«Milano non merita di perdere altri luoghi di cultura»: la lettera aperta del Coordinamento Live Club Milanesi

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del Coordinamento Live Club Milanesi. I live club e i festival di Milano sono ancora chiusi dopo oltre un anno di fermo e c'è bisogno di un cambio di passo per affrontare questa emergenza che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di spazi e operatori culturali, scrivono rivolgendosi all'amministrazione comunale molti live club e venue estive di Milano e della Città Metropolitana di Milano. La lettera è firmata da - in ordine alfabetico - Alcatraz, Apollo Club, Biko Milano, Carroponte, Circolo Magnolia, Fabrique, Germi, Legend Club, Live Club, Lorenzini District, Magazzini Generali, Rocket, Santeria e Social Music City.

Milano, 30/03/2021.

Un lungo periodo in cui non ci sono stati incontri, confronti, approfondimenti specifici, né un progetto condiviso su modalità e tempi di recupero e ripresa. Proposte che sarebbero dovute arrivare da parte dell'Assessorato alla Cultura, responsabile di un settore centrale per la socialità e la collettività di una comunità, un'istituzione che, ancora di più in questo momento, dovrebbe essere un riferimento.

Abbiamo ascoltato dichiarazioni rispetto a quanto sia importante avere una città viva, di gente e non di pietre; abbiamo ricevuto telefonate rammaricate successive all'ennesima chiusura definitiva; tuttavia non sono stati messi in campo nessun vero impegno o idea concreta. Nel frattempo, a quasi un anno dalla pubblicazione dei risultati, i fondi di emergenza promessi e deliberati attraverso il Fondo di Mutuo Soccorso non sono ancora arrivati.

In questo scenario per noi drammatico, l'unica proposta, improvvisa e calata dall’alto, è quella di Milano, Che Spettacolo!: un progetto che prevede l'assegnazione di un hub, in cui tutte le realtà cittadine, di musica e non, possano accedere per produrre spettacoli, con tempistiche irreali e senza un indirizzo artistico chiaro. Un progetto confuso, che sminuisce la nostra professionalità, che taglia le gambe agli spazi esistenti e che, per di più, disperde economie vitali per la sopravvivenza dei luoghi della cultura e dell'intrattenimento.

Questa proposta, che potrebbe apparire utile nelle sue intenzioni, in realtà non affronta, risolve e considera il sistema di produzione dei live club esistenti. Un sistema fatto di lavoratori, investimenti, strutture faticosamente create negli anni, che in parte abbiamo perso negli ultimi mesi a seguito delle chiusure (Circolo Ohibò, Spazio Ligera, Serraglio, Blues House e altri). Gli spazi che sono sopravvissuti finora, a maggior ragione essendo in numero limitato, andrebbero coinvolti e ascoltati: per comprenderne problematiche, esigenze e differenze, per trovare soluzioni che li possano sostenere tutti, con proposte coordinate, per un confronto, purtroppo a oggi inesistente.

Sentiamo ogni giorno il peso delle nostre attività ferme da oltre un anno, con strutture onerose da tenere in vita e lavoratori a casa, che non sanno quando e se riusciranno a tornare al loro mestiere. Queste risorse possono essere lo strumento per dare sostegno a tante realtà oggi in difficoltà, realizzando una progettualità che rimanga viva anche una volta superato questo periodo.

Chiediamo al sindaco Sala, all'assessorato alla Cultura e all'amministrazione della città di Milano di fermare queste iniziative estemporanee: proponiamo loro un cambio di passo e di modalità per affrontare questa emergenza che sta mettendo a rischio gli spazi e tutti gli operatori culturali. Non meritiamo di perdere altri luoghi e altri spazi culturali, non possiamo permettercelo come comunità milanese. Chiediamo pertanto un appuntamento di confronto vero, verticale sul nostro settore e senza decisioni già prese, ma che serva ad identificare - col nostro supporto - soluzioni davvero efficaci.

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