la pagina sinfonica che più di ogni altra rappresenta un trionfo di bellezza e di fiducia nell’avvenire: la Sinfonia n.9 in Re minore op.125 di Ludwig van Beethoven.

Una simmetria particolare, quella mostrata dalla stagione Dal Vivo!: se il primo appuntamento aveva avuto come protagonista la Sinfonia n.1 in Do maggiore op.21, l’ultimo concerto, il nono, vede l’esecuzione della Nona Sinfonia. Sempre sotto la bacchetta del talentuoso direttore polacco Krzysztof Urbański, stavolta insieme a quattro solisti di caratura internazionale: Johanna Winkel (soprano), Bettina Ranch (mezzosoprano), Moritz Kallenberg (tenore) e Oliver Zwarg (bass-baritono). Una rinnovata gratitudine al genio di Beethoven, al quale l’anno scorso laVerdi ha dedicato un’intera rassegna estiva, culminata anch’essa con l’ultima sinfonia, la Corale.

Tradizione rinnovata anche quest’anno, ma su un palco speciale: quello del Teatro degli Arcimboldi. A questa istituzione laVerdi rivolge il suo ringraziamento più sentito per la grande ospitalità dimostrata. Dopo l’appuntamento di mercoledì 7 e giovedì 8 luglio, che ha visto protagonisti Manuel Coves e Jesús Carmona, impegnati nell’appuntamento intitolato Sogni Spagnoli, la rassegna estiva dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi si conclude in bellezza sul meraviglioso palco del teatro di viale dell’Innovazione.

È difficile, per l’ascoltatore dei nostri tempi, capire quanto traumatica possa essere stata per il pubblico contemporaneo a Beethoven l’introduzione di solisti e coro in una sinfonia, fino ad allora appannaggio della sola orchestra. Così come è difficile comprendere la complessità e la meraviglia dell’opera ed in particolare del suo quarto movimento, che si pone di fronte all’uditorio come summa del pensiero, musicale, ma soprattutto umano, del compositore. La Nona sinfonia - l'ultima composta da Beethoven - fu eseguita per la prima volta a Vienna il 7 maggio del 1824 a distanza di dieci anni dall’Ottava sinfonia, la cui tiepida accoglienza da parte dei critici gli aveva lasciato un po’ di amarezza. Il compositore, ormai completamente sordo, si era dedicato negli anni seguenti alla cameristica, e in particolare all’amato pianoforte, regalando al mondo una serie impressionante di capolavori. Dedicata a Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III, la Nona ebbe subito un successo enorme ed è ancora oggi una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico, considerata la più grandiosa composizione musicale mai scritta, il cui testo e spartito sono stati dichiarati dall’Unesco nel 2001 Memoria del Mondo.

Da subito il pubblico comprese appieno la portata del messaggio di Beethoven, di quell’uomo che senza arrendersi alle avversità della vita aveva tradotto in musica alcuni princìpi dell’Illuminismo, come la rappresentazione di una tensione finalizzata al raggiungimento della felicità universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della fratellanza e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà Celeste, di un Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine morale a cui ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando virtù come la tolleranza, la giustizia, la fratellanza, la lotta contro i pregiudizi e il diritto di ciascun uomo ad essere felice. Attraverso l’uso del coro, inoltre, la partitura trasmette con maggiore energia un concetto filosofico, un programma che diviene evidente e definitivamente riconoscibile nell’Inno alla Gioia, il grande finale vocale basato sul testo dell'omonimo poema di Friedrich Schiller. Il tema, riadattato da Herbert von Karajan nel 1972, rappresenta oggi l’inno dell’Unione Europea.

I due concerti di martedì 14 e mercoledì 15 luglio hanno inizio alle ore 19.30. I biglietti hanno un prezzo che varia dai 18 ai 45 euro + diritti di prevendita e sono acquistabili on line sul sito del Teatro degli Arcimboldi, sul circuito TicketOne e presso i punti vendita TicketOne (per info 02 83389401).

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